Creato da: rivedelfiume il 26/06/2006
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« La pubblica moralità...Greetings from Italy, 2006 b.C. »

1914 Montevideo. Dalmira

Post n°19 pubblicato il 19 Agosto 2006 da rivedelfiume
 

En mis sueños de amor ¡yo soy serpiente!
gliso y undulo como una corriente;
dos píldoras de insomnio y de hipnotismo
son mis ojos; la punta del encanto
es mi lengua… ¡y atraigo como el llanto!
soy un pomo de abismo.
Mi cuerpo es una cinta de delicia,
glisa y ondula como una caricia….
Y en mis sueños de odio ¡soy serpiente!
mi lengua es una venenosa fuente;
mi testa es la luzbélica diadema,
haz de la muerte, en un fatal soslayo
con mis pupilas; y mi cuerpo en gema
¡es la vaina del rayo!
Si así sueño mi carne, así es mi mente:
un cuerpo largo, largo, de serpiente,
vibrando eterna, ¡voluptuosamente!

In questa camera d'affitto gli diede appuntamento l'uomo che era stato suo marito; e volendo averla, volendo tenersela, lui la amo', la uccise e si uccise.
I giornali uruguayani pubblicano la foto del corpo che giace vicino al letto, Delmira abbattuta da due colpi di revolver, nuda come le sue poesie, le calze calate, tutta svestita di rosso:  "Andiamo oltre nella notte, andiamo..."
Delmira Augustini scriveva in trance.
Aveva cantato le febbri dell'amore senza peccati nascosti, ed era stata condannata da coloro che castigano nelle donne cio' che applaudono negli uomini, perche' la castita' e' un dovere femminile e il desiderio, come la ragione, un privilegio maschile. In Uruguay le leggi camminano davanti alla gente, che seguita a separare l'anima dal corpo come se fossero la Bella e la Bestia.
Sul cadavere di Delmira si spargono lacrime e frasi a proposito di una cosi' grave perdita delle lettere nazionali, ma in fondo gli afflitti tirano un respiro di sollievo: la morta e' morta, e meglio cosi'.
Ma e' morta?
Non saranno ombra della sua voce ed eco del suo corpo tutti gli amanti che arderanno nelle notti del mondo? Non le faranno un posticino nelle notti del mondo perche' la sua bocca liberata possa cantare e possano danzare i suoi piedi splendenti?

(Eduardo Galeano - "Memoria del fuoco" - Sansoni ed.)

 
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