Creato da celtic.moon il 16/03/2012

Kissed By The Moon

Baciata dalla Luna

 

 

Questo amore

Post n°15 pubblicato il 17 Marzo 2013 da celtic.moon
 

Questo amore che, troppo spesso, ci getta in seno all'irrazionalità più assurda, questo amore che c'impedisce di pensare con lucidità, questo amore che ci fa stare meravigliosamente bene o ci fa soffrire da cani... Quest'amore che quando ci rapisce non ci abbandona mai, insidiandosi fin negli angoli più reconditi della nostra anima, abitandola, possedendola, invadendola di tormentanti ossessioni.

Sembrerà strano, ma proprio io che sono sempre solita scrivere fiumi di parole e riflessioni d'ogni sorta, non sono capace di parlare d'amore. E sono anche incapace di viverlo pienamente, l'amore, presa come sono dalla mia mania di analizzare, esaminare, cercare dietrologie e significati più o meno intrinsechi nella mia e nell'altrui emotività.
Non so gestire il mio lato più spontaneo e finisco così, ogni volta, col sacrificare alla razionalità ogni qualsivoglia istinto che sia d'origine emotiva o sentimentale.

La verità è che quando si ama si dà alla controparte un potere enorme, un potere che non sempre viene utilizzato in maniera costruttiva, un potere che potrebbe condurre alla sudditanza più totale nei confronti dell'amato.
Ma se la razionalità e il bisogno più o meno inconscio di mantenere il controllo uccidono l'amore, spesso basta una parola, una canzone, una frase liberatoria per lasciar straripare, in un attimo, tutte quelle emozioni soffocate e mai estrinsecate.
E' in quei momenti che l'istinto irrefrenabile d'amare prende il sopravvento, chiedendo d'esser ascoltato. E, seppur solo nello spazio di una lacrima, finalmente si riesce a mettere da parte quella terribile sensazione di caducità e quell'innegabile fragilità cui i sentimenti più veri ci espongono rendendo difficile il riuscire ad amare senza soffrire.

L'amore quali stati d'animo alimenta in voi, e, soprattutto, quali parole vi suggerisce? Esistono dei versi di una poesia o di una canzone o anche solo una melodia che vi sia d'aiuto nell'elaborazione di quel tramestìo di sensazioni contrastanti chiamato appunto "Amore"?



 
 
 

I matti e i poeti fanno la storia...

Post n°14 pubblicato il 02 Febbraio 2013 da celtic.moon
 

 

 

Non abbandonate mai il coraggio d'esser folli poiché in esso, e soltanto in esso, risiedono i desideri più profondi e veri.

 

Celtic Moon


 
 
 

Vi siete mai chiesti quante persone siano necessarie per cambiare una lampadina? Beh, pare dipenda dal Segno Zodiacale…

Post n°13 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da celtic.moon
 

 

• Quanti Ariete sono necessari per cambiare una lampadina?

Solo uno, però ci vogliono molte lampadine.

• Quanti Toro sono necessari per cambiare una lampadina?

Nessuno, al Toro non piace cambiare mai niente.

• Quanti Gemelli sono necessari per cambiare una lampadina?

Due, probabilmente. Aspettano fino al week-end, ma alla fine la lampadina è al centro dell’attenzione, parla tre lingue e dà luce del colore preferito a chi entra nella stanza.

• Quanti Cancro sono necessari per cambiare una lampadina?

Solo uno, ma poi dovrà mettersi in terapia per superare il trauma.

• Quanti Leone sono necessari per cambiare una lampadina?

Un Leone non cambia nessuna lampadina, al massimo la tiene ferma mentre tutto il mondo gira intorno a lui.

• Quanti Vergine sono necessari per cambiare una lampadina?

Allora, vediamo: uno per preparare la lampadina, un altro per prendere nota di quando la lampadina si è fulminata e della data in cui fu acquistata, un altro per decidere di chi è la colpa se la lampadina si è bruciata, altri dieci per ripulire la casa mentre gli altri cambiano la lampadina.

• Quanti Bilancia sono necessari per cambiare una lampadina?

In realtà non saprei, sono indeciso… penso che dipenda da quando la lampadina ha smesso di funzionare. Forse uno solo è sufficiente se si tratta di una lampadina qualsiasi, due se la persona non sa dove trovare una lampadina nuova… ci sono molti dubbi.

• Quanti Scorpione sono necessari per cambiare una lampadina?

Chi può saperlo? Perché volete saperlo? Siete forse della polizia?

• Quanti Sagittario sono necessari per cambiare una lampadina?

Oggi è una splendida giornata di sole, c’è bel tempo, abbiamo tutta la vita davanti e voi vi preoccupate per una stupida lampadina?

• Quanti Capricorno sono necessari per cambiare una lampadina?

Nessuno. I Capricorno non cambiano lampadine se non è assolutamente necessario.

• Quanti Acquario sono necessari per cambiare una lampadina?

Arrivano moltitudini di Acquario entusiasti, in competizione per stabilire chi di loro sarà l’unico capace di ridare la luce al mondo.

• Quanti Pesci sono necessari per cambiare una lampadina?

Perché, è andata via la luce?


(dal web, di Giovanni Pelosini)

 
******************************************

Chiaramente non sono solita affidarmi agli oroscopi, però penso che le stelle e i pianeti, in qualche maniera, influiscano sul nostro modo di essere, anche perché credo non sia un caso che gli appartenenti a determinati segni presentino le medesime caratteristiche riscontrabili per l'appunto in più soggetti differenti.
Forse non è neppure un caso che mi sia sempre innamorata di uomini dello Scorpione, del Sagittario, del Leone ed anche di altri Acquario come me, però ho sposato un Toro con cui ho litigato praticamente ogni giorno di convivenza e pure oltre: unione data per spacciata da ogni astronomo che si rispetti, ed infatti cvd.

Dite che sia tutto frutto del caso? Oppure un po' vi comoda credere che il destino sia scritto nelle stelle? Per la serie: non è vero ma mi piace pensare che lo sia?
E come disse James R. F. Quirk: "Io non credo nell'astrologia. Se ci credessi, sarei un Acquario, e gli Acquari non credono nell'astrologia". Ehm, sarò forse io l'unica eccezione che conferma la regola?
Buon transito del Sole in Acquario a tutti, ad Acquari e non.


 

 
 
 

Non avevo capito niente

Post n°12 pubblicato il 31 Dicembre 2012 da celtic.moon

In questo particolare periodo dell'anno, pare faccia parecchio fico stilare delle liste... e, così, temo non possa esimermi dal mutuare tale abitudine! Ragion per cui mi sa che vi toccherà sorbirvi l'elenco dei miei buoni propositi per il prossimo anno, elenco che, però, mi vedo costretta a dover rimandare perché, al momento, non mi viene in mente assolutamente nulla da ripropormi di fare o non fare... Questo a riprova del fatto che sono proprio una gran brava ragazza, azzo... e a chi non ci crede eritema lo colga ahahahah!
Beh, per salutare questo vecchio anno che scivola via, ho voglia di condividere una riflessione di De Silva che rispecchia in pieno il mio attuale stato emotivo e che fotografa quella sensazione "d'incompiuto" che un po' caratterizza ogni bilancio che si rispetti, o perlomeno i miei personali bilanci.
Auguri, ci si sente l'anno prossimo, nel frattempo fate i bravi! ^_^

"Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati."

Diego De Silva ~ Non avevo capito niente

P.S. Sono lontana da casa, per gli auguri individuali provvederò al mio ritorno.

 
 
 

E prima che il Natale scivoli via...

Post n°11 pubblicato il 25 Dicembre 2012 da celtic.moon

 

Tra bacetti e bacini, tra gesti più o meno sentiti, tra l'ipocrisia dei regali dell'ultim'ora e i sorrisi riciclati e stanchi, c'è sempre un dolore o un moto di stizza.
Talvolta esso è nascosto, taciuto, soffocato per non inquinare il clima di festa tanto caro a certune coscienze lobotomizzate dalle cazzate; altre volte, invece, si manifesta in una smorfia d'insofferenza o in una lacrima impossibile da reprimere.


Ed è proprio in quell'insofferenza e in quel dolore che alberga il vero spirito natalizio, quello che stride con i lustrini dell'albero pagano ed il rosso e il bianco del vecchio e canuto Babbo, inconsapevole testimonial della Coca Cola.
E' a tutti coloro che hanno il coraggio di non rinunciare a quel dolore e a quell'insofferenza che vanno i miei auguri... gli auguri dell'ennesimo Natale che, lentamente, e finalmente, si srotola per scivolare via.

 

 
 
 

Tell me your secrets and ask me your questions, then let's go back to the start. (Chris Martin)

Post n°10 pubblicato il 05 Dicembre 2012 da celtic.moon
 

Reduce da un idilliaco viaggio d'amore, mi ritrovo a fare i conti con numerose quanto inevitabili considerazioni circa i miei trascorsi sentimentali.Probabilmente sono in cerca di un qualche alibi che giustifichi quel passato un tantino affollato di storie che credevo fossero importanti ma che però, nei fatti, si sono rivelate essere nient'altro che una maniera per rifuggire ad una mia personale sofferenza emotiva che non mi permette e non mi ha mai permesso di proiettarmi in una ipotetica condizione di singletudine. Ho infatti sempre temuto anche solo l'idea di dormire in un letto dove non ci sia un corpo a riscaldami, forse perché sono sostanzialmente incapace di camminare da sola oppure perché temo quel gelo dell'anima che, sovente, attanaglia quando si è terrorizzati dall'angoscia di non essere amati.

Ma che si sia trattato d'insicurezza o di mera sete di affetto, importa relativamente. Il punto è che, adesso, mi piacerebbe poter cancellare, in un sol colpo, tutte le convivenze sbagliate, tutti gli amanti lontano dai quali fuggivo via insoddisfatta, i "ti amo" sussurrati, senza convinzione, tra un orgasmo e l'altro, come se quasi si trattasse di un gioco, di uno scambio, un donare l'anima in cambio di un po' di cuore. Ma il cuore e l'anima, la maggior parte delle volte, in quei letti freddi, erano assenti. Al loro posto non v'era che noia, voglia di carezze che ad un tratto trovavo fastidiose e che non riuscivano ad estinguere quella continua sete di sensazioni che, il più delle volte, si rivelavano essere emotivamente deludenti. Probabilmente volevo semplicemente farmi del male, perché, in fondo, c'è vita nel dolore ed anche il dolore può quindi scaldare quando senti il gelo che ti divora dentro.

Gli arrovellamenti, però, incominciano quando t'innamori davvero e, col passare del tempo, ti accorgi che lui è preso quanto te. E ti rendi conto che ti vorrebbe possedere fin nei pensieri più antichi, fin nei ricordi più lontani e, tra un discorso e l'altro, lo vedi struggersi di gelosia per tutte quelle volte che non hai goduto insieme a lui, che non hai pianto per lui, che non dormivi stretta a lui. E vorresti cancellarlo tutto, il tuo passato, essere nata la prima volta che i suoi occhi hanno incrociato i tuoi, vorresti esserti sciolta unicamente nei suoi abbracci perché solo lui è capace di farti impazzire di felicità quando, al culmine della passione, sussurra "ti amo" stringendoti forte, sempre più forte, più forte che può, quasi a volersi fondere, anima e corpo, in una sensazione che va al di là della passione, al di là dell'estasi, al di là anche dell'amore stesso.C'è da impazzire di felicità in quell'attimo che sublima il rapporto in un intreccio di cuori, anime e carne. Ed ogni volta rinasco in quell'abbraccio ed è proprio allora che mi rendo conto di essere sempre stata sua.

 
 
 

E mentre l'estate scivola via...

Post n°9 pubblicato il 21 Settembre 2012 da celtic.moon

..Me ne rimango a fissare l'orizzonte lasciandomi accarezzare i pensieri dall'ultima brezza tiepida che precede l'autunno ormai alle porte.
Resto così, ancora un po', a riordinare i ricordi, a scrollarmi di dosso la solita paura d'esser felice che non mi abbandona mai. E, nel frattempo, i miei occhi cercano di cogliere quel punto indefinito dove il cielo sembra fondersi con il mare, come se facessero all'amore persi in una danza infinita.

Che strana stagione, è l'estate... sembra quasi che rallenti il tempo e che a volte addirittura lo fermi, ha la capacità di cristallizzare emozioni e sapori che rimangono inalterati, immutati, pervasi da dolcissima malinconia. E gli anni si susseguono, inesorabili, sempre più veloci. Tutto passa, svanisce, lasciando spazio ai ricordi che diventano aria, acqua e cuore mentre mi perdo in questo mare a cui non ho mai smesso di pensare, soprattutto quando intorno a me c'era soltanto ghiaccio e gelo e persino il Sole sembrava più lontano e freddo che mai.

Questo mare che mi cura, mi salva, scuote i miei pensieri, mi libera l'anima e la mente... non voglio più lasciarlo, questo mare che troppe volte ho dato per scontato, che troppe volte ho smesso di ascoltare, presa com'ero dal mio continuo girovagare, immersa nel mio frenetico vivere, sempre troppo occupata per potermi sedere e starmene semplicemente a fissare l'ipnotico loop delle onde.
Respiro a pieni polmoni queste ultime boccate di estate e di Sole, consapevole del fatto che nulla sarà più come prima... e che la voce del mare, inquieto come la mia anima, da questo momento in poi, non mi abbandonerà più.

 
 
 

Luoghi che fanno bene all'anima

Post n°8 pubblicato il 21 Settembre 2012 da celtic.moon
 

 

In questi ultimi giorni sono stata veramente bene, ed è raro che mi capiti.
Ci sono luoghi che avvicinano a Dio e conducono ad uno stato di grazia persino le anime inquiete come me.
Rifugiarmi su di un eremo e chiudere tutto il mondo fuori dalla mia esistenza, è l'unico vero sogno della mia vita.

Ma, come diceva Thomas Merton, "nessun uomo è un'isola" e quindi, inevitabilmente, mi ritroverei a dovermi confrontare con me stessa, il ché mi spaventa non poco, mentre, invece, il relazionarmi con gli altri mi consente di capire chi sono specchiandomi negli altrui atteggiamenti senza dovermi necessariamente e dolorosamente scrutarmi dentro.


 
 
 

Di resistenza simbolica ed altre amenità

Post n°7 pubblicato il 21 Settembre 2012 da celtic.moon
 

 

La resistenza simbolica femminile non esiste. Trattasi di mera leggenda metropolitana assimilabile alla storiella degli alligatori che negli States salterebbero fuori dal water. E' un po' come l'avvistamento del bigfoot che scia sulle montagne dell'Oregon, o, ancora, 'ste catzo de caprette che fanno "ciao" ad Heidi perché, oltre all'aria di montagna, 'sta ragazzetta chissà cos'altro inalava.

Insomma: tutte cacchiate! Emerite cavolate divenute mezze verità a furia d'esser tramandate e spacciate come tali.

Eppure non c'è niente di più semplice da capire: un NO è semplicemente un NO! Non ci sono dietrologie intrinseche da cogliere, né significati reconditi occulti da carpire.
NO = NO! That's all!

Ora, mi rendo conto che se si prova a spiegarlo ad uno sasquatch non è che si può pretendere che arrivi a capire di cosa si parli, ed è probabile che quello finisca col credere che quando Heidi si china a cogliere un germoglio da rullare è per farsi montare da un alligatore di passaggio. Ma se gli fai un disegnino, al bigfoot, è possibile che comprenda più di tanti uomini! Scommettiamo?

Dunque, ricapitolando: quando una donna dice NO, vuol dire proprio NO e non "ni" o "forse" oppure "insisti 'ché mi piace" et similari.
Un NO è sempre un NO, inequivocabilmente NO.

Quando invece una donna dice BASTA, è perché s'è proprio rotta li cojoni!


 
 
 

Di masochismi emotivi, bastardate sentimentali ed altre storie

Post n°5 pubblicato il 08 Maggio 2012 da celtic.moon
 

 

 

Mi rendo conto che, a primo acchito, possa sembrare che la stragrande maggioranza di noi donne sia affetta da una sorta di masochismo sentimentale che, inevitabilmente, conduce ad infelicità certa, costante, latente e con fasi acute recidivanti.

Ma vuoi mettere il fascino dell'inafferrabile bastardo, che tiene alla propria libertà più di ogni altra cosa al mondo e che cambia donna più frequentemente dei propri calzini, con il rassicurante, noioso, demotivante pantofolaio che devi ricordarti di spolverare a giorni alterni sennò, con l'umidità, rischia di ricoprisi di muschi e licheni?!


L'istinto del predatore è insito nella natura umana e ciò fa sì che qualsiasi individuo, uomo o donna che sia, s'incapricci quasi sempre della preda più ambita o comunque meno facilmente agguantabile. Ecco perché rimango dell'idea che per far capitolare un puttaniere bisognerebbe fargliela annusare, evitando accuratamente di dargliela fino a farlo scoppiare!

Questo perché gli uomini si annoiano a morte con una donna che sta loro attaccata alle caviglie, sempre accondiscendente, presente, paziente e che si lascia plasmare come creta a seconda delle necessità del maschio di turno, accantonando così i propri personali bisogni.


La bella addormentata può, forse, andar bene per qualche mese, ma, essendo questa più soporifera di una trasmissione di Marzullo sussurrata in una notte che segue ad una colossale sbronza, o si decide di sposarla (perché rassicurante e, quindi, QUASI sicuramente fedele) altrimenti la si rimpiazza con un'emozione dietro l'altra!

Lo stesso discorso, ovviamente, a ruoli invertiti, vale anche per gli uomini.
Ma, in quanto ai bravi ragazzi, penso che, spesso, coloro che si spacciano per tali, in realtà non siano nient'altro che puttanieri mancati sprovvisti dell'indispensabile (?) physique du rôle. E d'ipocrisia, in questo senso, ce n'è veramente tantissima!

Secondo un noto adagio in amore e in guerra tutto sarebbe lecito... beh, in tal caso credo allora che solo i più scaltri siano destinati a sopravvivere! ==> Capisc' a me! ^_^


 

 
 
 

Working Class Hero

Post n°4 pubblicato il 01 Maggio 2012 da celtic.moon
 

 

E' un pezzo di John Lennon a cui sono particolarmente legata, un vero capolavoro che considero il simbolo dell'unica interpretazione degna di nota per quel che concerne il concetto di complementarietà delle varie classi sociali.

""Working Class Hero" sembra il titolo di un quotidiano di quest'oggi, invece il testo di questa canzone risale al 1970: segno evidente che, socialmente parlando, di effettivi progressi non ce ne son stati.

Il senso delle parole di Lennon è stato però spesso distorto poiché l'autore non inneggia ad una omologazione delle varie classi sociali, come invece i più sono portati a credere, ma, in realtà, il suo scopo è quello di dimostrare come l'abbattimento delle differenze socioculturali, ed il conseguente annullamento del concetto d'individuo, altro non sia che l'ennesima mossa strategica per rendere le c.d. masse più facilmente controllabili e, dunque, addomesticabili.

Questa canzone è quindi il triste esempio di come persino una riflessione di questo tipo possa essere manomessa, nel suo senso originario, allo scopo di farne oppio per tutte quelle coscienze fragili che si lasciano manipolare da ideologie che sviliscono la percezione dell'individualità.

Lennon stesso sottolinea come la libertà e l'assenza di suddivisioni in classi sociali siano miti concepiti allo scopo di occultare l'individuale mancanza di controllo sulle proprie vite, mentre la religione, la sessualità sdoganata ovunque e in tutte le salse ed i mass media rappresentano vere e proprie droghe che mirano a smorzare ogni possibile desiderio di mutamento sociale.
La morale è che siamo noi stessi a porci nella condizione di essere controllati con facilità nel momento esatto in cui accettiamo che la nostra immaginazione venga soppressa.

Segue la versione originale di Lennon, ma non ho potuto fare a meno di postare anche la cover dei Green Day e non solo perché si tratta del mio gruppo preferito in assoluto (adoro la chitarra incazzata e la voce graffiante di Billie Joe Armstrong), ma anche e soprattutto per il senso che hanno dato ad un capolavoro di tale portata grazie al loro impegno nella questione del Darfur.

Buon primo maggio a tutti: a lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, casalinghe non retribuite e, soprattutto, a chiunque conosca il senso della fatica vera.


 


 
 
 

Corsi e ricorsi storici (?)

Post n°3 pubblicato il 30 Marzo 2012 da celtic.moon
 

 

Ennio Flaiano, cinquant'anni fa, scriveva così:

"La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria".

Corsi e ricorsi storici o prevedibile degenerazione di una situazione che è da sempre perennemente in bilico?

 

 
 
 

The dark side

Post n°2 pubblicato il 27 Marzo 2012 da celtic.moon
 

 

Partendo dal presupposto che la maggior parte di noi cerca, più o meno, in qualsivoglia circostanza di apparire al meglio, spesso mi chiedo se veniamo "percepiti" per quello che siamo realmente o se, forse, i più abili riescono a rimandare l'immagine esatta di ciò che vorrebbero essere fino a farla propria, dimenticandosi, così, di quale effettivamente sia la propria reale essenza.

I miei dubbi nascono dal fatto che troppe volte mi capita d'imbattermi in persone che indossano maschere, ma che una volta "sgamate" non rivelano poi chissà quale discrepanza tra l'essere e l'apparire, nel senso che non sono come appaiono ma, nel tentativo costante di somigliare alla loro medesima immagine, risultano, in parte, simili ad essa senza però alcuna significativa ed effettiva affinità in tal senso.

No, non è l'allergia stagionale che mi ha dato alla testa! E' la mia passione per il lato oscuro delle cose, degli uomini, della vita, a rendermi indagatrice analitica perennemente volta a sviscerare l'intimo umano.

In fondo non è un mistero che noi tutti siamo ciò che occultiamo, quel magma spesso represso, tenuto giù nelle viscere del nostro essere, quel concentrato di emozioni basiche che ormai riusciamo ad estrinsecare solo attraverso la sessualità.

La nostra vera essenza è scritta nei desideri irrazionali e negli impulsi animali che tentiamo, costantemente, di reprimere per via della cultura occidentale che tende ad omologarci tramutandoci in vere pentole a pressione più o meno finemente cesellate.
Tuttavia se lasciassimo agire indisturbato il nostro "gemello cattivo" sarebbe il caos.

Ed è per questo motivo che m'intrigano le varie religioni orientali: perché, in un certo senso, esse legittimano il "male" che risiede nell'intimo di ogni essere umano.
Non a caso, le divinità induiste sono sempre un misto di benevolenza e malvagità, di gentilezza e di crudeltà, e ciò tende ad "umanizzare" il divino.

L'uomo che non demonizza se stesso considerandosi "essere imperfetto", come invece lo vorrebbero le religioni occidentali, finisce con l'accettare il proprio lato oscuro riuscendo, quindi, a gestirlo in maniera decisamente più consapevole.


 
 
 

Celtica al Vento

Post n°1 pubblicato il 16 Marzo 2012 da celtic.moon
 

 

E in quelle notti in cui mi manchi
ricordati di respirare piano
o m'innamorerò di te profondamente
come non ho fatto mai..
E nel silenzio dei tramonti a oriente
per te più volte ho inseguito
il Sole affinché tornasse..
E la brezza che agitava in noi emozioni ignote
era un dono degli dèi olimpi
come canne al vento sparse le paure
grande come il mare quella d'averti
e poi
non averti più..

via
dalle ripetizioni inutili
dai rituali stupidi
dai suoni rapidi e ossessivi
via
dai sorrisi cinici
dai bianchi camici
dai giorni vuoti e senza motivi

Viviamo in epoche distanti come persone nella folla
che cerchino il calore d'un abbraccio
la mia generazione ha dato al mondo
più ubriachi che poeti o artisti
il tuo tempo è rapido come un torrente in piena
e non pensare a voi sembra innamorarsi
Eppure ancora bruciano le ceneri del fuoco estivo
e le canzoni suonano per noi
le stesse melodie..
Eppure diamo ancora vita al nostro sogno
senza mai guardare indietro come un tempo..
via
dalle ripetizioni inutili
dai rituali stupidi
dai suoni rapidi e ossessivi
via
dai sorrisi cinici
dai bianchi camici
dai giorni vuoti e senza motivi
come stagioni di Vivaldi ed arpa celtica
è il mio desiderio di armonia
e il desiderio mio
non muore..

(Edward Le Fou)

 
 
 

 

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