Creato da DolceA0 il 28/04/2006
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« THE CRYING LIGHT - ANTON... | COMING HOME » |
Antony si presenta nell’oscurità della Cavea. Il suo pubblico, dopo l’ovazione al momento della sua comparsa, è lì in silenzio pronto ad ascoltarlo. Sappiamo che non è con i Johnsons, anche se almeno uno è lì, seduta tra i musicisti dell’Orchestra Sinfonietta di Roma, e sappiamo pure che è il giorno del suo compleanno, teneramente sottolineato da Antony e calorosamente festeggiato dal pubblico.
Lui appare come una donna brutta e mal vestita, con un gusto che tradisce le sue origini inglesi. Capelli lisci lunghi. Indossa dei pantaloni e una maglia a maniche lunghe, con sopra un’improbabile scamiciata con dei grossi bottoni.
Parte lo show. Antony canta, e la sua voce a tratti colpisce al cuore. E’ talmente malinconica che mi induce quasi un pianto. Oppure è soave, come in una preghiera d’amore. O ancora, è possente come quando diventa l’unico strumento a suonare.
La scelta di questa setlist - i brani non sono così noti e mancano le pietre miliari come ad es. Hope There's Someone e You Are My Sister - è particolare, come il personaggio del resto.
Avere a disposizione un’orchestra di 50 elementi e non usarla quasi mai....!!!
E questo concerto ha l’aria di essere una provocazione. L’orchestra, infatti, ha solo contrappuntato qua e là - con qualche piccolo movimento sonoro, e spesso con l’apporto di un solo strumento o al massimo due (il piano e il violino) - la grandiosa voce di Antony.
Antony, lontano dal pianoforte, incombente e smisurato, al centro del palco sembra a suo agio nel danzare con le mani o con i timbri sonori. Ogni tanto si ferma a dialogare con il pubblico facendo sorridere quelli che riescono a seguire il suo inglese, troppo veloce per me, sic!
Soltanto una volta, non so in quale brano, mi è parso di riconoscere note strumentali minimali alla Nyman che coinvolgevano l’intero staff dei musicisti...con l'effetto di apparire come un ammutinamento dell’orchestra che reclamava il suo spazio!
Certo a distanza di pochi mesi, per il musicista inglese, era complesso presentarsi di nuovo al pubblico romano senza un’idea geniale. Ma la sfida della musica senza musica non è stata vincente, secondo me.
Complessivamente però... sarà stata la calda voce di Antony, sarà stata la leggera brezza romana, sarà stata la compagnia...per me è stata una serata magica!
Voto 6 al concerto 8 al resto!
Vado un po' di giorni in vacanza.
A presto!
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