Creato da russocaio il 19/03/2007
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E IO PAGO......

Post n°50 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da russocaio
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(Il Sole 24 Ore ) - Roma, 10 ott - Eni, si legge nella nota di S&P, ha fatto molti piu' acquisti dei suoi competitor, con acquisizioni per 12 miliardi di dollari nell'ultimo anno. A fine 2007, percio' il debito netto finanziario di Eni potrebbe salire a 15 miliardi di euro, da un debito molto basso a 6,8 miliardi a fine 2006. E su base adjusted, prosegue S&P, il debito potrebbe eccedere I 21 miliardi, assumendo che Oao Gazprom non eserciti le sue opzioni call. La conferma dei rating, spiega S&P, riflette la sua qualita' di credito stand-alone accompagnata dalle attivita' upstream internazionali di alto profitto e dagli introiti delle attivita' domestiche. L'amministratore delegato Paolo Scaroni dell'Eni ha chiarito, se mai ve ne fosse stato ulteriore necessità, che non ha "nessuna intenzione di vendere Snam rete Gas". Scaroni ha ribadito il concetto rispondendo ad alcune domande in assemblea. Se però "fossimo costretti a farlo", ha aggiunto "dovremmo procedere massimizzando il valore della vendita per i nostri azionisti. La cosa migliore sarebbe quindi vendere la totalità per incassare il premio maggioranza". In Borsa il titolo accusava nel pomeriggio una flessione dello 0,68%, ma viaggiava sempre ben oltre i 26 euro (26,40), ai massimi dell'anno e distante dai livelli di metà marzo, quando era a quota 22,8.

Eni ha versato nelle casse dello Stato una cifra "vicina ai 3 miliardi di euro" tra dividendo e tasse pagate per il 2006. Al Tesoro per il dividendo sono andati 1,016 miliardi, a Cdp 500 mln e in tasse versate 1.329 miliardi. Grazie a un dividendo di 1,25 euro per azione il Tesoro incassa da Eni oltre 1,016 miliardi di euro per l'esercizio 2006.

Eni si conferma così cospicua fonte di guadagni per il ministero dell'Economia azionista direttamente del colosso petrolifero con il 20,3% del capitale (813.443.277 azioni). La Cassa depositi e prestiti che ha il 9,9% del capitale del cane a sei zampe (400.288.338 azioni) incassa invece 500 milioni e 360 mila euro. Il Tesoro è a sua volta azionista di Cassa depositi e prestiti con il 70% del capitale, il 30% è in mano alle fondazioni. Il dividendo è stato già pagato per 0,60 euro ad ottobre scorso, mentre 0,65 euro saranno messi in pagamento a partire dal 21 giugno, con stacco cedola il 18 giugno. Dividendo sostenibile fino al 2010. L'Eni, inoltre, considera "sostenibile fino al 2010" un dividendo "a 1,25 euro ad azione", in linea cioè con quello in distribuzione quest'anno, a valere sul bilancio 2006. "Per tutta la durata del piano 2007-2010 questo livello di dividendo è sostenibile, anche con un petrolio a 40 dollari al barile", ha spiegato Scaroni. A lungo termine l'Eni stima infatti un prezzo dell'oro nero a 40 dollari al barile, "inflazionato anno su anno". Per ogni variazione del greggio europeo (Brent) di un dollaro l'impatto sull'utile operativo del gruppo ammonta a 350 milioni di euro mentre una variazione di un dollaro nel cambio euro-moneta americana ha un impatto di 510 milioni. La situazione migliore "per noi sarebbe un prezzo del greggio ed un cambio altissimo" mentre oggi ci si trova di fronte ad un greggio "oggettivamente molto alto ma ad un cambio molto basso". Tuttavia "guadagniamo comunque - ha concluso l'ad Eni - anche con un petrolio a 30 dollari". Quanto alla produzione è assicurata per 38 anni, previsione che peraltro non tiene conto degli asset ex Yukos, ovvero dei giacimenti russi. Obiettivi ambiziosi nel mercato dell'elettricità. L'Eni ha "obiettivi molto ambiziosi" nell'elettricità. Scaroni lo ha sostenuto rispondendo nel corso dell'Assemblea agli azionisti in vista della completa liberalizzazione del mercato elettrico. Quello dell'elettricità, ha sottolineato il top manager, "è un settore nel quale crediamo.

 
 
 
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