Mr Nice Guy

Fin da quando ero bambino, le persone che mi stanno intorno mi hanno sempre accusato di essere uno che pensa troppo. Talvolta si limitano ad esortazioni come “non ci pensare”, spesso utilizzano variazioni sul tema tipo “ti fai troppe seghe mentali”, ma il messaggio è sempre lo stesso: non rimuginare troppo sulle cose. Quello che la gente non capisce, è che non è una scelta. E soprattutto, che c’è un motivo.

Intanto fra essere uno che pensa a quello che fa, ed essere uno che agisce senza pensare, preferisco sicuramente essere una persona che riflette sulle proprie azioni e pondera le proprie scelte. Perché va bene ascoltare l’istinto, ma siamo animali, quindi i miei istinti fondamentali sono mangiare, dormire e riprodurmi. E tante volte, utilizzare la clava per far valere le mie opinioni. Però c’è una cosa chiamata “civiltà”, e purtroppo tocca adeguarsi.

Poi non è che ho molte scelte, su questa cosa del rimuginare. O mi metto a fare qualcosa che assorbe completamente la mia attenzione, oppure inevitabilmente mi trovo a pensare alle cose che sono successe e a quelle che potrebbero accadere. Ma tipo una cosa istantanea, non appena smetto di fare qualcosa sulla quale mi concentro completamente, eccomi là a rimuginare sui “se” e sui “ma”. Cazzarola, ho un addirittura blog, che è la quintessenza del rimuginare sulle cose!

L’unico sistema che ho per non pensare a qualcosa, è leggere un libro dietro l’altro, o mettermi davanti alla televisione e spararmi un’intera stagione di telefilm. Però intanto mi sento cretino, dopo che mi sono visto 10 episodi consecutivi o che ho letto due libri in un giorno, e poi non lo trovo un atteggiamento costruttivo. Voglio dire, mettere il cervello in stand by, non è sicuramente una cosa buona. Fare qualcosa per “non pensare” è indice di un problema.

E soprattutto, c’è un motivo se penso, rielaboro, rifletto, valuto tutte le possibilità, e come mi dicono in tanti, “mi faccio le seghe mentali”. È il mio modo per riuscire ad affrontare la realtà. Ogni qualvolta mi succede qualcosa di imprevisto, alla quale non sono preparato, mi sento letteralmente perduto. Non sono come quelli che hanno la battuta pronta, che sanno sempre cosa fare e che cadono sempre in piedi. Io tendo a cadere di faccia, e dopo che l’hai fatto qualche volta, direi che uno si stufa pure.

Quindi, per minimizzare la mia tendenza alle scelte sbagliate e alle situazioni imbarazzanti, faccio il possibile per prevedere tutti gli scenari possibili. Voglio dire, è una cosa che con gli anni sono arrivato a fare talmente bene, che è addirittura diventata il mio lavoro. Immaginare tutti i modi in cui una cosa può andare storta, e cercare di prevenirli. Ogni tanto, ci salvo pure qualche vita. Perché a mio giudizio, la positività non ha mai salvato nessuna vita, mentre il mio lavoro, quello sì. E questo lo so per certo.

Ecco, forse ogni tanto un po’ invidio i faciloni che con criminale leggerezza e riprovevole saccenza se ne escono con frasi tipo “ma vivitela e basta!”. Io lo so, che ad essere completamente ignari di tutto, uno si diverte di più. L’ignoranza è una benedizione, e la stupidità, tante volte porta la felicità. O situazioni agghiaccianti e una morte atroce, ma comunque per tutto il tempo prima, eri felice. Se muori in modo atroce, ma in fretta, non passi nemmeno troppo tempo a pentirti della tua idiozia.

Magari il discorso è diverso se sopravvivi ai tuoi errori. Metti che perdi il lavoro, ti buttano fuori di casa e devi pagare gli alimenti a moglie e figli, oppure ti trovi in situazioni emotivamente disastrose come quelle che ho visto di recente fra le mie amiche e amici, allora la questione cambia. Perché “vivitela e basta”, quando sei nella merda fino al collo, non è tutto questo spasso. E forse, a pensarci un po’ di più, uno si evitava dei problemi. Forse, dico, mica è sicuro, perché la sfiga capita. Però nel dubbio, meglio non correre rischi.

Pensare, non ha mai ucciso nessuno. Anzi.