Creato da FEDERALISTACONVINTO il 11/05/2006
VENETO . FEDERALISMO . STORIA DEL POPOLO VENETO. VENETO LIBERO. VENETO STATO AUTONOMO. ANTI COMUNISTA. ANTI FASCISTA . CULTURA VENETA.

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APPROVATO LO STATUTO DEL VENETO. OGGI VINCE IL VENETO DELLA GENTE!

 

APPROVATO LO STATUTO. OGGI VINCE IL VENETO DELLA GENTE! 
GRAZIE A QUANTI HANNO LAVORATO PER UN OBBIETTIVO COMUNE A FAVORE DEI CITTADINI

 

 

L'approvazione dello Statuto del Veneto, cioè della carta fondamentale che regolamenta la vita di tutte le istituzioni del nostro territorio e i diritti e i doveri di ciascuno di noi, è un avvenimento storico per il Veneto.


Voglio con forza, con convincimento profondo e con riconoscimento di ruoli e di valori anche personali, ringraziare a uno a uno i consiglieri regionali che hanno consentito questa svolta epocale, i consiglieri che hanno partecipato ai lavori della Commissione, il presidente Carlo Alberto Tesserin, che con capacità, pazienza e grande senso delle istituzioni ha permesso il libero svolgersi del dibattito e ha saputo cucire tra di loro posizioni comprensibilmente diverse. Prezioso il contributo del relatore di minoranza, il consigliere Emilio Reolon, la cui capacità di interpretazione e, qualche volta, di mediazione è stata pari all'acume giuridico che tutti i gruppi gli hanno riconosciuto.

Ancora un ringraziamento lo si deve al Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato perché, dopo un'attesa di 40 anni e dopo alcuni tentativi non andati a buon fine, ha saputo con coraggio lavorare per una soluzione capace di coinvolgere tutto il Consiglio e ciascun consigliere.

A questo proposito, voglio sottolineare il ruolo svolto da tutte le opposizioni, che, pure con accenti diversi, hanno lavorato a un comune obiettivo: rendere migliore la nostra regione, rendere più moderne le nostre istituzioni, riaffermare la centralità e la priorità che i nostri concittadini hanno e devono continuare ad avere rispetto alla vita pubblica e alle proprie capacità individuali. Non hanno prevalso alcune opzioni su altre. Non ha vinto uno schieramento su un altro: oggi e qui vince il Veneto.
Voglio poi ricordare il lavoro, davvero straordinario, dei gruppi di maggioranza e dei capigruppo, che si sono spesi fino all'esaurimento delle proprie forze per un obiettivo che ci eravamo dati e che avevamo definito 'la madre di tutte le battaglie'. Questo Consiglio oggi ha vinto la sua battaglia più importante in ordine alla propria credibilità, alla propria capacità di interpretare il contratto sociale, alla propria legittimazione davanti al corpo elettorale.

Questo Statuto è anche figlio del lavoro dei nostri più importanti esperti di diritto costituzionale, che hanno elaborato, insieme con i tecnici della Regione, un corpo giuridico che di sicuro è destinato a rimanere per molti decenni punto di riferimento per le istituzioni del Veneto, ma, ancor di più, esemplare manifesto di quello Stato moderno, efficace e dunque federalista che è nel cuore di tutto questo Consiglio.
Rispetto al contenuto mi pare fondamentale la sottolineatura di uno Statuto che, unico in Italia, regolamentando la vita delle altre istituzioni territoriali, ambisce ad essere una vera e propria carta fondamentale dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini.
La filosofia cui ci siamo ispirati è convinta di un dato innanzitutto storico e culturale: il nostro Veneto, questa terra antica e dagli altissimi connotati giuridici, pre-esiste rispetto alla figura istituzionale 'Regione', che si mette dunque al servizio di ciò che la precede e che ne informa e ne sostanzia l'esistenza. Questa figura istituzionale ha un sigillo: la vocazione federalista, che nasce dai Comuni e dalle Province e che non si sostituisce mai alla libera iniziativa delle persone, singole o associate.

Sono lieto che nei principi fondamentali di questa carta ci sia il riconoscimento che dobbiamo operare, senza condizioni e senza riserve, a favore di tutti coloro che vivono in questa terra, che hanno investito su questa terra, che con questa terra hanno deciso di avere una relazione speciale e unica. A loro dobbiamo un'attenzione particolare soprattutto nei servizi alla persona e nei servizi a quelle individualità che più hanno bisogno: chi sta cercando un lavoro, chi ha bisogno di una particolare assistenza, chi è malato, chi è solo. Sono davvero contento di vivere in una regione a cui la buona politica oggi è in grado di dare queste garanzie.


L'impianto di questa carta fondamentale che si rivolge a tutti i cittadini del Veneto è di rilevanza epocale perché, in questo momento di disorientamento e persino di collera dei cittadini di fronte ad alcune perversioni in cui è caduta parte della politica, il nostro Statuto anticipa e regolamenta provvedimenti che rappresentano un duro colpo alla cosiddetta 'casta'. Grazie ad essi, possono diventare strutturali interventi economici che, nell'ottica e nella prassi del miglior federalismo, rendono stabili i principi di efficienza, di controllo e di risparmio.

Nello Statuto si parte dalla descrizione analitica dell'organizzazione federalista del Veneto, inteso come un territorio unitario che si dà istituzioni che partono dal basso - i nostri 581 Comuni e le nostre sette Province - e che si autoregolamentano. A 63 anni dalla Costituzione repubblicana, finalmente essa viene interpretata in un alto documento della vita nazionale, in senso federalista. Ciò che finora la prassi centralista aveva precluso, noi attuiamo. Questa è la lezione di uno dei nostri grandi punti di riferimento, Luigi Einaudi. Il primo principio del federalismo è l'ingegneria istituzionale che parte dal Comune e si concretizza in un patto tra pari in cui la parte più vicina al cittadino deve essere messa in grado di svolgere la maggior parte delle funzioni.

Che non si pratichi e non si teorizzi il cosiddetto centralismo regionalista è dato da una visione complessiva in cui viene esplicitato che la Regione si autolimita nell'esercizio del proprio potere. Lo strumento delle nostre istituzioni è il federalismo fiscale, capace di assicurare risorse strumentali ed economiche alle autonomie locali, affinché esse finanzino le proprie funzioni. E noi, che abbiamo predicato i costi standard rispetto a territori e istituzioni disattente e sprecone, rendiamo questa filosofia di relazione con i cittadini norma non transitoria nel territorio che i cittadini ci hanno chiesto di governare. Ciò permetterà un passaggio qualitativo straordinario: radicarci nel principio di efficienza e passare dal controllo delle carte al controllo dell'efficienza."
Nella relazione con il cittadino, a proposito del fisco, ha detto Zaia, "questo Consiglio ha sancito la fine dello Stato borbonico e poliziesco. Regione e contribuente sono su un piano di parità, perché il contribuente ha diritto di essere percepito dall'istituzione come il proprio punto di riferimento, e titolato di buona fede fino a prova contraria.

Che questo Statuto sia una finestra aperta sulla contemporaneità e su ciò che i cittadini ci chiedono è dato anche dal taglio ai costi della politica. Non è stata una battaglia nominalista, su un numero, che sancisse la vittoria di uno schieramento, ma il richiamo forte e chiaro a tutti sul fatto che qui dentro i sovrani sono i cittadini. Su questo si sono mosse sensibilità diverse, ed è stato giusto, onesto e trasparente che esse si siano manifestate a prescindere dai tatticismo del momento. Rispettabile la posizione di chi chiedeva il mantenimento dello statu quo; altrettanto rispettabile la posizione di chi, come il sottoscritto, chiedeva una radicalità nel taglio.

Credo che, tutti insieme, si possa riconoscere che ha prevalso un criterio di riferimento che penalizza i partiti più grandi, che non censura il diritto delle minoranze, che garantisce una libera dialettica. Ma anche che, senza l'indicazione di un obiettivo più stringente, forse non saremmo arrivati a un taglio che riduce di una quindicina di unità il numero complessivo di consiglieri e assessori. È la prima di una serie di norme antisprechi che abbiamo voluto tutti insieme e che caratterizzano la natura profonda di una regione che vuole sentirsi riconosciuta, credibile e vicina nella relazione con i propri cittadini. Due ultime note.

Risposi a suo tempo che avremmo pensato alla nostra montagna, alla provincia di Belluno e in genere alle aree disagiate economicamente della nostra regione. Mi pare significativo il risultato ottenuto dallo Statuto. Infine, mi sembra encomiabile lo sforzo di pensarci come parte di quell'Europa dei popoli a cui sentiamo di appartenere. Così come siamo lontani da un'eurocrazia costosa, lontana dagli interessi della gente, autoreferenziale e scandalosamente antieconomica, così da sempre ci sentiamo veneti ed europei, come questo Statuto sancisce in modo alto e definitivo.

 

post-it del 18/10/2011

http://www.lucazaia.it/it/FONTE: 

 

 
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