Creato da: rivedelfiume il 26/06/2006
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La Sposa Americana

Post n°36 pubblicato il 09 Dicembre 2006 da rivedelfiume

immagine
"Cubana" - Werner Seyfert

Quando iniziai a lavorare, l’impatto con Maurizio fu il classico motivo per domandarmi dove fossi finito. Una vita difficile, la sua: di chi, rimasto solo troppo presto, cerca appiglio in chiunque gli possa apparire credibile. Ragazze o donne, neanche a parlarne: cresciuto in paese, per Maurizio erano solo un buco, forse due tirando sul prezzo, da riempire. Cominciavano così le spedizioni serali in città, per comperarsi un po’ di sesso, alternativa alle serate nel cinema a luci rosse o a qualche vhs nelle serate in cui la nebbia fa muro, e non c’è bisogno di torrette e guardie ad impedirne la fuga.
In questo, vitale l’incontro in ufficio con Antonio, vecchio parà un po’ suonato, quello che sembrava, ai miei occhi, aver ispirato Grunf nei fumetti di Alan Ford.
A lui Maurizio doveva molto: la conoscenza col jazz classico, intanto. Cresciuto a pane e America, era diventato un fan di Glenn Miller, di Count Basie, di sir Duke, di Satchmo: quando io gli citavo la “mia” Billie, lui aveva quel sottile disgusto per una cantante “venduta al vizio”; e se arrivavo con Miles Davis sottobraccio, giù critiche, contro chi “aveva spezzato un sogno”.
De gustibus….
Ed il mito americano: i giubbotti alla Elvis, Rambo ed il revisionismo secondo il quale in Vietnam “ci volevano le palle”, o che il fascismo avesse perso la guerra per colpa dei Partigiani che facevano la spia (che poi eventulamente facessero la spia per gli americani, era un concetto troppo sottile per menti così semplici….).
La sua influenza su Maurizio fu tale da spingerli, un giorno, su un aereo per Cuba, paradiso del sesso a buon mercato. Ma mentre Antonio, consapevole di avere le spalle larghe, si limitava alla sua personale palestra dell’ardimento fisico, Maurizio commise un errore imperdonabile, in quel contesto.
L’errore si chiamava Consuelo: conosciuta nel quartiere più popoloso dell'Avana, quello della Piazza della Rivoluzione, dove abitava, in un palazzone popolare di 30 piani.  Fieramente orgogliosa del suo piccolo appartamento, in cui Maurizio si senti’ per la prima volta in vita sua, importante. Coccolato, vezzeggiato, sfamato in tutti i sensi, compreso quello del cibo: dove, mischiando un pesce spezzettato al riso, Consuelo sapeva creare un piatto che al palato di Maurizio sembro’ irresistibile almeno quanto le arti amatorie della cuoca.
Ed i suoi racconti, i sacrifici in costante aumento in tutte le famiglie,  che a Maurizio fecero balenare l’Idea.
Vieni via con me. In Italia. Farai la signora
Cosi’ inizio’ la rincorsa a carte, documenti, procacciatori di carte e documenti, di aderenze per evitare code od ottenere udienza, di qua e di là dell’Oceano, voli, aeroporti chiusi per nebbia o insolazioni e colpi di calore se arrivi vestito pesante, e scoprire il valore intrinseco della banconota come strumento di apertura di porte e portoni ben superiore a qualunque altra chiave.
Poi, l’ultimo ostacolo, l’incontro con la famiglia di Consuelo: mille dollari, due anni abbondanti di stipendio locale in cambio del nulla osta. Alla fine della corsa, cinquemila dollari per comperarsi una sposa.
L’arrivo al paesello, tra gli sguardi invidiosi delle altre spose, indisponibili a qualsiasi confronto fisico che le avrebbe viste perdenti, comunque; ed i maschietti improvvisamente rinvigoriti dalla apparizione, oltre che impegnati ad aguzzare la vista a cercare di indovinare quali delizie riempissero così adeguatamente jeans e maglioncini.
Perchè Consuelo, inutile dirlo, era bella, ma bella davvero. E bella la vita, per Maurizio: via le cassette, basta con l’auto per strada di sera, e chi se ne frega se c’è nebbia. Tanto Consuelo, bella e libera, altro che le altre. Persino più brava: il sesso vissuto liberamente, e senza il senso del peccato, si era rivelato un’arma vincente. Un uomo rinato, simpatico coi colleghi, cambiato anche fisicamente. Coi suoi 18 chili in meno in tre mesi.
Ma….
Sempre attento ai conti, all’occhio di Maurizio qualcosa non quadrava: l’arrivo di un aumento delle entrate di 18 euro – “a titolo assegni familiari”- al mese non giustificava il fatto che, anziché scendere, il conto corrente in posta cresceva. Questo nonostante il frigo fosse sempre pieno di carne pregiatissima e di pesce freschissimo, la dispensa traboccante di pane, torte e dolci, di bottiglie pregiate, chè a Consuelo piaceva bere, possibilmente bere bene. E non da sola.
Così, mentre Maurizio in ufficio approfondiva le circolari e le procedure, qualcun altro approfondiva la conoscenza delle abitudini e della mentalità caraibica, e la dolcezza dei suoi frutti.
Poco importava se al ritorno a casa la gente era passata dagli sguardi invidiosi a quelli commiserevoli, Maurizio era ancora sulle ali dell’entusiasmo. Il “mi saluti la Signora!” con sorriso percettibilmente ironico del farmacista, del macellaio, del bottegaio, del titolare della rosticceria “specialità pesce”, sembrava più un auspicio che uno sfottò.
"Il paese è piccolo e la gente mormora": fino al mattino della fatale comprensione, avvenuta tra i fumi dell’alcool di una festa in ufficio, complice, anzi Mercurio alato, un compaesano un po’ troppo loquace.
Maurizo piombo’ a casa, cosa vuoi che siano due ore di permesso di fronte al dubbio?
Certezza, povero lui: chè il farmacista facesse consegne a domicilio non era proprio frequente.

“Ma cosa ti importa se faccio un po’ di fisico? La alma è tutta tua, solo tua, hombre”.
Che fare?
Il suggerimento di scrivere al giornale non sappiamo come avvenne, ma quella volta la lettera sul “Venerdi” non sfuggi’ a nessuno, compresa la risposta di Aspesi che gli dava, in modo elegante, del fessacchiotto.
Neppure in paese sfuggi’, e i risolini lasciarono il posto alle risate grasse e stronze: chè di fronte al dramma di un cornuto, nessuno osa immaginare quanto male possa starci davvero. Soprattutto quando qualcuno fa le fotocopie dell’articolo e te le incolla in una notte di nebbia sui vetri della macchina.
Amara quella ripartenza per Cuba, nel silenzio, tra uno spintone alla sposa ed un calcio alla valigia. O era il contrario, non lo si seppe mai.
In compenso, fortunosa la scelta di divorziare a Cuba, dopo che la ricerca, presso san Google della Divina Informazione, aveva fatto suggerire al malcapitato che, divorziando in loco, la quota di alimenti da versare sarebbe stata al massimo di 30/40 dollari al mese.
Adesso Maurizio tutti i giorni consulta il cambio euro/dollaro, e ad ogni punto di euro in meno da versare gli si accende un sorriso sinistro. Ha ripreso le sue puntate in città, specialità carne dell’est. Si è abbonato ad una videoteca, e lo trattano coi guanti, ma solo dopo le 23.
E non ha smesso di sputare ogni volta che passa sotto la casa di Antonio: gli ha pure bucato le gomme della Audi, rigato la carrozzeria e spaccato un vetro, in una sera di nebbia.
Senza torrette né guardie.

 
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