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Daniel Pennac - Diario di scuola

Post n°1195 pubblicato il 06 Giugno 2012 da artemisia_gent


Con il clado vien voglia di andare al mare, a me di leggere. Così in questo utlimo periodo mi sto appassionando alla lettura (come se non lo fossi mai stata...), o almeno sto ritrovando del tempo per leggere...

Tempo fa ho finito questo libro, comprato sotto consiglio di prof. Art2... visto che è l'unica persona che conosco che ammette di amare alla follia Dumas e la saga dei tre moschettieri. Visto che è l'unica persona che l'ha letti tutti e tre mi sono fidata ciecamente di lei, ma...

Questo libro mi ha deluso. Ne ho sentito parlare così tanto e così bene che l’ho comprato piena di curiosità, credendo di trovare chissà che cosa, specialmente dopo che me lo aveva consigliato la mia amica nonché collega dicendomi che ogni insegnante dovrebbe leggerlo.

Le prime pagine sono certamente intriganti e interessanti, specialmente quando scopri che uno scrittore è stato un asino, una delusione per la sua famiglia e ha persino un problemino di ortografia… (e qui è scattata subito l'immedesimazione... voi che mi leggete sapete quanti errori di ortografia faccia!)anzi se il suo miglior amico non fosse il dizionario condirebbe tutt’oggi i suoi scritti di ignobili e indegni errori di ortografia. Questo fa si che ogni professore si rassicuri nei limiti dell’illustre collega. Ma quando si mette a illustrare il suo lavoro di “salvatore di asini”… bhè non lo sopporto. Mi ha fatto sentire inadeguata, non adatta al mestiere e mi ha infilato in testa tanti di quei dubbi… che non mi rimane che odiarlo.

Se vi ho trovato utili consigli come: “ non bisogna mai parlare più forte di loro, è questo il trucco”, per citare un esempio a caso, da pagina 143 in poi non sono stata più d’accordo con lui. Perché è impossibile salvare tutti gli asini che   ogni anno ho davanti, molte volte preferisco rifugiarmi nel fatidico “mancano le basi”. Ma in questo caso devo dire che Pennac, o meglio il professor Pennacchioni, mette le mani avanti dicendo all’inizio del libro che il miglior professore è quello che nella vita fa solo il professore e magari vive nello stesso convitto dei suoi studenti. E’ qui il punto professor Pennacchioni, quando si fa un solo mestiere lo si fa egregiamente e si salvano tutti gli asini, ma quando se ne fanno tre o quattro di mestieri…

Da pagina 143 non ho più sottolineato nulla. Ho solo covato rabbia, ma la rabbia a volte, come il rifiuto, ci sprona a migliorare.
Chissà magari il professor Pennacchioni ha centrato il suo obbiettivo, da domani forse sarò un’insegnate migliore… da domani potrei fregiarmi anch'io dell'appellativo di salvatrice di asini. Però a mio avviso bisogna prima saper riconoscere gli asini dai fannuloni, perchè a mio avviso i fannulloni prorio non vanno salvati!

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