FRATTAGLIE..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva |
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Quando non diversamente segnalato, i testi (ad eccezione della poesia "Frattaglie" scritta da un carissimo amico), i disegni e le fotografie presenti in questo blog sono di proprietà delle autrici.
Se vi piacciono, usateli pure, ma abbiate la cortesia di citare i nick.
Grazie. allievadelgabbiano & LaStregaFelice
GIOCO LETTERARIO
FRATTAGLIE
Frattaglie di sogni spezzati,
utopie disperse di un sole
salato e lontano,
come luce pallida
e grigia
di un pianto
che sgorga dal cuore.
Frammenti chiamati
a raccolta
da un raggio
che ancora resiste,
che segue l'istinto
infinito
di ricomporre
i frammenti di un sogno.
LASTREGAFELICE
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Nickname: allievadelgabbiano
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« Elucubrazione di alchimi... | Elucubrazione sull'inferno » |
Elucubrazione sulla povertàLa signora doveva essere statunitense; longilinea, vestita con dei jeans pieni di tasche ed una giacca a vento rossa, molto tecnica, di quelle d’alta montagna, il viso, dai lineamenti aggraziati, non aveva tuttavia, come ci si sarebbe aspettati, un’espressione dolce, ma stranamente severa e gli occhi, d’un azzurro cielo, non erano sorridenti. Aveva un che di strano in lei, sembrava una persona che si trovasse nel posto sbagliato, infastidita da tutto; dal rumore, dalla luce accecante, dagli odori, dal terreno malfermo. La bimba avrà avuto si e no cinque anni…aveva un cappellino, fatto all’uncinetto, arancione con un decoro ed il bordino della tesa bianchi. Tutti, a quelle latitudini, hanno il cappello con la tesa ampia a coprire gli occhi, ad evitare il riverbero accecante. A 4000 metri dal livello del mare, anche in inverno, quando fa freddo, la luce è forte ed il sole cocente…figurarsi poi se quell’altitudine la vivi su di un lago, uno specchio d’acqua grande quasi come tutta l’Umbria, ove l’unico colore che incontri è il blu del cielo che si sposa con quello delle acque profonde. Così, fin da piccino ti ritrovi con le gote arse dal calore, rese aride dal vento freddo e se qualcuno ti accarezza il viso, pensando di incrociare sotto le proprie mani la classica morbidezza della pelle dei bimbi, quella tenerezza che sa di rose e talco, ritrova invece qualche cosa di molto più simile a cartone ricoperto da uno strato sottile di carta vetrata. La signora aprì la borsa firmata, estrasse una matita colorata e la porse alla bimba distendendo il braccio in modo quasi inverosimile: il gesto mi lasciò senza fiato, con un senso di angoscia profonda, e mi rividi, bambina a mia volta, a dare le noccioline alle scimmie dello zoo, allungandole attraverso la recinzione, con una sorta di paura e disgusto, con l’idea che la bestiola, tanto carina all’apparenza, potesse in qualche modo azzannarmi e portarsi via, oltre al frutto gustoso, anche una parte di me. Lo stesso timore, la stessa diffidenza lessi nello sguardo della donna. Ma c’era di più…c’era un senso di superiorità non celato nel suo sguardo, c’era una trasparente soddisfazione che sembrava dire “guardate…guardate il gesto generoso che ho fatto…”.
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