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CONSAPEVOLEZZA

Post n°3770 pubblicato il 05 Aprile 2016 da maria.carrassi
 

 

 

Nella vita mentale e spirituale dell'umanità vi sono tre grandi Stadi, e come il bambino passa, nel periodo prenatale, da tutti gli stadi fisici e da tutte le forme che ha attraversato l'Umanità nei lunghi periodi della sua evoluzione, così ogni uomo attraversa i vari stadi dell'evoluzione mentale e spirituale della razza umana. Egli però passa soltanto attraverso quei gradi che conducono al punto di sviluppo che, seguendo l'evoluzione, ha pienamente conseguito. Se appartiene al primo Stadio, potrà raggiungere soltanto questo; se appartiene al secondo, vi giungerà passando attraverso il primo. Se è un'Anima giunta al terzo Stadio vi perverrà di nuovo, passando, sia pur rapidamente, attraverso il primo ed il secondo.


Spieghiamo ora che cosa siano questi tre Stadi

 Il primo Stadio corrisponde a quel livello di vita in cui predomina la mente istintiva poiché l'Intelletto non è ancora giunto ad un sufficiente sviluppo per affermarsi pienamente, e l'esistenza di una Mente Spirituale è appena riconosciuta. E' lo stadio in cui si trovano le razze primitive ed i bambini e nel quale tutto l'interesse è rivolto alla vita fisica. La mente non si occupa che del cibo, della casa e delle soddisfazioni dei sensi. Regna fra questi popoli primitivi una certa libertà e democrazia e nell'individuo manca completamente quel senso di superiorità esclusiva che lo induce a ritenersi migliore di un altro. Ciò rende la loro vita più facile e più felice di quella degli uomini che hanno conseguito il 'secondo Stadio.

Ignorando, o quasi, il peccato, seguono generalmente senza esitare i propri desideri. Hanno una specie di istintiva credenza in un Potere Superiore, ma non se ne preoccupano molto, né immaginano che certe cerimonie ed osservanze riescano gradite alla Divinità e che il tralasciarle ne provochi la collera. Non si danno pensiero delle possibilità della propria « salvazione» e sono istintivamente inclini a credere che la Potenza che si prende cura di loro in 'questa vita, farà altrettanto nell'altra.


Il secondo Stadio segna l'inizio del predominio dell'Intelletto. La Mente dell'uomo comincia a risvegliarsi all'idea del <Bene » e del « Male ». Egli riconosce un misterioso « qualche cosa » proveniente da un livello mentale ancora più elevato, il quale lo fa vergognare di certi suoi atti egoistici, mentre le azioni altruistiche da lui compiute gli procurano un senso di soddisfazione e di pace. Ma non è tutto: l'Intelletto comincia ad inventare cose « buone» e cose « cattive ». Preti e profeti si ergono a proclamare che certe cose (specialmente il dono dei propri beni al Tempio) sono « buone » e riescono gradite alla Divinità, e che altre (per es. il rifiutarsi di frequentare il Tempio e di contribuire al suo mantenimento) sono «cattive» e punite da Dio. Gli uni e gli altri inventano Cieli, che assecondano i desideri dei loro seguaci, ed Inferni pieni di quelle cose che gli uomini più temono.

Sette e Credi sorgono numerosi, e in base al concetto che coloro i quali dissentono da una particolare concezione di Dio sono contro Dio e Suoi nemici, e debbono quindi da Lui essere puniti, castighi severissimi vengono minacciati contro quelli che appartengono ad una sètta piuttosto che ad un'altra. Spesso anzi gli uomini preferiscono alleggerire Dio di tale compito, incaricandosene essi stessi. Chi si trova a questo Stadio è, generalmente, un fanatico. Certi giorni vengono dichiarati « sacri »  certi luoghi più sacri di altri. Alcune razze, alcuni individui vengono affermati « eletti » e favoriti da Dio, mentre è avverso a tutti gli altri. Solo un esiguo numero di uomini si salverà, mentre tutti gli altri Figli di Dio sono destinati alla punizione e alla dannazione eterna. Il timore, la gelosia, l'antagonismo e la separatività regnano sovrani, tanto da annientare, quasi, il concetto dell'Amore Divino. La Fratellanza fra gli uomini non è che una parola vuota di senso, a questo stadio, e se qualche sentimento fraterno sussiste, si limita verso coloro che appartengono al medesimo credo.

Gli uomini appartenenti al terzo Stadio riconoscono che in tutte le forme di Religione vi è del buono e trovano quindi difficile seguire le dottrine necessariamente limitate di una sola Religione. Essi scorgono l'Assoluto adorato e riconosciuto in tutte le concezioni della Divinità espresse dalla mente umana: dall'Idolo di pietra, alla più alta nozione di Dio, dalle varie Chiese, in cui la differenza deriva solo dal diverso grado di sviluppo spirituale dei vari individui, poiché via via che l'uomo evolve anche il suo concetto di Dio si fa più vasto, giacché altro non è che l'idea di se stesso magnificata. Infatti la concezione di Dio dell'uomo progredito è priva di qualsiasi significato ed interesse per il selvaggio, allo stesso modo che il Dio del selvaggio non ha alcuna attrattiva per l'uomo già avanti sul Sentiero evolutivo. Ognuno fa del suo meglio, secondo il proprio grado di sviluppo.
Uno scrittore ha espresso abilmente questo concetto con le seguenti parole: « Il Dio d'un uomo è l'uomo stesso nella sua migliore espressione; il suo diavolo è pure lui stesso nella sua espressione peggiore ». Ma i «diavoli» vanno scomparendo, mentre l'idea di Dio si estende e si afferma sempre più.
Il contrassegno fondamentale dell'uomo appartenente al terzo Stadio è la coscienza dell'Unità del Tutto; per lui tutto il mondo è vivente, permeato di intelligenza a vari gradi di manifestazione. Egli può identificarsi con tutta la Vita sentendosi in contatto con la Natura in tutte le sue forme, in ognuna delle quali ritrova qualche elemento di se stesso, riconosce una certa, corrispondenza con qualcosa che è in lui. Ciò non significa che eglì si senta sanguinario come una tigre, vano come un pavone, velenoso come un serpente, pur sapendo che gli attributi di ogni animale sono in lui, padroneggiati e governati dal suo più alto « SE' », ma pur sempre in lui. Per conseguenza può comprendere gli animali e quegli uomini in cui le caratteristiche animalesche sono ancora evidenti, li compatisce, ne sente pena ma, pur riconoscendo che quelle loro qualità sono indesiderabili e dannose, non li condanna né li respinge. Anche gli attributi della vita superiore egli sente presenti in sé, ed è consapevole della propria evoluzione e del proprio sviluppo che lo condurranno alla piena identificazione con più alte forme di vita. Sente pulsare in sé la grande Vita Universale, che è anche la sua vita. E mentre ogni senso di separazione svanisce, la coscienza della sua identità con Tutta la Vita gli dà un senso di sicurezza che esclude la possibilità di qualsiasi timore così che egli affronta l'oggi ed il domani senza paura

(da Mabel Collins - La luce sul sentiero)

 

 
 
 
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