TraLeStelleDell'OrsaLa Luce di Mizar |
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MATERA BY NIGHT
Le suggestive foto dei Sassi che vedete in questo box sono state scattate da Gerardo Fornataro, che mi onora della possibilità di arricchire e valorizzare il mio blog con i suoi lavori.
Grazie Gerardo.
« Giorni dispari | Avete presente... » |
Le foto che posto oggi risalgono a qualche settimana fa, esattamente al giorno dopo la mia visita al parco eolico di Grottole durante il lungo week end del 1° Maggio.
Questa volta però, invece di pubblicarle semplicemete voglio raccontarvele, portarvi con me...
Quel mattino, di buon ora, decisi di andare in uno de luoghi meno frequentati qui nei paraggi, il fondo della Gravina di Matera. Le Gravine sono erosioni geologiche, simili ai canyon, che spaccano l'altopiano murgico in più punti. Non è difficile che sul loro fondo scorrano piccoli corsi d'acqua, a carattere torrentizio, che hanno favorito il sorgere di insediamenti umani di vario tipo fin dalla preistoria, come testimoniano diversi reperti venuti alla luce risalenti al paleolitico, alcuni dei quali sono custoditi nel Museo archeologico nazionale "Domenico Ridola", o i villaggi trincerati del neolitico.
...dopo aver lasciato la macchina in un punto conosciuto dai materani come Madonna delle Vergini, per la piccola chiesa rupestre che vi sorge (una delle circa 150 censite fin'ora nella murgia materana), comincio la discesa, non prima ovviamente di aver goduto del panorama...
La mia intenzione è di raggiungere la sommità di quella collina rocciosa che si intravede sul lato destro della foto e che sembra fare da spartiacque all'interno della gravina, anche se oggi il torrente ne la lamibisce solo su un lato.
Di tanto in tanto mi fermo per cogliere qualche qualche scorcio, questo ad esempio mi ha colpito per la bellezza dei colori della vegetazione e delle formazioni rocciose...
..e tra una foto ed uno scivolone, eccomi arrivato... ci sono angoli in cui sembra che il tempo si sia fermato...
Per la destinazione finale dovrei andare verso destra, ma visto che ho tutta la mattinata a disposizione decido di fare prima una passeggiata, andando verso sinistra.
Nascosta da una dozzina di alberi da frutto, sotto una parete rocciosa che la minaccia da secoli, ecco la vecchia chiesetta della Madona di Monteverde, aihmé in rovina.
Mi trovo più o meno alle spalle di questa gola, attraverso la quale scorre il torrente Jesce (del quale vi ho parlato in questo post), che pochi metri più avanti confluisce nel torrente Gravina... le ennesime immagini di schiuma e rifiuti ve le risparmio.
Torno indietro seguendo a distanza il percorso del torrente. Raggiungo un sentiero appena accennato che si arrampica su quella formazione rocciosa, il mio punto d'arrivo è proprio lassù. Ma prima c'è qualcosa che voglio farvi vedere...
Il percorso non è per niente facile e dove il sentiero sembra confondersi tra le rocce non posso far altro che salire per dritto. All'arrivo un leggero fiatone mi convince a sedermi su una prominenza rocciosa per riprendere fiato, e ne vale la pena...
Mi trattengo un'oretta, non è un caso se sono venuto fin quassù (il perché lo vedrete in un prossimo post) e quando decido di tornare il cielo è ormai coperto ed è quasi ora di pranzo. Meglio che mi sbrighi...
Ridiscendo e risalgo dall'altra parte, per raggiungere la macchina. Un po' di fatica non rischia di togliere il piacere di visitare questi luoghi magari non molto accessibili, ma forse per questo più sugggestivi... un ultimo sguardo indietro...
...ed un inusuale modello fa da soggetto per lìultimo scatto.
INFO
AREA PERSONALE
MIZAR
Zeta Ursae Majoris
Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.
I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.
Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.
Ed io non le conosco tutte...
VIAGGIO VERSO L'ORSA...
...attraverso un mondo, dighiaccio apparente.
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lacio drom
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il 28/06/2018 alle 13:04
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