Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
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Post n°763 pubblicato il 17 Aprile 2012 da claudia.sogno
Trema piano alla luce come un fruscio l'l fievole tatto ti porta per mano la sera filtra nel sole come a bere piccoli sorsi ti calma, addolcisce reclina in veli d'azzurro si curva,respira se t'inginocchi,lei,pare... s'inchinì non ha buchi per i segreti Più volte ho visto qualcuno coi fiori negli occhi,la sera pregare la luce di quando fa giorno anch'io volevo tenerla per Te come tutte le cose anche l'attesa che diventa ritorno così ho messo fiori negli occhi,stasera per Te |
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Della mussola e' impalpabile l'armatura,si fa mussolina la notte però come dell'uovo la pelle dove s'impressiona,a Mussul.
La piu leggera delle citta' che ho vissuto sulla riva del Tigri, nel Diarbek.
Avvolgevo le mie piantine di mussola esposte al sole ma protette dal suo forte calore,
scrivevo sopra le ninive,poesie sottili come trine,preghiere fasciate di garze,filtrate una a una nascoste come bimbi sotto la mussola dalle zanzare.Ninive da portare in Europa su un camion di stoffe in piccole crepe,ferite intimissime senza cuciture ,un film trasparente sotto la pelle,ritratti e atti da donarti nelle pieghe dei giorni sollevando appena un po' di vento di amina,Satyam Shivam Sundaram
Quell'uomo di Hatrac, guidava all'Europa il suo camion,
mogùgnava come un derviscio sa fare, si udì un urlo
Amina scrive,lo fa toccando le corde più tese, incarta ninive di madelaine, in lingua che nessuno potè più parlare
impalpabile seta di ragna
intesse una trama,cattura la luce
una trina ricuce sul monte
lo sfuggire dei blu, gli angeli bianchi
e par tutto cosi fruscioso di ciglia
che par prender mano e dire
guarda come cala sui petali la sera
e non sembra combustibile quel soffio
Il fuoco è chiuso dentro la pietra
in un punto segreto di acqua notturna
E' li che s'ingorga la luce che muore
Li che poi daini e cinghiali vanno a leccare la sete
Li incontrammo nel bosco, su una radura
Li ci mettevamo dei funghi appesi all'orecchio
ruotavamo dentro il gambo, in attesa di sentirne lo scatto
A quel punto l'attesa diventa ritorno
Poi i daini correvano via
inventa la traccia,uovo cremisi del perenne tornare,
nel filo dei sassi la riga bianca di luce
sulla rupe un volteggio,un'acrobazia naturale
i damadama, dalle suole di vento e il mantello come il destino,in radura hanno scambiato il respiro
linfa negli occhi,fruscio per le ciglia la sete
come tenerezza che preme poi i daini correvano via
clik fece il fungo
il vasaio vide una luce
e volle riempire una giara
il profumo di quella voce
era sempre più chiara
Il fioraio aveva due occhi
soavi campane d'amore
innaffiò con tre rintocchi
l'abbraccio del vaso sul fiore
sorrise venere al vespero
grinze degli occhi e del naso
nella sera più scura del nero
l'oculista scoperchiò il vaso
Perturbabile
:)
ma è il vuoto al centro della ruota che fa muovere il carro.
Per fare i vasi si lavora l'argilla,
ma è dal vuoto interno che dipende il loro uso.
In una casa s'aprono porte e finestre: è sempre il vuoto che la rende abitabile.
Le possibilità che l'essere dà
è il non essere che le rende utili"
-Tao Tè Ching-