Amina Narimi

Con le finestre, i balconi, i terrazzi, ho sempre avuto una relazione che attribuisce ai miei pensieri una precisa dimensione. Credo che ogni luogo solleciti una specifica sonorità, piu o meno armonica, piu o meno lieta o greve con la tioplogia dei propri pensieri. Come i pensieri che produci passeggiando, secondo me, sono diversi da quelli di quando stai sotto un predellino ad aspettare l'autobus.
Stoker amava passeggiare in un posto cosi:
"L'arco costiero di Cruden Bay nell'Aberdeenshire, si adagia su una distesa di dune nei cui avvallamenti le alghe marine, ormai secche, il muschio e le violette selvatiche, insieme alla bella Parnassia, si dispongono in un tappeto verde.[..]La prima volta che vidi questo posto me ne innamorai"
Cosi pensò di passarci l'estate, ma non c'erano posti in cui abitare. Trovò una locanda nella zona. Ci tornò l'estate sucessiva, e poi ancora e ancora, finchè decise di comprare un appezzamento e farsela costruire. Un balcone sulla baia
la nascita del sogno
In fondo, i tre pini
Le nubi portano dentro
Il riflesso di luce
la schiuma dell'onda
acciuffate passandoci sopra
quel mare lontano
prima di farne sentire il suono ai tre pini
la risacca sulle mura del palazzo
sciabordio di cristallo sul marmo
Onde felici, per essere libere
Cristalli negli occhi,
rifraggono stroboscopiche
le luci che assorbono nubi
parole scivolano sui declivi
come piccole sfere arrotolano
strisciando sull'erba dei canti
"Mi alzo dal mio lavoro, mi aggrappo al muro e raggiungo la strombatura della finestra. Afferro l'angolo della muratura e mi tiro su, fino ad acquattarmi nell'ampio vano. Il mare, il mare che si estende in lontananza, fin dove riesce ad arrivare il mio sguardo. Lo sguardo finchè mi si offusca la vista, e in quella vaghezza ritrovo la mia visione. La mia anima vola al di la del mare, al di la delle sfavillanti onde, per cercare lei, la mia sposa di un'ora"
dal racconto - La coppa di cristallo - di Stoker