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L'ARLECCHINO DELL'ARTE

Post n°369 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da DolceA0
 

"L'artista è un ricettacolo di emozioni venute da ogni parte:

dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una figura che passa, da una tela di ragno.

Perciò l'artista non deve distinguere fra le cose.

Per esse non esistono quarti di nobilità"

Pablo Picasso

Al Complesso del Vittoriano, a Roma, dall'11 ottobre all'8 febbraio sono esposte oltre 180 opere dell'artista. Il periodo preso in considerazione è il ventennio  tra il 1917 e il 1937, anni in cui Picasso sperimentò molti linguaggi che venivano proposti dalle avanguardie di quel momento.

Ho visto il museo a Lui dedicato a Parigi, così come quello di Barcellona.  Sono andata a cercarmi Guernica al museo Reina Sofia di Madrid. L'ho trovato in altre collettive passate per la mia città. Non ho potuto visitare la retrospettiva, dall'artista stesso curata nel 1953 a Roma...ma in quel periodo non c'ero...

Questa volta però, come non mai, mi è balzato agli occhi qualcosa che per i più è senz'altro un'evidenza e che sicuramente avrà trovato fiumi e fiumi di analisi esegetiche negli scritti a lui dedicati da studiosi dell'arte e da critici.

Il punto è questo: Picasso, soprattutto in questo periodo, passa con disinvoltura pittorica dal futurismo, al cubismo, dal surrealismo all'espressionismo, dal neoclassicismo all'astrattismo (o quasi), ritraendo spessissimo figure femminili. Queste donne sono orride, quasi mostruose.  Le destruttura e le frammenta come se fossero figurine di un puzzle mal riuscito

oppure le mostra come delle piovre, accartocciate su loro stesse, in attesa di agguantare la prossima preda

Voi mi direte: l'artista era nel pieno periodo della velocità, del movimento e con i suoi tratti voleva esprimere la diacronia dell'essere. Ok, mi sta bene. Ma allora perchè non ha scelto, quasi mai, modelli maschili? Oppure c'era qualcosa di altro, nonostante  tre matrimoni e le numerose muse ispiratrici, nel rapporto del pittore con le donne, che forse spaventava il nostro artista?

Voi che ne pensate?

 
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PZZSFN
PZZSFN il 16/10/08 alle 12:40 via WEB
premesso che di Picasso non ne so un casso (perdona la battuta idiota ma che rende il senso), la prima cosa che mi viene in mente guardando al quadro con la donna viola è l'immagine primordiale della Grande Dea Madre che nei reperti preistorici viene rappresentata sovradimensionando il seno e le natiche rispetto al resto del corpo. l'espressione del viso mi sembra serena, dormiente, direi protettiva; la tua associazione ad una piovra mi fa venire in mente un mio sogno di qualche anno fa che conteneva l'immagine della piovra ma associata alla sofferenza di un soggetto femminile.
detto questo, l'immagine primordiale della Madre ovviamente influisce sui rapporti di un uomo con le donne, ma in che maniera è puramente soggettivo. in linea di principio un uomo nella sua crescita psichica dovrebbe superare (arricchire) questa immagine e "creare" l'immagine della Donna che incorpora in sé quella della Madre (esempi mitologici sono senz'altro Atena o, meglio ancora, Iside che riuniva in sé il carattere di madre->sorella->sposa). Quando questo non riesce l'immagine materna si trasforma e da protettiva diventa soffocante, mortale. Forse Picasso stava cercando di ricostruire il femminile dentro di sé? Boh.. comunque se la storia dell'immagine materna nell'evoluzione dell'individuo (sia esso uomo o donna) ti interessa dovresti leggere "storia dell'origine della cosicenza" di Neumann, uno dei più autorevoli allievi di Jung. Ciao, Stefano
PS. Il libro ce l'ho...
 
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