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Spiaggia da primi caldi, affollatissima. Un ragazzino di 10 anni che ti alza un ghibli ogni volta che si muove. Papà insofferente ma che non muove un dito, mamma che di dita ne muove fin troppe ma per spalmarsi la crema e la gente intorno sempre più irritata. Mi avvicino all’acqua; vicino a me una giovane mamma e una bambina sui 3 anni. La donna ha lo sguardo spento, come di una che tra gravidanza e tutto sarà stanca almeno dal 2009. Guardo Paola, la bagnina. 32 anni, due convivenze sbagliate alle spalle e 2 figli da tirar su da sola. In pratica ha sempre a che fare con le vite altrui: sul lavoro le salva, a casa le cresce. “Quando vengo qui mi riposo - mi ha detto oggi trascinando a riva un surf perso da un bagnante inesperto. – Nessuno che mi tormenti per mangiare il gelato alle 10 di mattina, che mi appiccichi la marmellata nei capelli… e fino ad oggi nessuno mi ha nemmeno mai chiesto di tirargli su le mutande dopo che è stato in bagno.” Io rido, tanto lo so che scherza. Se c’è una persona innamorata dei propri figli è proprio lei, Paola. Perché gli amori passano, ma è con i suoi bambini che il sole sorge e tramonta ogni giorno. Ma un pensiero mi attraversa comunque la mente: penso quanto debba essere difficile fare la madre. Figuriamoci la brava madre. Perché non esiste un unico modo per esserlo, delle regole ben precise cui attenersi. Ma solo un ginepraio di eventi in mezzo a cui districarsi cercando di non pensare a quando a tua figlia 15enne, accusata di aver tolto le tonsille al cuginetto 11enne con le cesoie da giardino, risponderà che l’ha fatto perché ha avuto una cattiva madre. Che poi saresti tu. E penso anche che per i padri sia più facile essere migliori di quelli delle generazioni precedenti: già spingere un passeggino è un passo avanti da paura. Ma per le donne no, non è così. Le mamme d’oggi non potranno mai competere con chi ha attraversato una guerra, con le regine delle confetture fatte in casa o con chi ha sfornato figli tra una giornata nei campi e l’altra. Per quanto ci provino, per quanto si sforzino, ne usciranno sempre con le ossa rotte. E penso che il progresso su questo sia ancora parecchio perfettibile. Ciao guys.
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Gentile omaggio di Alberto9 :-)
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Se per le mamme, che devono spesso dividersi tra famiglia e lavoro, è una lotta continua, non credo però che per i Papà sia più facile, come tu affermi, più facile delle mamme sicuramente, ma non più facile rispetto al passato, quando il Padre non discuteva, ma ordinava soltanto e tutti si doveva obbedire, se non per la paura delle punizioni, per l'autorevolezza che derivava dall'essere il capo-famiglia indiscusso.
Oggi bisogna dialogare, essere tolleranti, modulare premi e punizioni con cautela, entrare nella psicologia dei figli, fargli capire le cose senza imporle...e soprattutto non entrare in contrasto con il modo di educare della propria compagna, o cmq. non davanti ai figli.
Per contro, sono sempre più convinto che l'esempio che noi diamo lascerà in loro una specie di terreno fertile su cui crescere e orientare il proprio futuro...Non sempre questo naturalmente è sufficiente, ma è un buon deterrente per la vita che dovranno costruire...
Se con i nostri comportamenti gli abbiamo insegnato, l'onestà, il rispetto per gli altri, la tolleranza, la determinazione nelle loro scelte, i valori fondamentali, l'importanza dei sentimenti, ecc. ecc., ci sono buone probabilità che i figli crescano sani, noi comunque avremo molti meno motivi per colpevolizzarci.<br Bel post, come sempre del resto, quando un po'più quando un po'meno rimani sempre comunque su alti livelli.
Oggi come ieri fa caldo, ma i tuoi scritti sono come una ventata di aria fresca e pulita:-)))).
Ciaooooooooooooo!