Creato da ShamanaInteriore il 25/06/2007

Madre Terra

Appunti sul Mito della Dea Madre

 

Ultimi Commenti

lightdew
lightdew il 10/08/10 alle 07:21 via WEB
stupendo scritto, che troppo spesso dimentichiamo..
un augurio sincero di buon compleanno, sorella dew
 
marcalia1
marcalia1 il 04/09/09 alle 16:43 via WEB
Il nome di vesica piscis, “vaso” o “recipiente del pesce”, dato dagli antichi al genitale femminile, è dovuto principalmente al fatto che in condizioni di scarsa igiene la vagina emette un odore pungente simile al pesce andato a male. Il pesce è comunque un attributo del Femminile: Iside, Afrodite e Freya, nei loro aspetti sessuali, attengono a questo simbolo. Significativamente, sulla cuspide del duomo di Orvieto, la Madonna assunta tra gli angeli è racchiusa dentro la vesica piscis (mosaico di Buccio Leonardelli), che enfatizza il suo principio generativo sessuale. La vesica piscis è anche affine alla mandorla, che ugualmente è un simbolo yonico: nel culto della Magna Mater una mandorla fu l’agente fecondante che rese possibile la nascita virginale del dio Attis, quanto a sottolineare la capacità femminile di autogenerare. Non a caso poi in greco “pesce” e “grembo”, “utero”, erano sinonimi: delphus (cfr. l’italiano delfino) significava ambedue le cose. In origine l’oracolo di Delfi apparteneva alla dea-pesce degli abissi conosciuta sotto il nome pre-ellenico di Temi, spesso incarnata in un grande pesce, come la balena o il delfino. Sicché Derceto, ossia “Balena di Der”, fu il titolo della dea-pesce babilonese Der, il prototipo mitologico della balena riferita al mito del Giona biblico, come rappresentazione del Grande Pesce che divorava e quindi resuscitava il dio solare Oanes, cioè Joannes (Giona). La dea sumera Nina, protettrice delle acque, era raffigurata nei panni di una fanciulla che aveva come emblema il pesce. Kwan-yin, divinità femminile cinese della Misericordia e della Salvezza, si raffigura mentre sta sopra, o regge, un pesce. Ed a Roma, Afrodite Salacia era celebrata con il grembo brulicante di pesci in qualità di spirito femminile degli abissi marini.
 
marcalia1
marcalia1 il 04/09/09 alle 16:37 via WEB
Blog interessante, afferente alle mie attività di ricerca. Mi prendo la libertà, però, di osservare che la Dea Madre NON è un mito: semmai un archetipo che ha da sempre agito a livello inconscio. Mito, tutt'al più, lo è diventato con l'evoluzione della coscienza religiosa, prima di essere scalzata dal Dyaus Pitar. In effetti la questione è complessa, perché nei misteri primordiali doveva esistere nella psiche una configurazione "magica" della donna, resa in termini cosmci come Grande Madre. La Grande Dea, o Dea Madre, presuppone al contrario già un concetto religioso sviluppato, sulla base di una criterio femminile inconscio. Personalmente ritengo che il mito ad essa propriamente attribuibile sia nel rapporto dea-paredro, il che è comunque situabile in una fase molto avanzata del sentimento religioso (si pensi anche all'immagine cristiana della Vergine col Figlio in braccio). In ogni caso, queste sono disquisizioni puramente intellettuali. Ciò che conta rimarcare, ed il suo blog lo manifesta molto bene, è che fin dal paleolitico la donna era superiore all'uomo. Ella perdeva sangue ad ogni luna nuova eppure non moriva; ella partoriva creature simili ad essa senza che se ne capisse la ragione; ella, dopo la "scoperta" dell'agricoltura coltivava la terra che aiutava, con la sua sapienza di genitrice, a germogliare; ella poi accudiva il fuoco della capanna di frasche, insinuando inconsapevolmente una prima forma di aggregazione domestica. Tutti i postulati sul matriarcato, le ipotesi sul totemismo, i dogmi sulla verginità divina, le "superstitiones" sulle pietre feconde, sulla couvade ed in genere sulle più arcaiche credenze umane sorgono essenzialmente da questo periodo (meta)storico in cui alla donna veniva riconosciuta una potenza sconsiderata. Se si presume infine che anche linguistamente la prima sillaba emessa dall'essere umano è *MA, allora comprendiamo come la donna, in virtù del parto, sia tuttora onnipresente nei miti e nei culti diversificati del mondo.
 
swala_simba
swala_simba il 27/08/09 alle 10:49 via WEB
un saluto in volo :)))))
 
rickytre
rickytre il 13/08/09 alle 19:05 via WEB
Buona serata!! Ricky
 
ShamanaInteriore
ShamanaInteriore il 13/08/09 alle 17:16 via WEB
Grazie del suggerimento :D
 
ShamanaInteriore
ShamanaInteriore il 13/08/09 alle 17:08 via WEB
Si si si e ancora si! Bacione Swala :D
 
swala_simba
swala_simba il 10/08/09 alle 08:18 via WEB
buongiorno Shamana...
grazie per questa citazione..
sottolineo: se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore...
 
ShamanaInteriore
ShamanaInteriore il 18/06/09 alle 19:43 via WEB
Ciao Ragazze! :D
 
Lucedoriente23
Lucedoriente23 il 22/04/09 alle 17:37 via WEB
Hai letto "il sentiero della Dea" di P. Curott? se sì che ne pensi? niente di profondo, ma contiene dei bei messaggi a saperli cogliere... Belli i tuoi post...condivido Ciao, Bruna
 

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Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sara’ riempito.
Puoi essere spinto in giu’.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno puo’ impedirti
di levare il tuo cuore
verso il cielo -
soltanto tu.
E’ nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da cio’ venne,
ancora non ascolta.

Clarissa Pinkola Estés
“Il giardiniere dell’anima”




 

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IL CANTO DEL TEMPO

 

Io fui Guerriero. Il mio braccio era forte, il mio passo veloce, il mio respiro quello del cervo quando lo inseguivo.
Il mio cuore quello del cinghiale quando lo stanavo.
Il mio occhio quello dell'aquila perchè non avevo limiti.
Ora la mia spada è sepolta e il mio sonno tra le pietre ruba al vento il ricordo dei canti e delle battaglie.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nella terra - con il mio Tempo.

Io fui Druido. La mia mente era forte, la mia fede luminosa, la mia sapienza come pozzo profondo e mai prosciugato.
La mia magia come musica nell'armonia degli elementi.
Ora la mia arpa è sepolta e il mio sonno tra gli alberi ruba al cielo il ricordo delle stelle.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nell'aria - con il mio Tempo.

Io fui Donna. La mia anima era forte, il mio sorriso l'aurora distesa sul fianco dei monti.
Il mio respiro rugiada sull'erba di Beltane.
I miei fianchi la soglia nella sacra notte di Samhain.
Ora la mia chioma si è fatta vento per cullare il sonno del guerriero, e i miei occhi sono stelle per vegliare il riposo del sapiente.
E io sto - nell'universo - a custodire il Tempo.

(Mariangela Cerrino)

 
 

AREA PERSONALE

 

VIAGGIO



Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimentofermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola,
tu, ricco
dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


(Costantino Kavafis)

 
 

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