Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
RRWI...
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“La parola è irreversibile, questa è la sua fatalità. Ciò che è stato detto non può più essere modificato, se non aumentandolo: correggere vuol dire qui, stranamente, aggiungere. Parlando non posso mai cancellare, sopprimere, annullare; tutto quel che posso fare è dire «annullo, cancello, rettifico» – insomma, ancora parlare. Chiamerò «balbettio» tale singolarissimo annullamento per via di aggiunte.
Il balbettio è un messaggio due volte mancato: da una parte lo si capisce male, ma dall’ altra, con un certo sforzo, lo si capisce comunque; non è veramente né nella lingua né al di fuori di essa: è un rumore del linguaggio paragonabile a quella serie di crepitii con i quali un motore ci segnala di non essere a punto; è proprio questo il senso del perdere colpi, segno sonoro di un tracollo che si profila nel funzionamento dell’oggetto. Il balbettio (del motore o del soggetto) è, in sostanza, una paura: ho paura di dovermi fermare strada facendo.
(...)
Il brusio è il rumore di ciò che funziona bene. Ne deriva il seguente paradosso: il brusio denota un rumore limite, impossibile, il rumore di ciò che, funzionando alla perfezione, non fa rumore; il brusio è l’evaporazione stessa del rumore: il tenue, il confuso, il tremulo sono percepiti come i segni di un annullamento sonoro.
(...)
E la lingua, può produrre brusio? In quanto parola, sembrerebbe condannata al balbettio; come scrittura, al silenzio e alla distinzione dei segni: in ogni caso, rimane sempre troppo senso perché il linguaggio giunga a un godimento proprio alla sua materia. Ma quel che è impossibile non è inconcepibile: il brusio della lingua forma un’utopia.
(...)
Mi immagino oggi un po’ alla maniera dei Greci antichi, cosi come li descrisse Hegel: interrogavano, sosteneva, con passione e senza stancarsi il brusio delle fronde, delle sorgenti, dei venti, insomma il fremito della Natura, per trovarvi il disegno di un’intelligenza. Ed io interrogo il fremito del senso ascoltando il brusio del linguaggio – di quel linguaggio che è la mia Natura peculiare di uomo moderno.”
luccicano frusciano,gocciolano ...sulla linea del fronte brusii -appena percepibili minuscoli-
reggono la casa ,tra gli alberi
come fiocchi di lana i materassi
la sera
a distanza e indietro
abbandonandosi trovano una fessura
l'apertura,la vena,poi si placano
vicino.
Vieni più vicino a vedere
vedere tra gli alberi trovare la ragazza mentre è possibile
Vieni più vicino e vedere vedere nel buio
basta seguire i tuoi occhi... basta seguire i tuoi occhi
Sento la sua voce chiamando il mio nome
il suono è profondo nel buio
Sento la sua voce e
iniziare a correre
tra gli alberi tra gli alberi tra gli alberi
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LA PREGHIERA DI NARIMI
VERRAI
SORGIVA
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