L’altro giorno ero in macchina, e mentre riflettevo sulla vita, l’universo e tutto quanto, ho fatto una sconcertante scoperta. Esistono dei luoghi particolari, in cui il tempo scorre ad una velocità diversa dal normale. Luoghi che si aprono su spazi interdimensionali, in cui il flusso dello spaziotempo viene alterato, dove per fare qualcosa che dura 5 minuti, sparisce improvvisamente mezzora. Luoghi come l’autogrill, o il bagno di una donna.
La chiave di questa scoperta, la proverbiale “mela di Newton”, è stata la mia ultima trasferta in Toscana.
Ero sull’Appennino, in viaggio da un paio d’ore, quando decido di fermarmi a bere un caffè. Scendo dalla macchina, prendo un caffè, non faccio nemmeno un salto in bagno (perché va bene tutto, ma i cessi dell’autogrill, ne faccio volentieri a meno) e poi risalgo in macchina. Quando accendo il navigatore, scopro che mezz’ora si è volatilizzata. Un’operazione che si è svolta in al massimo 5 minuti, e tanto mezz’ora intera era sparita nel nulla cosmico, senza lasciare traccia, e senza che me ne accorgessi minimamente.
Realizzata l’enormità della cosa, mi sono accorto che ogni volta che entro in Autogrill, improvvisamente il mio tempo di viaggio aumenta di mezzora. Dopo averci tanto pensato, sono arrivato all’unica spiegazione possibile: l’autogrill si trova all’interno di uno spazio interdimensionale, in cui il tempo scorre ad una velocità diversa.
Se partiamo dal presupposto che gli spazi interdimensionali esistono per davvero, allora tutto ha improvvisamente più senso. Senza contare che si spiegherebbero molti altri strani fenomeni altrimenti incomprensibili, come la durata infinitesimale della pausa caffè, i vuoti di memoria causati dal divano, e soprattutto i ritardi colossali di una donna che entra in bagno per truccarsi.
La macchinetta del caffè in ufficio è il luogo in cui una pausa di un quarto d’ora, viene ridotta istantaneamente ad una manciata di secondi. Voglio dire, ti alzi, fai 10 metri per andare alla macchinetta, infili la chiavetta, prendi il caffè e ritorni alla scrivania, e improvvisamente è già ora di ricominciare. Il caffè è ancora caldo, nemmeno l’hai bevuto, ed è già trascorso un quarto d’ora. Una nuova definizione di “caffè lungo”. E non è che col ristretto ci si mette tanto di meno.
Il divano del salotto è un altro luogo in cui il tempo semplicemente sparisce nel nulla. Metti che devi uscire una sera con le amiche, di rientro dal lavoro mangi, lavi i piatti, poi sai che devi fare la doccia e scegliere i vestiti. Guardi l’orologio e vedi che hai un buon margine di anticipo, quindi decidi di sederti un attimo sul divano. Fra il momento in cui ti siedi e l’istante successivo, in cui controlli l’orologio nuovamente per vedere se sei davvero così in anticipo, passa immediatamente un quarto d’ora. Se per caso fai il gesto di toccare il telecomando, sei già in ritardo di 10 minuti per la doccia. Una cosa istantanea.
Ma soprattutto, il bagno di una donna. Nel momento in cui una donna dice “sono pronta fra 5 minuti” ed entra in bagno per truccarsi, spalanca una voragine nel continuum spaziotemporale, e fuoriesce tre quarti d’ora dopo che deve ancora pettinarsi. Ora, io non mi trucco, per cui non ho idea di quanto ci voglia, però vedere che tre quarti d’ora spariscono nel nulla, presuppone indiscutibilmente l’esistenza di una distorsione nello spaziotempo. Non c’è altra spiegazione.
Certo, qualche ingenuo potrebbe dire non si tratta di distorsioni spaziotemporali, ma di semplici contrattempi. Però non è pensabile che tutti questi contrattempi accadano tutte le santissime volte, e in così tanti posti diversi. È una questione di rasoio di Occam, a parità di fattori, la spiegazione più semplice è quella da preferire. Piuttosto che ipotizzare infiniti contrattempi che si ripetono sempre nei soliti posti, è più semplice accettare il fatto che in quei posti, il tempo scorre diversamente. È una questione di logica.
Tuttavia, se gli spazi interdimensionali spiegano tanti fenomeni, c’è purtroppo anche il rovescio della medaglia. Ad esempio, che se vuoi fare la pausa caffè, è meglio se non prendi il caffè, e che se vuoi uscire la sera con le amiche, ti conviene stare alla larga dal divano. Ma la cosa che mi scoccia più di tutte, è che non puoi nemmeno lamentarti quando “sono pronta in 5 minuti” si trasforma in un’attesa di almeno tre quarti d’ora.
Che uno dice, va bene gli spazi interdimensionali, ma vaffanculo, anche.
Inviato da: dio
il 02/11/2022 alle 22:13
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il 29/10/2022 alle 20:30
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il 21/10/2020 alle 10:34
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il 11/10/2019 alle 11:30
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il 27/09/2017 alle 13:00