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Fatemi Scrivere

Trovo molto interessante la mia parte intollerante che mi rende rivoltante

 

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Post N° 178

Post n°178 pubblicato il 12 Novembre 2008 da gers.c

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E’ un periodo strano. Nulla si muove e tutto gira. La vita  mi ruota vorticosamente intorno e io resto ferma. Come quando da bambina i miei durante la festa patronale del mio paese mi compravano il gelato e mi portavano alle giostre. Io restavo puntualmente affascinata nel vedere queste attrazioni per me mastodontiche….tiravo su la testa e osservavo estasiata quel gioco di luci e colori mentre lasciavo inesorabilmente che il gelato si sciogliesse dal cono al polso finendo la sua corsa frenetica sul mio gomito. Io non mi accorgevo di nulla. Guardavo la gente che urlava e si dimenava e mi sembravano dei matti…in più mi sentivo piccola. E avevo paura. Ho sempre avuto paura delle altezze. Mia mamma mi chiedeva se avevo voglia di fare un giro e io piangevo perché mi vergognavo a dirle che avevo una fottuta paura che i seggiolini potessero volare via catapultandomi chissà dove. Ricordo il suo ricordarmi con apprensione la sicurezza con cui queste giostre vengono costruite e poi ci vanno tutti i bambini mi diceva…CI VANNO TUTTI I BAMBINI CARMEN! Ma io non ero, non sono mai stata come tutti i bambini. Lei non lo ha mai capito o forse ha sempre fatto finta. Io mi chiedo oggi…sono mai stata bambina?! Non ho moltissimi ricordi della mia infanzia. Qualcosa inerente il periodo dell’asilo, idem per la scuola elementare tranne lui….Antonio. Antonio è un ragazzo autistico del mio paese. Io l’ho adorato dalla prima volta in cui l’ho visto. Antonio come tutti gli autistici vive in un mondo tutto suo. Antonio è speciale. Ogni tanto lo incontro per strada. Mi fermo, lo abbraccio e lo saluto. Lui mi guarda e non mi risponde. Emette qualche sillaba incomprensibile e mi guarda. Come mi guarda Antonio non mi guarda nessuno. Sento che mi riconosce e che si ricorda di me. Ogni volta che lo incontro mi sembra che peggiori….ogni volta che mi guarda mi sento rinascere. Ha quel non so che negli occhi che mi sconvolge. Credo sia voglia di vivere! Mi fa sentire piccola e stupida. Antonio non cammina….si trascina. Ormai è diventato un piccolo grande uomo. Sempre con le mani sulle orecchie quasi come per non voler sentire. Inconsapevole, assente se non fosse per quegli occhi che brillano. Ogni nostro incontro seppur casuale mi lascia sempre qualcosa dentro. Non so perché ma Antonio mi trasmette gioia,fiducia,coraggio. Se lui ci riesce ad andare avanti perché io non posso?! Ricordo che a scuola veniva deriso,offeso,umiliato per le sue stranezze sia dai suoi compagni che dalla sua insegnante di sostegno. Una vecchia stronza che lo picchiava solo perché Antonio non mangiava il panino con il prosciutto. Lui mangiava prima il prosciutto e dopo il panino. E giù botte da orbi semplicemente perché il panino non si mangia così. Sempre con questi dogmi assurdi che vengono propinati da quelli che si fanno chiamare educatori. Qualche volta l’ho difeso,altre volte mi sono messa in mezzo e alla fine ho rischiato una sospensione perché dissi alla sua insegnante che non era degna di occupare quel posto…tu fai l’alunna e io l’insegnante,lasciami fare il mio mestiere mi disse!!! L’altro giorno è venuta nel mio ufficio per avere delle informazioni. L’avrei cacciata via ma non posso farlo purtroppo. Sono trascorsi circa un 12 13 anni e pur abitando nello stesso posto fortunatamente non ci siamo mai incontrate. Lei mi ha riconosciuto subito. Io ho fatto finta di niente e ho iniziato a spiegarle con voce assolutamente fredda e distaccata quello che mi aveva chiesto. A un certo punto è scoppiata. Il dialogo è stato più o meno questo.

F: ‘ Io mi ricordo di te!’

Io: E allora?!

F: ‘E allora sei stata l’alunna che mi ha fatto soffrire di più’

Io: ‘E’ una vecchia storia. Preferirei non parlarne’.

F: ‘Sai, dopo quell’esperienza con Antonio io sono andata in pensione anticipata. Non ne potevo più’.

Io: ‘Di cosa? Di picchiare i ragazzi disabili perché non sanno mangiare bene un panino oppure perché non ti sanno dire che devono fare la pipì’?’.

F: ‘Quello era il mio mestiere. Insegnare la disciplina. Quando a distanza di anni incontro i miei alunni io sono soddisfatta. Guardati. Sei una donna adesso. Sei cambiata. Sai parlare. Sai fare bene il tuo mestiere. Quasi non l’avrei detto che saresti arrivata qui’.

Io:’E invece…grazie a persone come te ho capito come non volevo essere nella vita e poi a un disabile non si può insegnare la disciplina. Tu non lo riuscivi ad amare Antonio semplicemente perché lui è diverso…diverso ma non per questo peggiore di noi.’

F: ‘Tu pensi che tutto si risolva con l’amore?! Sbagli. Sappi che nella vita non sempre servono le maniere dolci. A volte bisogna andare oltre e tenere la linea dura. Chi ti ha insegnato la disciplina? Si vede che sei una professionista’.

Io: ‘Ti ringrazio per la professionista ma io sono solo una ragazza normale. La disciplina me la sono imposta da sola quando ho capito che dovevo imparare a difendermi dalle persone come te e soprattutto ho dovuto imparare a non temerle’.

F:’ …….(silenzio assoluto)’.

F:’Comunque adesso che ti guardo mi rendo conto che al di la di questa apparenza tu sei e sarai sempre una che si ribella al sistema…eri sempre quella che mi doveva contrastare. Perché non hai manifestato contro il decreto Gelmini?!’.

Io:’Perché non vado più a scuola da un pezzo e perché fondamentalmente concordo con diversi punti del decreto. E poi che tu ci creda o meno io non faccio più parte di quelli che vogliono fare la rivoluzione a tutti i costi.’

F:’Già…tu la rivoluzione la porti dentro di te. Comunque sai che ti dico?! Io oggi ti stimo perché ti sei battuta per qualcosa in cui credevi quel giorno e perché sei una donna oggi.

Io: ‘Grazie e spero nessun rancore’.

F:’Ci mancherebbe. Comunque il contratto lo faccio con te. Ma Antonio lo vedi ancora?’

Io:’Ogni tanto…penso che mi riconosca.’

F:’A me no! Ma tanto non riconosce nessuno quello. Non capisce niente. Mettitelo in testa. Quando mi vede urla come un forsennato’.

Io: ‘Chissà come mai…comunque a proposito di disciplina. Vogliamo stipulare sto contratto’.

F:’Si certo.’

Io:’Adesso non siamo più l’alunna e l’insegnante. Adesso siamo solo Carmen ed F. Ed io come tu stessa mi hai rammentato quel giorno devo fare il mio mestiere’.

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Commenti al Post:
ChildOfMurder
ChildOfMurder il 12/11/08 alle 10:10 via WEB
Solo questo: COMPLIMENTI e un sorriso :)
 
gers.c
gers.c il 12/11/08 alle 10:17 via WEB
:-D Grazie ma complimenti ad Antonio e non a me.
 
Unbrekable
Unbrekable il 12/11/08 alle 10:31 via WEB
Che dirti Carmen... tute le volte che passo di qui e leggo i tuoi post, mi perdo nel tuo mondo... quello che ci diciamo la sera non sempre ti rappresenta come sei... Vorrei riuscire a farti aprire ancora, a conoscere quel mondo che tu, tanto fortemente, cerchi di nascondere a tutti. Spero di aver fatto breccia nella tua barriera, e una volta eliminata anche questa distanza... sono convinto che ci sarà qualcosa di veramente profondo. Ti auguro una buona giornata, e sò che con la tua forza lo sarà... a stasera...
 
 
gers.c
gers.c il 12/11/08 alle 10:45 via WEB
Ehm si! Grazie ma...non faccio nulla la sera io. Sai, all'inizio mica avevo capito chi eri. Mi é venuto un colpo! Buaahahahahahah....adesso ho capito. Dal tuo commento sembrava che chissà che succede la sera. Sei un grande. Buona giornata amico mio.
 
Unbrekable
Unbrekable il 12/11/08 alle 11:34 via WEB
No vabbè... non succede niente la sera... anche se a me sembra diversamente...
 
mbb500
mbb500 il 12/11/08 alle 16:41 via WEB
ho letto questo post e il precedente dopo un pezzetto che non passavo nel tuo mondo...volevo solo dirti che mi sono emozionato molto, ho sempre avuto pure io una voglia pazzesca di aiutare i più deboli e li ho sempre visti come stupendi...e condivido molto tutte queste tue angosce che ti divorano dentro è dura dura dura pure per me, quindi silenziosamente la mano nella spalla da quassù te la appoggio io!ciao
 
nidhoegg
nidhoegg il 20/12/08 alle 17:55 via WEB
La nostra storia è fatta da persone che si sono sempre arrogate il diritto di imporci qualcosa. Che fosse una religione o una semplice forma soggettiva di "educazione". Sei per caso diverso? Allora preparati ad essere costretto a cambiare e ad uniformarti, con la forza, a quello che è "giusto"! Antonio è solo uno dei tanti purtroppo, uno dei simboli di chi è stato vittima della coercizione imposta dalla nostra "civile tradizione"...
 
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