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PAOLO SORRENTINO - L'AMICO DI FAMIGLIA

Post n°112 pubblicato il 26 Novembre 2006 da DolceA0
 
Tag: Cinema

L’amico di famiglia è un cammino dentro la vita di un uomo che è sarto di professione e usuraio per tradizione familiare.

Solo, con una madre malata e immobilizzata  provvede ai bisogni degli altri con i suoi capitali, chiusi in mille cassette di sicurezza di una banca.

Alla terza opera (L’uomo in più del 2001 e Le Conseguenze dell’amore, del 2004) Paolo Sorrentino ci propone un argomento piuttosto attuale, appunto quello dell’usura e dell’universo di questo usuraio.

Brutto, sporco e cattivo,  il protagonista Giacomo Rizzo,  .qui repellente fino all’inverosimile (e di più) è sempre in scena e offre una interpretazione molto adeguata del personaggio disegnato per questo film. E’, come nell’opera precedente, un uomo molto solo in cerca di un amore. Ma diversamente dal protagonista di Le conseguenze dell’amore, dove tutto si svolgeva in una linda Lugano, qui si sente il puzzo di necrosi e del malaffare. E già si capisce che non ci saranno chances per lui in quella direzione

immagine

Il film scarta tutte le seduzioni del realismo che la storia offre e si affida, nella messa in scena, alla poetica della metafisica, del simbolismo con punte di iperrealismo. L’ambientazione a Latina e sulle spiagge di Sabaudia è mutuata dai quadri di De Chirico (la figura del protagonista che saltella ripetutamente tra i porticati incombenti di Latina). 

immagine

 I numerosi simboli  presi in prestito, e riadattati, fanno pensare a Bunuel (la suora che cammina per strada con la parabola in mano) oppure alle atmosfere Lynchiane (il ballo nella sala dei cow-boy) a tanti western (le persone sotterrate con la testa fuori dalla sabbia).

immagine

Se solo Sorrentino avesse  scelto di raccontare in modo più diretto, il film, avrebbe avuto anche un valore di denuncia al consumismo e ai finti bisogni indotti che la società ci propina continuamente. Mentre l’impressione è stata di grande artifizio, di uno stile fine a se stesso, che ha raffreddato la vicenda, sospendendola in una irrealtà raggelata verosimile e somigliante al reale cui si riferisce ma che in effetti risulta una sorta di parodia più o meno tragica.  E quando la tragedia poi fa capolino (e anche quil il regista si affida ai simboli della luce) non c’è catarsi, perché l’eroe è in fondo, un eroe di cartone.

Nonostante una curatissima sceneggiatura, una buona colonna sonora, un’interpretazione sorniona di Fabrizio Bentivoglio e carica di aggressività di Laura Chiatti, l’effetto finale è stato quello di aver visto tante piccole clip, slegate tra loro.

Il film in concorso a Cannes 2006 ha diviso la critica. Io sono dalla parte dei immagine

Voto 5+

 
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Commenti al Post:
pensieroinespresso
pensieroinespresso il 26/11/06 alle 22:36 via WEB
Ciao Dolce, grazie per la recensione. Naturalmente mi guarderò bene da andare a vedere questo film. Un abbraccio. Mario
(Rispondi)
 
DolceA0
DolceA0 il 26/11/06 alle 23:00 via WEB
Ciao Mario, nn sai quanto mi dispiace parlare nn bene della ns cinematografia...mi piacerebbe vedere qualcosa che cali un nuovo contenuto in nuove forme, oppure qualcosa che esuli completamente dalla storia per rivolgersi solo agli occhi. Insomma mi sembra una cinematografia troppo consueta, vecchia, nonostante i tentativi. Questo è un tentativo, pregevole, ma nn è riuscito secondo me. Leggi altrove prima di decidere, please... :)
(Rispondi)
Thela_Hun_G
Thela_Hun_G il 27/11/06 alle 11:58 via WEB
Ciao, a me il film ha deluso perché il regista potenzialmente si è trovato con una storia veramente interessante ma... si è perso per strada. In effetti il protagonista è un uomo solo in cerca dell'amore e, come spesso succede in questi casi, l'errore che si commette è pensare che l'amore possa essere trovato. Ci si dimentica che è l'amore che trova noi e non viceversa. Ecco quindi che la storia prende una storia diversa quando il protagonista si innamora (viene innamorato), l'amore come catarsi. Ma la cosa ancora più interessante è la reazione della protagonista femminile, quella sì che sarebbe stata un'audace sceneggiatura, un ritorno alla migliore tradizione tragica, dove Afrodite per redimere un uomo combina qualcosa che va sicuramente al di là delle sue intenzioni, come spesso succede agli dei abbandonati a se stessi... Invece... non dico quello che succede perché magari qualcuno andrà a vedere il film, però la conclusione della storia d'amore scade nel banale... l'atmosfera surreale del film invece non è male Ciao
(Rispondi)
 
DolceA0
DolceA0 il 27/11/06 alle 12:16 via WEB
Ciao Thela, grazie del tuo contributo, smack
(Rispondi)
caluinet
caluinet il 27/11/06 alle 12:59 via WEB
Approfitto dello spazio di A0 per una piccola contro-recensione. Non sul film di Sorrentino che non ho visto ma sulla Foresta dei pugnali volanti, che la legittima proprietaria di questo blog non ha recensito. Due considerazioni. A volte nell'arte orientale manca il senso del ridicolo, per cui l'epica sconfina senza volerlo nel grottesco. Come ci si può emozionare per un'eroina che muore "a rate" e ricorda, più che i drammi lirici, le scenette di Aldo, Giovanni e Giacomo? E poi un pò meno superomismo non avrebbe guastato. Troppe scene di umorismo involontario: l'eroina presunta cieca che corre tra gli alberi, il pugnale nella schiena che appare e scompare, 4 frecce scoccate con un solo tiro e, naturalmente, con mira infallibile. Mi verrebbe da ricordare al regista che si parlava di uomini e donne. Non divinità. Che non suscitano nemmeno ammirazione ma solo risatine...Giudizio di sintesi: ridicolo :-) Scusa per l'invasione di campo! Ciao A0!
(Rispondi)
 
DolceA0
DolceA0 il 27/11/06 alle 13:13 via WEB
Vabbè, tutti quelli che vedono un film pensano solo alla storia e alla verosimiglianza...!!! Non ti preoccupare caluinet, sei nella media dei fruitori di cinema. Inoltre i guerrieri tai sono quasi divinità!!! :P Questo è un film per gli occhi, per i colori, per le suggestioni, per il tipo di inquadrature scelte, per la magia che ha...! Staccati da terra e vola insieme a loro... ma forse nn ne sei capace :) Cmq per chi voglia rendersi conto delle immagini del film questo è il sito: http://www.bimfilm.com/laforestadeipugnalivolanti/
(Rispondi)
caluinet
caluinet il 27/11/06 alle 13:26 via WEB
Se decido di volare preferisco farlo su un volo di prima classe e non su un'aereo sgangherato, tenuto insieme col nastro da pacchi :-)
(Rispondi)
eugeniot
eugeniot il 27/11/06 alle 17:59 via WEB
Penso che gli occhi siano strumenti del cuore. I nostri occhi vedono quello che il nostro cuore vuol vedere. A volte film come La Foresta dei Pugnali Volanti e altri del maestro Zhang Yimou ci inducono a intuire che la realtà è solo un nostro sogno e che possiamo vedere con occhi sognanti altri sogni ;) Un abbraccio a tutti.
(Rispondi)
 
DolceA0
DolceA0 il 27/11/06 alle 23:04 via WEB
si, potrebbe essere tutto un sogno...e, poi, al risveglio?...miu...
(Rispondi)
 
 
eugeniot
eugeniot il 28/11/06 alle 11:15 via WEB
Non volevo dire che è tutto un sogno. Non c'è differenza tra sogno è realtà. La realtà è solo il sogno che vogliamo sognare. Il risveglio? ^_^ è il sogno che decidiamo ogni mattina. ...sogni d'oro a tutti. *
(Rispondi)
watanabe68
watanabe68 il 27/11/06 alle 18:53 via WEB
..questa settimana vado a vederlo e poi ti dico da che parte sto :-) buona serata..BACIO!
(Rispondi)
 
DolceA0
DolceA0 il 27/11/06 alle 22:39 via WEB
sissi, ti aspetto! :)
(Rispondi)
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