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Post n°130 pubblicato il 14 Marzo 2013 da Mr.Nice.Guy
È incredibile la facilità con la quale sono scivolato nuovamente nella piccola routine del blogger. Nuovo file word con i post (quello vecchio è nell’altro computer), e via a scrivere scemenze con una naturalezza che non sospettavo. Nelle scemenze, non nello scrivere. Una volta una mia amica ha detto che tenere un blog è come andare in bicicletta, puoi essere un po’ arrugginito, ma non ti scordi mai come si fa. Invece io ho la sensazione che si prova quando ti infili un paio di comodi e vecchi stivali. Sono confortevoli, li hai portati tanto, tu li conosci e loro ti conoscono. Sai alla perfezione che effetto ti fa camminarci dentro, perché ti piaceva, anche se te l’eri dimenticato. Ti fanno stare bene. E avere un blog è anche questo: una cosa che ti fa stare bene, perché ti prendi il lusso incredibile di stare comodo, alla faccia delle apparenze. Da quando ho ricominciato a scribacchiare da queste parti, mi accorgo di aver ripreso in blocco tutte le mie piccole fissazioni. Tutte, dall’orario di pubblicazione al contrassegnare i post in base al loro stato di completamento e pubblicazione. Tanto per dirne una, ho sempre avuto l’abitudine di scrivere i post in anticipo, di riordinarli, e di contrassegnarli fra “pubblicato”, “finito”, “da scrivere” e “da completare”. Nel momento in cui sto scrivendo ci sono 4 post in attesa di pubblicazione, 2 da scrivere e questo qui, contrassegnato come “da completare”. Certo, mi rendo conto da solo che il concetto di blog dovrebbe essere quello di un diario online, ma io l’ho sempre vissuta diversamente. Anche se ho fatto lunghe pause, per me è sempre stata una pubblicazione periodica a cadenza quotidiana, dal lunedì al venerdì. Raccontare la mia giornata non mi è mai venuto bene. Sono uno di quelli che quando gli chiedi “cosa hai fatto oggi” ti rispondono “il solito”, e alla domanda “com’è andata al lavoro”, possono scegliere fra “bene” ed un grugnito. A seconda di come è andata, tanto per capirci. I resoconti delle mie trasferte poi sono sempre uguali: è stata lunga, ho mangiato tanto, tutto sommato mi sono divertito, sono stanco. Tra l’altro, mi domando come facciano le donne a ricordarsi per filo e per segno le conversazioni, riportandole parola per parola e senza tralasciare le osservazioni in simultanea, che nemmeno un DVD col commento del regista. Io al massimo mi ricordo se ho detto una cazzata veramente fotonica, di cui mi pentirò per anni a venire e che mi farà sentire uno stupido per il resto dei miei giorni. Che certe volte, ancora mi pento di cazzate che ho detto quando avevo 15 anni. Non che questo mi sia servito di lezione, vista la quantità che continuo a dirne, ma che diamine, non si può avere tutto nella vita. Però se qualcosa mi colpisce, quella me la ricordo per qualche ora. Tolta qualche rara occasione, poi, non sono mai conversazioni, ma piccoli pensieri che hanno bisogno di svilupparsi. Allora me li appunto, e quando mi viene di scriverci qualcosa, ce la scrivo. Quando dicevo che il criceto nella mia testa corre all’impazzata, mi riferivo a questo. Se non gli do la possibilità di correre su uno di questi pensierini, va a finire che sprofondo in elucubrazioni metafisiche sulla vita, l’universo e tutto quanto. O magari mi rompo o mi deprimo, che è peggio. Anzi, fossero solo elucubrazioni, magari ci camperei pure, ma come sopra, non è che si può avere tutto. Cazzarola, certe volte nemmeno abbastanza, ma oh! che vi devo dire? Quindi diciamo che per me è una specie di “workaround”. Quando una cosa non la puoi risolvere, puoi trovare un modo efficiente per girarci intorno. Qualche giorno fa, dicevo alla Alessandra che una delle cose che mi piace di essere blogger è l’anonimato. Poi fra di noi blogger ci si conosce tutti, prima o poi, ma comunque abbiamo la libertà di dire quello che ci passa nella testa, senza filtri e senza il timore di far figure strane. Scrivessi queste cose su facebook, credo che tre quarti delle persone mi guarderebbero come un alieno. Qui no. Forse un po’ perché siamo tutti alieni, e forse anche perché qui siamo tutti sinceri. E credo di non poter esprimere questo pensiero, meglio di come abbia fatto Paola (aka crazyinlove_2008) in un suo post di qualche tempo fa: Si, perchè nella realtà molte volte fingiamo... nel virtuale no, siamo sempre noi stesse anche se a volte fingiamo di non esserlo.
Piesse: oggi sono in trasferta ad Ancona e domani a Firenze. Non vi offendete se non rispondo ai commenti :)
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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