Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
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Post n°773 pubblicato il 18 Maggio 2012 da claudia.sogno
"Non invano hanno soffiato i venti,
Forse esistono profezie, pronunciate con voce tenue, intime, quelle fedi che si scolpiscono fra le persone, quelle bisbigliate ad un orecchio in lacrime, quelle che vedono un successo negli occhi di qualcuno, o una felicità imminente, quelle che ti leggono dentro ciò che dice la tua scintilla - ma di queste è bene non parlare: esistono sacri troppo sacri o ridicoli da pronunciare... (la parola del giorno è:Profezia;oggi mi hanno detto che venerdì dovrò recarmi a Baku..ecco mi è parsa una pro-fezia) Badu-kube..la città dove soffia l'll vento, manciate di semi di luce che colpiscono l'll viso un khazri burrascoso, chiuso tra montagne come deserti,l'Azerbaijan bianco di neve, lino ebraico, abito di donna caduto tra due solchi di terreno prima dell'alba,dopo la tempesta Avamposti così raccolti assieme da sembrare in lontananza fortezza invalicabile fa volteggiare le parole,la voce precipita in un bisbiglio,un debole sospiro di Mugham regole e improvvisazioni penetrano le valli radure tenere,dove fa più caldo l'll Caucaso è sempre verde . i frutteti degli orti,reticolati che spuntano fuori dalla neve come lunghe litanie acqua che cola come le acque le Bosforo Bakù è distanza, bellezza di lontananza, Al centro del tappeto una donna Parla con l’aria: “Tu non ferisci”, dice, sembra tenere i piedi affondati in mucchi di neve, nelle mani i segni di maggio e tutto ciò che di irripetibile sogna, le scuote l'anima spinta dal cuore che batte soltanto più forte nel bene,nel male sul piatto azzurro del cielo la notte sogna tende le dita,dentro l'anello di Baku si prepara a partire a cercare perfetta, la propria scomparsa
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Visse ai tempi della Rivoluzione francese, ne era tanto entusiasta che voleva che arrivasse e si accendesse persino nel suo paese. Servi e sudditi suoi non capivano perché il loro principe li esortasse a pretendere libertà, uguaglianza e fraternità. Così, lo cacciarono.
Portava nei suoi viaggi un samovar per fare il té. Per tutto il tempo che ha viaggiato, per più di vent'anni, ogni sera il principe beveva il suo té e prima di coricarsi con un sottile smeriglio lucidava quel pomello. Solo il pomello, con grande meticolosità e dedizione. Una cosa senza senso che solo un pazzo può fare. Con gli anni lo smeriglio ha smangiato l'ottone del pomello. Lentamente, molto lentamente, da non accorgersene nemmeno, se non sei tu a farlo sera dopo sera. Infine è venuta la sera che il pomello è diventato della grandezza giusta che aveva in mente il principe. Smangia e smangia per anni e anni, alla fine era quello che ci voleva. Allora il principe pazzo ha staccato dal samovar il vecchio pomello d'ottone che era diventato una lucida pallina, lo ha infilato nella canna della sua pistola, ha preparato l'innesco e se lo è sparato nella tempia.
Nessuna spiegazione scritta o lasciata. Nessuno sa il perchè di quel gesto. Forse pensava che il pomello del samovar fosse il suo orologio, un orologio che caricava tutte le sere alla rovescia. Ben sapendo quando, come, tutto sarebbe finito.
Vi sono profezie che ci appartengono ancor prima di venire al mondo. Attendono il nostro primo passo su questa terra e da lì, come un profumo misterioso, o una melodia magica, ci conducono a nostra insaputa, molto lentamente - anche il tempo sa attendere, quando il premio è la Luce - tra gli incecifrabili labirinti dei giorni e degli eventi, sino al compimento di ciò che già è. Così, la Perfetta, che non deviava il proprio cammino, perchè sapeva senza sapere, che ancora la sua preghiera attendeva la chiesa adatta. Lo sentiva Potocki, il principe tanto erudito e saggio che scelse la "follia" per ingannare la macina del tempo.
Qualcuno con primaverile dolcezza
ha colmato i miei occhi di placida luce.
Ecco, anche questa vivida dolcezza, quella che sa dire le cose mute, è profezia. Un Mugham che pare lamentela, è vita. Incantesimi antichi, come il pane cotto sulla pietra. E fare il pane è come nuotare, come allattare. Come pregare.... Ed è allora che lo sguardo diviene sogno. E' in quell'istante, che tu, con lei, percepite il tutto. Come se la storia naturale del mondo, non potesse andare diversamente. Così è la Bellezza che non si spiega. Sacralità. Profezia.
Io mi studio, mi studio col cuore di serbare
negli occhi il fiore del ciliegio selvatico.
Solo nel ritegno i sentimenti si scaldano
quando una falla rompe il petto.
Insomma parti per il grande Caucaso. Baku non è distante da Tuzla, da dove proveniva la Perfetta. Territori non 'facili', dove un festival musicale non rende certo giustizia alle troppe verità nascoste. E pagate con la vita. ...
In ogni caso, affila la sciabola! Sai mai? Non vorrei scomparissi!!! :)