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La guerra agli spiccioli

Post n°257 pubblicato il 05 Giugno 2008 da russocaio
 
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IlGiornale 04-06-08: Due centesimi e mezzo più l’Iva del 20%. E fanno tre. È il costo vivo di un centesimo di euro, di quella monetina che gli uomini odiano perché bucano le tasche dei pantaloni e che gli anziani vorrebbero sparisse perché troppo piccolo e scomodo da maneggiare. Il centesimo ha il cuore d’acciaio ed è ricoperto del prezioso metallo rosso chiamato rame. Stessa lega anche per gli altri due soldini con cui litighiamo quotidianamente quando dobbiamo metter mano al portafogli. Ci riferiamo ai due centesimi, meno costosi per produzione, ma pur sempre antieconomici: 2,8 centesimi più Iva al pezzo. Va meglio per i 5 centesimi. Il costo vivo è di 3,3 centesimi e con l’Iva sfiora ma non supera il valore della moneta. I costi di queste monetine sono ovviamente variabili e dipendono molto dal numero di pezzi prodotti. Quelli indicati nell’articolo si riferiscono a 74 milioni di pezzi per il centesimo, a 66 milioni di pezzi per i due centesimi, a 42 milioni di pezzi per i 5 centesimi. Partite modeste se si pensa per l’entrata in vigore dell’euro sono state utilizzate 250 mila tonnellate di metallo per coniare circa 52 miliardi di monete, per un valore complessivo di 15,75 miliardi di euro. Ma a scorrere le cifre viene da domandarsi come mai costa così tanto coniare un piccola moneta, dal diametro di 16,25 millimetri e dallo spessore di 1,36 millimetri? C’è una serie di fattori da valutare, spiega Roberto Ganganelli, responsabile di Cronaca numismatica a cominciare dalla materia prima il cui prezzo varia a seconda delle oscillazioni del mercato. E poi i costi vivi di lavorazione incidono moltissimo". Insomma, è normale che gli spiccioli costino più di quello che valgono. Il loro scopo è quello di utilità nel mercato monetario, racconta l’esperto: servono per comporre le cifre in maniera esatta quindi al centesimo di euro. Anche Daniele Terlizzese, direttore dell’ente per gli studi monetari e bancari Luigi Einaudi, sostiene che il costo dei centesimi non sia antieconomico. "Si usurano pochissimo al contrario delle banconote, la loro vita è infinita, si usano migliaia di volte e dunque si ripagano ampiamente". Saranno utili ma anche molto fastidiosi. Eliminarli? "Finché ci sono i centesimi, spiega Terlizzese, si è costretti a tenere i prezzi ancorati al valore di mercato. Nel momento in cui non ci saranno uno, due, cinque centesimi, si darà un’altra mano all’inflazione". Lo scenario futuro è ben diverso. "Un domani, per naturale evoluzione storica, l’euro tenderà a svalutarsi e i centesimi spariranno o saranno coniati per il piacere di pochi affezionati" prevede Ganganelli. Così come è avvenuto per le lire. "Fino al 2001, sono state coniate per i collezionisti le dieci, le venti lire e anche la lira, moneta che aveva corso legale". Anche le monete da due euro coniate a Montecarlo per la commemorazione di Grace Kelly si potrebbero spendere. Ma chi si usa una moneta che i collezionisti comprerebbero senza tentennamenti a 400 euro? di Enza Cusmai

Il centesimo rubato: Fiaba dei fratelli Grimm

Una volta, a mezzogiorno, un uomo sedeva a tavola con la moglie, i suoi bambini e un amico che era venuto a trovarli. Mentre se ne stavano là, allo scoccare delle dodici, l'ospite vide la porta aprirsi e entrare un bimbo molto pallido, tutto vestito di bianco. Il bimbo non si guardò attorno e non disse nulla, ma andò dritto filato nella stanza accanto. Poco dopo tornò indietro e uscì dalla porta, sempre in silenzio. Il secondo e il terzo giorno tornò di nuovo. Alla fine l'ospite domandò al padre di chi fosse quel bel bambino, che entrava sempre nella stanza a mezzogiorno. Non l'ho visto, rispose il padre e non saprei dire di chi sia. Il giorno seguente, quando il bambino tornò, l'ospite lo mostrò al padre, che però non lo vide, nè‚ lo videro la madre e i bambini. Allora l'ospite si alzò, andò alla porta della stanza, la socchiuse e vi guardò dentro. E vide il bambino, seduto per terra, che frugava e rovistava premurosamente con le dita nelle fessure del pavimento, ma quando scorse l'estraneo scomparve. Questi raccontò quel che aveva visto e descrisse il bambino con esattezza; allora la madre lo riconobbe e disse: Ah, è il mio caro bambino, morto un mese fa!. Scostarono le assi del pavimento, e trovarono un centesimo che una volta il bambino aveva avuto da sua madre, perché‚ li desse a un povero. Ma il bimbo aveva pensato: "Puoi comprarti invece un biscotto!" e si era tenuto il denaro nascondendolo nelle fessure del pavimento. Così non aveva pace nella tomba, e a mezzogiorno veniva sempre a cercarlo. I genitori diedero quel soldo a un povero e da allora il bambino non si vide più.

 
 
 
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