Creato da carmen46c il 27/06/2007

CARMEN AULETTA

I ricordi, certi ricordi, sono come tatuaggi, non vanno più via, sono parte della tua anima, della tua vita.

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Vita quotidiana

Post n°13 pubblicato il 02 Luglio 2007 da carmen46c

Lunedì 2 luglio 2007

             Oggi voglio raccontarvi un fatto che mi è accaduto ieri. Forse vi sembrerò una sciocca, ma poiché ho deciso di raccontarmi senza curarmi dell’opinione degli altri, vi dirò in breve quello che mi è successo.

             Erano le 11,00 di mattina e dopo avere svolto alcune faccende domestiche mi stavo preparando per cucinare. Avevo deciso di fare lo spezzatino con i piselli, ma quando sono andata a prendere le cipolle sono rimasta delusa perché  erano finite , questo mi creava un piccolo dilemma. Cosa fare? Rinunciare allo spezzatino con i piselli o chiedere le cipolle alla vicina di casa ?

            Dopo alcuni minuti, mi sono ritrovata a suonare il campanello della vicina, ancora mi chiedevo cosa ci facessi lì, io che sono così riottosa a disturbare i vicini, ma oramai era troppo tardi, quando avevo deciso di tornare indietro, la signora Agnese aveva già aperto la porta.  Così ho cercato di essere disinvolta, anche se, lo confesso, mi sentivo fuori posto,  su quel pianerottolo. 

            Con la signora Agnese, devo dire, ho sempre avuto un rapporto cordiale, anche se in 10 anni di convivenza nello stesso caseggiato , il nostro rapporto consisteva in un saluto educato e frettoloso  sui balconi mentre ci ritrovavamo a stendere il bucato al sole.  Il nostro rapporto non è andato mai oltre questa semplice cortesia tra vicine,  forse il segreto del nostro vivere bene sullo stesso pianerottolo è tutto lì, in quel saluto frettoloso sui balconi e per il resto della giornata ognuna,  rinchiusa tra le sue mura domestiche a svolgere  le proprie faccende.

           << Signora Agnese >> le ho detto << potrebbe farmi la cortesia di darmi due cipolle,  sono rimasta male quando sono andata nella dispensa e non c'erano >>. Potevo anche evitare di darle spiegazioni, ma nel mio intimo volevo giustificare quel fatto insolito per me. << Oh…mi dispiace signora Carmela , le ho finite anche io>> , sul suo viso le leggevo il dispiacere di non potermi accontentare, non so perché, questa cosa mi ha un po’  imbarazzata.

           L’imbarazzo è stato ancora più grande quando la signora,  pur di esaudire la mia richiesta mi ha detto  che sarebbe subito andata ai piani superiori, dalle altre vicine,  a cercare le cipolle per me. Sono rimasta senza parole, non ho fatto neanche in tempo ad impedirglielo, che la signora era già di sopra che chiedeva le cipolle per me, mi sentivo troppo approfittante.

         Non ci crederete, questo piccolo  e grande gesto di benignità umana  ha suscitato in me un’emozione  forte, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi.  Avrei voluto  asciugarmi in fretta le lacrime che mi bagnavano il volto, ma non ho fatto in tempo, la signora Agnese era già lì, che mi porgeva le cipolle e mi diceva: << Che avete signora Carmela? Su…. non fate così>> Io le ho risposto: << non   piango  perché sono triste,  piango perchè per me questo gesto  ha avuto un grande valore>>.

 
 
 
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