Creato da ShamanaInteriore il 25/06/2007

Madre Terra

Appunti sul Mito della Dea Madre

 

 

« Un essere naturale e selvaggio Ogni donna  »

La Dea Vite 

Foto di ShamanaInteriore

In principio fu una donna, la dea Vite della saga di Gilgamesh. Poi fu la volta di Orotalt e infine del greco Dioniso. Ecco la storia nascosta nel grappolo d’uva ...

A fine pasto noi italiani ci facciamo spesso conquistare dagli acini d’uva, possibilmente accompagnati da un saporito formaggio grana, mentre sorseggiamo uno o più bicchieri di buon vino, bianco o rosso che sia.
Nel bel paese non abbiamo davvero che l’imbarazzo della scelta: tutto merito di Bacco? Non proprio…

Ben prima che il culto del dio prendesse piede presso i Romani, la vite e il suo frutto erano venerati. Certo, direte voi, gli dei romani vengono pari pari da quelli greci: non è quindi una grande scoperta che, a Roma, Bacco abbia preso il posto di Dioniso, il più giovane figlio immortale dell’olimpico Zeus. Ma in realtà questo culto ha origini ben più remote. Già i Sumeri adoravano una dea nota come Dea Vite o Madre Vite. Viene perfino citata nella saga di Gilgamesh: è a questa divinità femminile intenta a mescere il vino che l’eroe si rivolge per chiedere come conquistare l’immortalità. La vite quindi come simbolo di gioventù e vita eterna. Ma la vite è anche albero della conoscenza: nel corpo di leggi ebraiche non scritte, ma tramandate oralmente, questa pianta è il simbolo della scienza del bene e del male. È una sorta di albero cosmico: avvolge i cieli dove le stelle sono i suoi acini.
E sempre rimanendo nella zona della mezza luna fertile, Erodoto ricorda che gli Arabi adoravano un dio dei grappoli chiamato Orotalt. Presso gli Ittiti si chiamava invece Dulukbaba. Ma senz’altro la divinità a noi più nota è il greco Dioniso. Un culto il suo, badate bene, che ha però un origine cretese. Nell’isola sono infatti state rinvenute tracce di un diffuso culto del vino connesso a quello del toro, l'animale che è uno dei simboli di Dioniso che giungeva alle sue fedeli con “impetuoso piede di toro”: le sue baccanti che, durante le cerimonie, invase dal dio, ne invocavano e cantavano la presenza riproducendo il mitico corteo di sileni, satiri e ninfe. E questo avveniva più volte all’anno perché il ciclo delle celebrazioni in onore del Dio aveva tre momenti, che allegoricamente richiamavano la sua nascita, morte e resurrezione. Si iniziava a dicembre con le dionisie rurali in cui si assaggiava e mesceva il vino. Poi a gennaio si svolgeva nell’agorà di Atene la cerimonia della nascita del vino che richiamava la nascita di Dioniso dalla coscia di Zeus. E in primavera si celebravano le Anthesteria, tre giorni in cui si ricordava il suo ritorno dagli inferi: secondo una leggenda Dionisio fu infatti fatto a pezzi e le sue membra bruciate, ma da quelle ceneri crebbe una pianta, la sacra vite appunto. I cui frutti noi ancor oggi gustiamo.

Fonte: Il Piatto Ride

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

FEED RSS

Madre Terra
 

TERRITORI SELVAGGI

 

THANKS SWALA!


E a mia volta lo assegno a Nuanda
:D

 

ONLINE

hit  counter
 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: ShamanaInteriore
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 112
Prov: EE
 

GHOST DANCE



Rifiutati di cadere.
Se non puoi rifiutarti di cadere,
rifiutati di restare a terra.
Se non puoi rifiutarti di restare a terra,
leva il tuo cuore verso il cielo,
e come un accattone affamato,
chiedi che venga riempito,
e sara’ riempito.
Puoi essere spinto in giu’.
Ti può essere impedito di risollevarti.
Ma nessuno puo’ impedirti
di levare il tuo cuore
verso il cielo -
soltanto tu.
E’ nel pieno della sofferenza
che tanto si fa chiaro.
Colui che dice che nulla di buono
da cio’ venne,
ancora non ascolta.

Clarissa Pinkola Estés
“Il giardiniere dell’anima”




 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

IL CANTO DEL TEMPO

 

Io fui Guerriero. Il mio braccio era forte, il mio passo veloce, il mio respiro quello del cervo quando lo inseguivo.
Il mio cuore quello del cinghiale quando lo stanavo.
Il mio occhio quello dell'aquila perchè non avevo limiti.
Ora la mia spada è sepolta e il mio sonno tra le pietre ruba al vento il ricordo dei canti e delle battaglie.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nella terra - con il mio Tempo.

Io fui Druido. La mia mente era forte, la mia fede luminosa, la mia sapienza come pozzo profondo e mai prosciugato.
La mia magia come musica nell'armonia degli elementi.
Ora la mia arpa è sepolta e il mio sonno tra gli alberi ruba al cielo il ricordo delle stelle.
Ma profonde radici mi legano.
E io sto - nell'aria - con il mio Tempo.

Io fui Donna. La mia anima era forte, il mio sorriso l'aurora distesa sul fianco dei monti.
Il mio respiro rugiada sull'erba di Beltane.
I miei fianchi la soglia nella sacra notte di Samhain.
Ora la mia chioma si è fatta vento per cullare il sonno del guerriero, e i miei occhi sono stelle per vegliare il riposo del sapiente.
E io sto - nell'universo - a custodire il Tempo.

(Mariangela Cerrino)

 
 

AREA PERSONALE

 

VIAGGIO



Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimentofermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola,
tu, ricco
dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


(Costantino Kavafis)

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ULTIME VISITE AL BLOG

miriade159utopiafollecarmeng84katiagangemibarbararas1968ILARY.85shivasal16ylenia.cinelkatma.2frenk660BlueLady0peocercaventolapiramide75myrkoxfede.ale2005
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie!
Inviato da: mamie
il 26/01/2014 alle 10:58
 
Grazie!
Inviato da: flo
il 26/01/2014 alle 10:57
 
Grazie!
Inviato da: doris
il 26/01/2014 alle 10:57
 
Grazie!
Inviato da: tony
il 26/01/2014 alle 10:57
 
Grazie!
Inviato da: Lulu
il 26/01/2014 alle 10:56
 
 

MOTHER GODDESS

















 
 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

MOTHER EARTH













 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963