Mr Nice Guy

Da ragazzo ho fatto un sacco di sport, però superati i trent’anni il tempo libero diminuisce, il divano diventa sempre più invitante e la voglia di andare in palestra cala. Inevitabilmente, prima o poi arrivano i dolori a schiena e spalle. Così, di tanto in tanto vado in palestra un mesetto a rimettere in sesto le articolazioni. Ogni volta che ci torno, però, le donne che ci trovo mi lasciano di sale. Al punto che quest’anno, piuttosto mi tengo i dolori fino a marzo.

Sarà che io in palestra ci vado solamente quando devo, e cioè quando i dolori si fanno così fastidiosi che poi non dormo, ma non posso fare a meno di stupirmi del campionario femminile che mi si presenta ogni volta. Ad andarci fra gennaio e febbraio, tra l’altro, si trova il pacchetto completo, comprensivo anche delle “pentite”. Quelle che dopo essersi scafate cotechini e pandori come se piovesse, poi gli vengono i sensi di colpa, e come proposito per l’anno nuovo decidono di andare in palestra.

Che poi, a fare una classificazione delle donne in palestra, verrebbero fuori alcune tipologie ben distinte, ognuna caratterizzata da un comportamento assolutamente inconfondibile. Si va da quella che cerca di perdere 30 kg camminando sul tapis roulant a passo di lumaca fino alla fissata con gli addominali scolpiti, passando per la babbiona lampadata con il coordinato fucsia che si sente una sventola da capogiro. Senza dimenticare la ventenne esibizionista, con la tutina stile Domopak e il trucco da discoteca, che campa ad uno yogurt al giorno e utilizza gli attrezzi scarichi, perchè guai a sudare. Tuttavia, due tipologie di donne mi lasciano sempre a bocca aperta: le pentite e le fissate.

Le pentite le vedi a gennaio e febbraio, appena terminate le vacanze di Natale. Le riconosci dai vestiti nuovi, comprati per l’occasione, dall’impaccio nell’usare gli attrezzi, e dal fatto che in un’ora di palestra, fanno 50 minuti di pause. Travolte dai sensi di colpa per gli eccessi natalizi, a capodanno decidono che loro devono dimagrire, e che l’unico modo è andare in palestra. Quindi si fanno l’abbonamento per tre mesi, ci vanno 5 volte fra gennaio e febbraio, e poi smettono. A luglio si fanno due settimane di dieta tisanoreica, e te le ritrovi l’anno dopo, forse, a gennaio.

Le fissate invece sono quelle con i capelli raccolti a balla di fieno, pantaloncini e maglietta che hanno visto più lavatrici che giornate di sole, e talmente magre che a stringerle sembra di toccare un pezzo di cartilagine. Loro non fumano, non bevono e fanno una dieta speciale, che ne so, proteica, macrobiotica o direttamente la dieta sportiva, perchè la forma fisica è tutto. Poi sono femminili come uno sturalavandini, ma il loro ideale di bellezza è quello della linea zero: zero pancia, zero tette, zero culo. Una taglia 38 le fa godere come nessun uomo presente, passato o futuro.

Sarà che a me le donne piacciono con le curve, ma ogni volta che vedo questi soggetti, mi domando cos’abbiano che non gli funziona nella testa. Come facciano a non capire che per un uomo, uno vero, non un metrosexual o un esteta dalla libido sottozero, non c’è niente di meglio che afferrare un bel culotto pieno o dei bei fianchi generosi mentre si fa l’amore. Per quale motivo, insomma, se hanno le curve le vogliano raddrizzare, e se non ce le hanno, si ostinino a prosciugarsi come degli stoccafissi.

Ora, io lo capisco che, come dicono sempre tutti quanti, l’importante è piacersi. Se una si piace modello attaccapanni, e ad un’altra vengono i sensi di colpa per via di qualche chilo messo su durante le feste, per l’amor di Dio, che facciano pure. Tanto ti rispondono sempre che loro “lo fanno per se stesse, mica per gli altri”. Però, ogni volta che sento una risposta del genere, ci sono sempre due cose che mi restano in gola, e non dico mai per evitare di far la figura del solito maschilista sessuomane.

La prima, è che se una donna non mangia una bistecca, non beve un bicchiere di vino e non ha nemmeno culo e tette, poi sembra pure stronza. E allora non c’è veramente niente da salvare. La seconda, è che una caviglia ossuta che ti batte sulla spalla o dietro l’orecchio, un ginocchio appuntito che ti scava il fianco e un’anca spigolosa che ti si pianta nella pancia, stroncano un’erezione più in fretta di una puntata di “Chi l’ha visto” con sottofondo di Radio Maria. Quindi, a tutte quelle che sono fissate con la palestra, o che fra i propositi dell’anno nuovo hanno deciso di andarci, voglio dire solo questo: quando si sbatte da qualche parte, è meglio sbattere sul morbido.

Non so se mi spiego.