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Post n°54 pubblicato il 09 Maggio 2008 da eticamedia
prima di uscire, ascolto in tv un programma dedicato al 9 maggio, anniversario della morte di Moro, trent'anni. Un giorno a cui si è pensato tanto, si è detto tanto, si sono fatte fiction nebbiose, prese d'atto insoddisfacenti, riflessioni che girano intorno alle stesse cose. Da tempo, le valutazioni si ripetono simili. E' la memoria, d'accordo, bisogna ripetere per chi non c'era. E quindi, anche stamane non sento fare l'unico nome che farei io: Cossiga. Il picconatore, qualcuno ricorda che era ministro degli interni quando ci fu il caso Moro, si dimise appena lo vide morto, ne ebbe in cambio la più alta onorificenza dello Stato, da cui ha potuto agire in modo energico in tutta la vita successiva della nazioe, che vide l'ascesa di Craxi e tutto il resto. Quando lo vidi assiso sul seggio di Presidente, subito ebbi l'immagine atroce del machiavellismo dello Stato moderno, dell'assassinio politico come una delle chances che si offrono alla scelta. La classe politica sentitamente ringrazia. Un'immagine: chiara, ma certo non basata su nulla. Da allora, mi sono data da fare per cercare nei commenti per capire qualcosa, sulla centralità nella feccenda di Cossiga, per sapere se a quell'immagine rispondesse qualcosa, o se fosse un'illusione ottica. Bene, nonostante si dica da sempre che ci furono incredibili superficialità da parte dello Stato e della polizia (entrambe implicate con Cossiga) - il suo nome è fatto solo in senso documentario, nel ricordo che era lui il ministro degli interni. Non ho potuto capire meglio, semplicemente il problema non esiste. Proverò stamane, con la lettura dei giornali, per vedere se la fortuna di Cossiga è tramontata, se si problematizza il fatto. Non credo. Scrivo questo post perché non mi sono approfondita: tendo ad essere una passionale in politica, il delitto Moro fu per molti una tragedia vissuta con profondità e stupore, per tutto quel che significava. E che si capiva già subito nel senso, anche se non si riusciva a sapere il modo. Era allora il tempo di Berliguer, del Compromesso Storico: tutti si capì subito che era stata sconfitta questa linea politica. Quindi, non ho voluto studiarmi la situazione. Se c'è chi può rispondere alla mia domanda, facendomi notare la mia superficialità, perché vi sono testi che io non ho visto dove la questione Cossiga è stata chiarita in modo soddifsacente: mi fa molto piacere se mi chiarisce le idee. Assolverlo, sapere che quella immagine parlante era un miraggio, non consolerebbe la rabbia politica; ma almeno quella civile, cioè che l'assassinio politico sia ancora oggi un sistema accettato dalla classe politica, anche in paesi a consolidate democrazie, dove gli uomini politici sembrano persone serie. Il che, c'è da dire, era allora. Oggi nei tempi della casta, credo che nessuno, forse, si meraviglierebbe troppo. Ma questa Italia, è nata allora.
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