Mina 1958 - 2011

2001 - Sconcerto

La primavera del 2001, dopo lo shock su Internet, continua con SCONCERTO. Dopo anni di rinvii finalmente esce il lavoro dedicato al repertorio di Domenico Modugno. Da evidenziare subito la bella copertina, con Mina in elegante abito da sera e i musicisti in impeccabile smoking: una serie di scatto risalenti a qualche anno prima, ma che comunque rendono l’idea dell’allegria e dello spirito di gruppo tra la cantante e i suoi collaboratori. Il libretto interno è invece corredato dalle foto scattate durante la registrazione di Mina in studio: una quantità formidabile di immagini, primi piani, foto in movimento in cui si testimonia l’intenso lavoro di preparazione di un lavoro negli studi GSU. L’album si apre con Tu si’ ‘na cosa grande: abbiamo già avuto modo di parlare della grandiosa resa della voce di Mina in questa canzone. La lunghissima nota iniziale con le dita che si librano nell’aria per contare il tempo, la tragica intensità dell’interpretazione espressa nei versi, cantati comodamente seduta. Strettamente legata alla versione video rimane anche Pasqualino Marajà: versione divertente , giocosa e ricca di passaggi veloci e precisi. Resta cu’ mme diventa una canzone quasi notturna,dalle atmosfere molto soffici ed estive, rallentata rispetto alla versione originale. In Amara terra mia è struggente l’atmosfera iniziale che ci regala Mina con il solo accompagnamento della chitarra: l’ingresso dei violini aggiunge poi una maggiore solennità alla canzone, senza far scordare quel meraviglioso effetto iniziale.

Notte di luna calante grazie all’eleganza del jazz di cui è intrisa, diventa anch’essa una canzone molto estiva, che sa di serata tranquilla di fronte al mare. Con La donna riccia, viene affrontato ancora il repertorio più ironico dell’artista pugliese: e Mina si diverte ad affrontare le difficoltà della lingua siciliana con voce acutissima e divertita, giocando sul finale con i musicisti in velocità e divertimento. Personalmente non ho mai amato molto la canzone Dio, come ti amo e anche in questo caso è quella che meno apprezzo: la versione di Mina è sicuramente impreziosita da musicisti che si dimostrano sempre di una bravura sublime e anche lei, se fosse il caso di ripeterlo, conferma se stessa. Bella l’atmosfera sussurrata e notturna di Strada ‘nfosa che anticipa il gran tris d’assi del finale. Ormai anche per Come hai fatto restano un punto di riferimento essenziale le immagini di Mina che, di fronte ai violini diretti da Gianni Ferrio, incanta con la sua voce, libera le note dell’aria regalandoci una grazia insuperabile ed imitabile. La lontananza, diventa una graziosa bossanova orecchiabile e gustosa, mentre il brano di chiusura Nel blu, dipinto di blu, canzone identificata come pietra miliare nello sviluppo della canzone italiana, vista da sempre come punto di riferimento di un’epoca, viene solamente accennata e le sue note si chiudono nel chiacchiericcio divertito e familiare dello studio.