Mina 1958 - 2011

1993 - Mina canta i Beatles

Una sorpresa nella tarda primavera di giugno, ormai vicini all’estate, è stato questo Mina canta i Beatles nel 1993. Mina rende omaggio al repertorio dei Fab Four di Liverpool e, come intitola il quotidiano La Stampa, brilla il capolavoro. Questo lavoro sui Beatles si divide sostanzialmente in due parti. La prima parte è quella dedicata alle nuove interpretazioni. Si parte con una soffusa e dolcissima Something, già affrontata nell’album della scimmia ma qui rispolverata con nuova grazia ed eleganza. Atmosfera da sagra paesana per l’inizio di Let it be, che si trasforma poi in un rock travolgente in linea con l’originale. The fool on the hill, magnifica sorpresa, intrisa di una soavità e di un intervento vocale suadente impareggiabile. Anche l’arrangiamento brilla per la varia coloritura che Massimiliano Pani è riuscito a donare al brano. When I’m 64 è perfetta: quell’atmosfera un po’ retrò che Mina riesce perfettamente a ricreare con la sola potenza della voce (si pensi a Il plaid nel 1989 o alla coda di Crazy nel 1994). Tragicamente ricca, sentita, meravigliosamente melodrammatica è The long and winding road, mentre chiude la parte nuova una intimissima versione del capolavoro Yesterday. La seconda parte del lavoro comprende brani del repertorio beatlesiano affrontati da Mina nel passato discografico e riproposti nella loro versione originaria: abbiamo perciò modo di riascoltare la polifonica versione di Michelle dall’album Plurale, la grandiosa Hey Jude di Catene, la plurilodata versione con arrangiamento di Mario Robbiani di She’s leaving home dall’album Kyrie, la delicatissima (e personalmente amatissima) versione, sempre da Plurale, di My love, per concludere con la euforica e potentissima Oh, darling dal più recente Uiallalla. La copertina, come molti avranno notato, è ispirata all’album Revolver degli stessi Beatles, in versione mazziniana: tante piccole Mine (alcune recenti addirittura) intrecciate tra quattro diverse prospettive del viso di Mina disegnata e arricchito da altri occhi sul trucco delle palpebre. Così non potevamo dire che il disco non ci guardava dalla vetrina.