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INSEGNANTI E FAMIGLIE

Post n°716 pubblicato il 11 Marzo 2011 da zelda.57
 

Ci siamo…siamo nuovamente alla “guerra dei poveri”.

Ho letto qualche lettera ai quotidiani, ma anche qualche protesta nei blog (anche da Teresa, Gioia58) sul fatto che le scuole sono rimaste chiuse tre giorni, per Carnevale.

Da una parte i genitori, che hanno sempre più pressanti necessità di veder sistemati in luoghi educativi e sicuri i propri figli mentre sono a lavorare, probabilmente a loro volta stretti nella morsa dei sempre più svantaggiosi contratti di lavoro, che siano pubblici o privati.

Dall’altra gli insegnanti, che oramai appartengono loro stessi a questa tipologia di lavoratori, cioè con contratti particolarmente sfavorevoli, rispetto ai loro colleghi del resto d’Europa .

I nostri insegnanti, infatti sono, a parità di ore lavorate, i meno pagati del nostro continente e non di pochi euro.

La differenza va dai 600 euro annuali in meno all’anno all’inizio della carriera, ad arrivare ai 5000 euro annuali, verso la fine di essa (per onestà è giusto specificare, non solo da questa legislatura).

Un insegnante in Italia per arrivare alla massima retribuzione ci impiegherà 35 anni, contro i 24 della media Europea.

Non ci sono più fondi per portare avanti progetti innovativi, spesso non si riesce nemmeno a portare a termine un progettino decente, se non con le proprie risorse, rimettendoci personalmente.

Togliamogli pure le ferie, che molti circoli fanno coincidere con queste chiusure e siamo, anzi, sono, a posto.

Chiudere 3 giorni la scuola è chiaramente un risparmio generale, anche “energeticamente” parlando.

Costerebbe di più tenerle aperte, pagando i supplenti (esistono ancora?) e lasciando che il personale godesse delle ferie, o come altro si chiamino questi giorni, in altri periodi, non coincidenti per tutti, con buona pace delle altrettanto bistrattate famiglie; non tutti hanno i nonni o la possibilità di pagare una baby sitter.

Non so bene se la questione sia solo questa…magari se c’è qualche insegnante in giro per blog ^_*, potrebbe spiegare meglio: gradirei molto avere informazioni che fossero le più chiare possibili.

Il fatto è che, come ritengo giusto protestare per i nostri insindacabili diritti di cittadini, non bisogna dimenticare che ogni “altro lavoratore diverso da noi” ne ha, nel rispetto del contratto di cui, spesso, non ha nemmeno colpa o merito.

E torniamo sempre a scannarci tra di noi poveri dipendenti…eppure non è tra di noi la contesa!

Forse siamo gli unici (genitori e insegnanti) a vivere le stesse difficoltà con i ragazzi e per i ragazzi.


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