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UNA MORTE VIOLENTA

Post n°7 pubblicato il 02 Novembre 2006 da pigilli
 

immagine“All’alba del 2 novembre 1975 veniva trovato, abbandonato nel vasto squallore dell’idroscalo di Ostia, a pochi chilometri da Roma, un corpo esanime, un “sacco di stracci” come lo ha definito una testimone oculare, un uomo martoriato, con le ossa spezzate e il volto tumefatto quasi irriconoscibile. La testa fracassata dalle bastonate, il corpo straziato dalle ruote di un’automobile…”  (tratto da Il Castoro di Serafino Murri)    

Siamo nelle vicinanze del mare e quella testa e quel corpo sono di Pier Paolo Pasolini, poeta, romanziere, filologo, critico e regista cinematografico, ma soprattutto colui che ha ridato un volto alle periferie romane, le cosiddette borgate, e voce al sottoproletariato urbano, restituendogli dignità e ragione di esistere. Regalando emozioni e momenti di vita vera. Ed è stato trucidato su una specie di campo di calcio abbandonato, a lui che piaceva così tanto giocare a pallone…

“È morto un poeta – urlò Moravia dopo la sua morte – e di poeti veri nella storia ne nascono uno o due ogni cent’anni!”. È triste ricordarsi di Pasolini solamente in occasione dell’anniversario della sua morte, perché magari rientrando a casa tardi e accedendo il televisore rivediamo la faccia malandrina e butterata di Accattone o quella bonaria e inconfondibile di Mamma Roma.

Dal romanzo “Una vita violenta”:

Il “Quo Vadis” era bello lungo, e quando che finì e Tommaso e Irene uscirono dal “Garbatella”, era già scuro che pareva notte alta. Il baretto sulla piazzetta davanti al cinema luccicava come un brillocco, con tutti i suoi tubetti al neon, e la Garbatella intorno era un mucchio di luci sperse nella notte. Le cricche dei giovanotti erano aumentate, e chi a cavalcioni di un motorino si preparava a andare dentro Roma, e chi ci tornava, tutti schiamazzando e facendo il quarantotto.

 
Rispondi al commento:
don_juan_70
don_juan_70 il 02/11/06 alle 11:19 via WEB
Ciao, sì, hai ragione.. ci si ricorda di Pasolini solo in occasione dell'anniversario della sua partenza, dimentichi, per il resto di quanto ha fatto prima di partire.. un saluto e grazie, comunque, per averci dato memoria..
 
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