Mr Nice Guy

Se un giorno un Dio veterotestamentario, animato dalla furia vendicatrice, deciderà di abbattere la sua mano onnipotente sulla società, e venisse da me a domandarmi su quale idolo pagano scaricare la propria Ira distruttiva, io non avrei un attimo di esitazione. I SUV. E tutti i loro proprietari, dal primo all’ultimo, nessuno escluso. Un’ecatombe globale, un fuoco purificatore, la Giustizia Divina fatta azione, per riportare il genere umano sulla Retta Via.

Al di là del fatto che anche da un punto di vista ambientale, nonché umano e civile, sarebbe molto più rapido e sicuro rispetto ad un diluvio universale, che sa un po’ troppo di vintage per i miei gusti, sono sicuro che l’annichilazione dei SUV e dei loro proprietari sarebbe un bene per il mondo intero. Una di quelle benedizioni stile manna dal cielo, acqua nel deserto e vino alle nozze di Cana. Una cosa buona e giusta, visto che siamo in tema.

Certo, magari i petrolieri e i costruttori di automobili potrebbero non essere d’accordo, visto che quegli aggeggi costano come una casa e bevono come un irlandese il giorno di San Patrizio, ma si sa, non puoi fare una frittata senza rompere qualche uovo. Quindi, con buona pace della Audi, della Dodge, della Esso e di tutti i marchi automobilistici e petroliferi, se un Dio Vendicatore dovesse chiedere il mio consiglio, io voterei per la distruzione dei SUV e lo sterminio dei loro adoratori pagani. Possibilmente in qualche modo crudele ed efferato, per far passare il messaggio con maggior chiarezza, ma lì sarebbe quasi chiedere troppo all’Onnipotente.

I motivi di questo giusto castigo divino sono pochi, ma assolutamente molto validi, non per ultimo un personalissimo odio verso i SUV e chi se l’è comprato. I SUV consumano, inquinano, intralciano il traffico, fanno alzare il costo dei carburanti, ed inoltre sono tutti guidati da stronzi pazzeschi. Seriamente. Stronzi da competizione.

Intanto, non ci vuole un genio per capire che un SUV costa come una Porsche, consuma come una Lamborghini, ha le prestazioni di una Bravo, pesa come un Ducato ed è maneggevole come un trattore. Posso quasi capire chi abita in aperta campagna o deve percorrere una mulattiera scoscesa tutte le mattine, ma chi se lo compra per fare casa-lavoro, lavoro-casa nel traffico cittadino, decisamente non si merita la patente. Che poi, se uno deve fare la Parigi - Dakar per andare al lavoro, o si compra un fuoristrada, o con gli stessi soldi di un SUV si potrebbe comprare un appartamento in città e non rompere tanto i coglioni.

Al di là del fatto che spostare due tonnellate e mezzo per andarci al lavoro da soli, a venti all’ora nell’ora di punta, è veramente un affronto all’ambiente, anche soltanto i problemi di manovra e di parcheggio dovrebbero far entrare un po’ di senno in chi se l’è comprato. Senza contare che per parcheggiare al supermercato o di fianco alla strada, servono migliaia di euro di tecnologia, che nemmeno una navicella spaziale. Voglio dire, l’Apollo è arrivato sulla luna con meno tecnologia dei sensori di parcheggio e senza lo schermo per la telecamera posteriore. Con costi più bassi, e probabilmente consumando meno.

Interrogati sul perché della loro scelta, i proprietari di SUV, dopo tanti giri di parole su sicurezza, tenuta di strada e necessità di spazio, alla fine di solito dicono “perché è bello”. Persino un bambino capirebbe che non è così. Messi di fianco ad una berlina nella stessa fascia di prezzo, un SUV è brutto e sgraziato, volgare e privo del minimo buon gusto. Sembra un ciccione in giacca e cravatta. Fino a qualche tempo fa, non riuscivo a capire come mai qualcuno volesse averne uno.

Dopo averci tanto pensato, sono arrivato a capire il perchè. Una volta, quando la gente aveva i soldi e si voleva mettere in mostra, si comprava il macchinone. Così poteva far vedere a tutti che aveva fatto il grano, dimostrando inoltre di avere un certo buongusto in fatto di macchine. Il macchinone lo faceva sentire importante. Poi sono arrivati i SUV, che sono riusciti a fare di più. Sono riusciti a farli sentire grossi, potenti, minacciosi. Imponenti.

Non importa se uno è piccolo e rachitico, un ciccione maledetto, è brutto come la fame o ha il pisello piccolo, dentro un SUV si sente grande , grosso e potente. Il SUV è una compensazione per tutte le sue insicurezze, perché oltre a gridare a tutti “ho speso una fortuna per comprarlo!” , lo fa credere il padrone assoluto della strada. Può guardare tutti dall’alto, sentendosi superiore agli altri, alla faccia di tutte le sue mancanze. Dentro quel furgone un uomo si sente altro due metri e con un pisello chilometrico, una donna si sente affascinante e sicura di sé, e chiunque si sente il più figo del mondo. E si comporta di conseguenza, facendo incazzare tutti gli altri automobilisti.

Intendiamoci, io lo capisco che uno si sente un fenomeno, a bordo di un SUV. Guardare tutti dall’alto, la dà, questa sensazione, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto, spendere un capitale in una macchina che consuma come un aereo di linea e che è un incubo da guidare in città, mi sembra decisamente eccessivo. Va bene la compensazione, ma dimostrare a tutti la propria insicurezza a quel modo, è ai limiti dell’idiozia.

E il vero problema, è che per venire incontro alle necessità di compensazione di tutti, ultimamente stanno producendo anche i SUV economici e che consumano poco. Per chi vuole sentirsi importante, ma non ha tutti questi soldi da spendere, insomma. Così tutti possono sentirsi i padroni della strada, senza spendere una fortuna. Che uno dice, ma non gli costa di meno la palestra? Che gli fa bene, e non fanno incazzare tutti gli altri automobilisti della città?

Per questo motivo, a tutti i proprietari di un SUV, voglio dire una cosa: state attenti. Magari nessun Dio vendicatore sfogherà la sua furia annichilatrice su di voi, ma comunque non dormite sugli allori. Tutti quelli che guardate dall’alto in basso, prima o poi ve la faranno pagare. Cara. E il fatto che abbiate già speso un capitale per il vostro trattore, renderà solo la cosa più piacevole. Perché a 1000 euro per ogni treno di gomme, avete proprio poco da ridere o da sentirvi tanto fighi.

Ma proprio poco.