Creato da ugoabate il 31/07/2008
desidero dare a tanti la possibilità di ricevere qualcosa di buono e da Dio la Sua Benedizione.

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TERZULTIMA PARTE

Post n°556 pubblicato il 03 Aprile 2013 da ugoabate

In Comunità vivevamo come in una grande famiglia. Vi erano altri ragazzi, i seminaristi, che studiavano chi ancora alle scuole Superiori, chi, invece, già all’Università: Ingegneria, Medicina, Giurisprudenza ed altre Facoltà, e questi ultimi frequentavano, contemporaneamente, anche gli studi filosofici o quelli teologici, presso l’Università Internazionale S. Tommaso d’Aquino, “Angelicum”, di Roma, Università alla quale mi scrissi anch’io, una volta nella capitale.

Era il 1980.

Noi ragazzi, in tutto ventidue circa, facevamo molto gola a non pochi prelati, considerando che, proprio in quegli anni, molti seminari diocesani erano stati persino chiusi, per mancanza di vocazioni al Sacerdozio.

Le ragazze, cioè le suore, erano ancor più numerose di noi: circa una trentina e le loro attività erano varie: gestione completa di asili nido e di case di riposo, aiuto alle Parrocchie in tutto ciò che concerneva la cura e la pulizia delle Chiese e dei locali dei loro locali, la cura e la pulizia dei paramenti sacri e tutto il settore della cucina e della pulizia della biancheria di tutti i seminaristi, oltre che della propria. Inoltre, alcune di loro studiavano ancora per conseguire diplomi di scuola Superiore e per Maestre d’Asilo. Tutte le spese erano sopportate principalmente dal lavoro di Mamma Ebe: rette universitarie, libri per tutti, benzina per le auto della Comunità, macchine, che a volte qualche laico ci  donava, cibo, vestiario, bolli per le patenti di tutti noi, bolli ed assicurazioni auto, cure mediche. Noi ragazzi non contribuivamo in alcun modo a queste gravose spese, avendo lasciato ogni cosa, mentre le suore, dopo aver tratto dalle entrate per la gestione dei vari asili nido e case di riposo, quando non era persino la stessa Mamma Ebe a provvedere ad integrare quanto mancasse per il sostentamento delle stesse suore dei vari Conventi, costoro davano qualcosa per le spese della Villa di San Baronto, la Casa Madre. Qui, la vita di noi seminaristi e delle suore incominciava con la sveglia alle 6,30: alzata, pulizie personali e, alle 7 in punto ed al suono della Campanella della Comunità, non un minuto in più, tutti nella Cappella della Villa per le Lodi Mattutine, Lettura Spirituale e Meditazione. Il tutto in quarantacinque minuti precisi. Poi, subito tutti in refettorio, per la colazione, molto abbondante, con tre fette di pane, marmellata, burro, miele, cioccolata, a giorni alterni con una colazione salata: prosciutto, salame, mortadella, pomodori. Ciò era voluto dalla Mamma Ebe per la prevenzione delle malattie dismetaboliche, cosa, in effetti, molto esatta scientificamente!

Subito dopo fatta colazione, tutti indistamente, tranne logicamente quel confratello e quella consorella che erano infermi e costretti sulla sedia a rotelle, fu G. e suor C., tutti alle pulizie ed ai lavori di casa: cura dei fiori, cura e pulizia della Cappella, pulizia dei bagni, cura dell’orto, pulizia delle camere. Chi doveva frequentare la scuola, partiva subito alla volta di questa. Dopo le pulizie, per chi restava a casa, a studiare fino alle ore 10. Suor C. era addetta a fare da maestra di matematica a coloro che ne avevano bisogno. Alle 10, al suono di dieci tocchi della campana di casa, tutti in Cappella per un brevissimo momento di preghiera e per la Benedizione per l’offerta della giornata. Poi, ancora a studiare fino alle 11 e, quindi, una breve pausa per una frugale merenda. Poi, ancora studio fino alle 12,30, quando, al suono della campana, ci si radunava in refettorio per il pranzo.

Vi erano 45 minuti a disposizione, come per la cena, e per i primi quindici minuti, durante il pranzo, veniva fatta una lettura spirituale. La Domenica veniva data lettura del Regolamento della Comunità dei religiosi e delle religiose della Pia Unione Opera di Gesù Misericordioso, d’ispirazione francescana e fondata principalmente sulla pratica delle sette Opere di Misericordia Spirituale e delle sette Opere di Misericordia Corporale. Tutti gli altri giorni, invece, la vita di un santo, la storia della Chiesa (il Pastor) ed altre letture spirituali. La lettura veniva poi brevemente commentata tra di noi.

Subito dopo pranzo, finito tutti di sparecchiare, ci si recava di nuovo in Cappella per recitare l’Ora Media. Di poi, ciascuno al proprio compito e, quindi, a studiare. Alle ore 17 una breve pausa per la merenda. Alle 18 in punto, e sempre al suono della campana (la voce di Dio!), tutti in Cappella per la recita del S. Rosario, i Vespri e la S. Messa, celebrata dal Sacerdote della Comunità. La Domenica, per la S. Messa, ci si recava in Parrocchia, mentre, per quelli che abitavano a Roma, in canonica, bastava scendessero giù, nella Chiesa Parrocchiale. Dopo la S. Messa vespertina, in refettorio ad apparecchiare per la cena, che era puntualmente alle ore 20. Dopo cena, tutti insieme a sparecchiare e di nuovo ad apparecchiare per la colazione del mattino del giorno dopo, chi a spazzare il refettorio, chi a lavare i piatti e sistemare la cucina. Tutto doveva ritornare lindo e pulito. Ogni Sabato, proprio a quest’ora, dalle 21 alle 22, c’era un’ora dedicata alla scrittura del Quaderno delle Colpe, una descrizione delle proprie colpe personali fatte durante l’arco della settimana, cosa molto riservata e di esclusiva competenza della Fondatrice e, in sua assenza, del Superiore, per i seminaristi e della Superiora, per le suore. Tale  quaderno era stato voluto dal Signore solo perché la Fondatrice ed i due Superiori fossero aiutati a capire i propri “figli” e poterli così più facilmente aiutare nella vita spirituale. Il Quaderno delle Colpe non sostituiva, assolutamente, il Sacramento della Confessione.

 
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