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QUANDO I VENETI COMBATTEVANO CONTRO L'ITALIA DEGLI INVASORI SAVOIA: LISSA 20 LUGLIO 1866 ORGOGLIO VENETO

 

QUANDO I VENETI COMBATTEVANO CONTRO L'ITALIA DEGLI INVASORI SAVOIA: LISSA 20 LUGLIO 1866 ORGOGLIO VENETO "uomini di ferro su navi di legno hanno vinto degli uomini di legno su navi di ferro"

Austro-veneti contro italiani alla battaglia di Lissa (1866)

La battaglia di Lissa spiegata Antonio Vincenzi.

"Degli uomini di ferro su navi di legno hanno vinto degli uomini di legno su navi di ferro"

 

 

 

Una storiografia seria, priva di pregiudizi, avrebbe dovuto dare il giusto risalto al contributo veneto, anche in termini di vite umane, alla vittoria navale austriaca sulla flotta italiana nella famosa battaglia di Lissa. Nei futuri ma per ora ipotetici, programmi scolastici della scuola veneta, questo fatto dovrà essere adeguatamente illustrato, a riprova perlomeno dell'indifferenza, se non dell'ostilità, che accompagnò il processo dell'unità d'Italia nelle nostre terre.

Ne darò qui alcuni cenni, certo di incuriosire chi ignorasse anche parzialmente lo svolgimento del fatto storico.

Dobbiamo risalire prima, al momento in cui l'Austria prende il pieno possesso dei nostri territori (mi riferisco all'intero ex stato veneto); essa si trova nella necessità di dover allestire  quasi dal nulla una flotta che le garantisca il controllo dell'Adriatico. È naturale che Vienna pensi di sfruttare appieno le tradizioni millenarie di Venezia; quindi gli antichi collegi navali di quest'ultima, verranno sfruttati per formare gli ufficiali della flotta militare e mercantile. Gli equipaggi stessi saranno composti quasi totalmente da Istriani, Dalmati, Veneti di costa. Si saprà approfittare di un affiatamento secolare di queste genti, ancora memori del loro passato "illustre e vittorioso". Proprio a voler significare una continuità, la flotta si chiamerà fino al 1852 "Cesarea Regia Marina Veneziana", continuando a fregiarsi del leone alato.

Da notare che la lingua parlata tra gli ufficiali era, diciamo pure per forza di cose, il veneto, mentre il tedesco si userà solo nella corrispondenza con Vienna. Il veneto sarà anche usato dagli ufficiali di più alto grado nel governo delle navi, fino alla 1^ Guerra mondiale.

Lo stesso Von Tegetthof, comandante a Lissa, parlava il veneto, avendo anche lui preso il brevetto a Venezia.

La marina italiana, all'epoca di Lissa, cercava un riscatto alla poco brillante figura ottenuta dall'armata di terra a Custoza (1866). Era costituita da trentatre navi, divise in tre squadre comprendenti undici corazzate, sette navi di legno, tre cannoniere e altre navi appoggio. Orgoglio e carta vincente italiana doveva essere "L'affondatore", costruito in Inghilterra. Era una corazzata, con torri mobili e uno sperone di otto metri di lunghezza.

La flotta Austriaca, all'epoca dello scontro, era tecnologicamente e numericamente inferiore a quella italiana; il nucleo forte era costituito da sette vecchie corazzate, meno veloci di quelle italiane. In tutto erano ventisei navi e 178 cannoni a canna liscia, contro i 252 cannoni moderni a canna rigata dell'avversario.

Gli italiani stavano tentando di fiaccare la resistenza delle fortificazioni nemiche per sbarcare a Lissa con i loro fanti di marina, finché il 20 luglio la flotta austriaca non colse quella italiana in un momento di totale disorganizzazione, che rifletteva i litigi e lo scarso affiatamento del comando supremo sardo-napoletano. Le navi italiane non riuscirono neanche a schierarsi in formazione di battaglia; mentre l'ammiraglio Carlo Pellion di Persano si sta trasferendo da una nave all'altra e non è in grado di dare ordini, la "Ferdinand Maximillian", ammiraglia austriaca, sperona subitamente il "Re d'Italia" già immobile per un colpo di cannone al timone. Un solo colpo austro veneto, colpisce poi la santa barbara della "Palestro". La nave in pochi drammatici momenti affonda portando con sé duecentocinquanta tra ufficiali e marinai. È a quel punto, raccontano le cronache, che dai petti degli equipaggi veneti, si leva impetuoso e ripetuto il grido di "W SAN MARCO!", ad affermare l'orgoglio di essere gli eredi degni di tante vittorie sotto il millenario gonfalone, al quale dedicano la nuova impresa gloriosa.

Il famoso "Affondatore" , su cui è salito a bordo l'ammiraglio Persano, è lanciato da questi contro la "Kaiser", impossibilitata a manovrare ed in fiamme per un precedente scontro. Un bersaglio così facile è tuttavia impossibile a cogliersi per gli italiani; essi non sanno come manovrare la nuova nave. A questo punto Von Tegetthof dà il segnale di adunata e conclude lo scontro vittorioso.

Gli italiani accusano la perdita di seicentotrenta marinai annegati, oltre a otto morti e quaranta feriti in combattimento. Gli austro veneti contano solo trent'otto morti e centotrent'otto feriti.

Dopo tale splendida vittoria fu concessa da Vienna una medaglia d'oro a Vincenzo Vinello di Pellestrina, timoniere della "Ferdinand Maximillian", che speronò il "Re d'Italia". Altra medaglia d'oro fu concessa a Tommaso Penzo di Chioggia. Ai marinai veneziani furono concesse ben 43 medaglie d'argento, quattro ai rodigini, sei a quelli di Udine.

Per descrivere il loro valore fu coniato il detto: "Degli uomini di ferro su navi di legno hanno vinto degli uomini di legno su navi di ferro". A memoria della vittoria, a Lissa, allora austriaca, fu eretto un monumento con un bel leone dormiente ed i nomi dei caduti austro veneti. Durante l'occupazione italiana di quelle contrade, fra le due guerre, si pensò bene di farlo sparire ed ora esso si trova, eloquente testimonianza del valore veneto, nell'accademia militare di Livorno, in pratica sequestrato alle nostre genti.

Da parte italiana, seguirono all'epoca le solite inchieste, che rivelarono oltre all'incapacità ed all'impreparazione sia di Persano che dei vice comandanti Giovanni Battista Albini e Giuseppe Vacca, il solito giro di tangenti sugli appalti della flotta. Ma questa è una storia che sfocia nell'attualità. 

Antonio Vincenzi

fonte:http://vsg.altervista.org/www/index.php?option=com_content&task=view&id=80&Itemid=38

 

IL MONUMENTO AI CADUTI AUSTRO-VENETI DELLA BATTAGLIA DI LISSA DEL 1866 che oggi si trova nei giardini dell'Accademia Navale di Livorno in quanto dopo l'armistizio del 4 Novembre 1918 viene modificato con la scritta "Italia Vincitrice" e portato in Italia. che schifo Italiani senza vergogna!

 

 

 
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alcidex77
alcidex77 il 04/08/11 alle 15:37 via WEB
Queste pagine di storia vanno raccontate...perche' i Savoia son stati dei criminali politici...altro che unificatori...quella storia che ci hanno fatto studiare alle elementari...andrebbe rivista. W il regno delle due sicilie...
(Rispondi)
 
 
FEDERALISTACONVINTO
FEDERALISTACONVINTO il 06/08/11 alle 23:57 via WEB
il Regno delle due Sicilie fu il primo stato conquistato dai porci dei Savoia per il semplice motivo che era a quel tempo il più ricco e vasto, difficile da difendere e ottimo per finanziare le guerre dei porci Savoia.
(Rispondi)
 
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