Creato da Mr.Nice.Guy il 07/07/2008

Mr Nice Guy

Trovati un bravo ragazzo!

Messaggi di Novembre 2013

La mossa dell'amico

Post n°248 pubblicato il 29 Novembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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La cosa che ogni uomo sessualmente attivo teme in gioventù, è quella di essere messo nella “zona amici”. Magari si potrà soffrire di ansia da prestazione, magari si potranno avere dei complessi su questo o su quello, ma la “zona amici” batte tutto. Col passare degli anni, tuttavia, questo problema sparisce. Anzi, casomai le parti si invertono.

Per chi non lo sapesse, la “zona amici” è quella condizione particolare in cui passi da soggetto maschile interessante, nonché possibile partner per l’accoppiamento, ad oggetto asessuato e potenzialmente inanimato. Praticamente, un soprammobile o un lampadario. Quando una donna decide che sei “un amico”, immediatamente tutte le possibilità di risvolti erotici sfumano nel nulla, e rimani confinato per sempre nel limbo di quelli che non avranno mai una seconda occasione.

Tra l’altro, questo capita per colpa degli uomini, non nascondiamoci dietro ad un dito. Nel tentativo di ingraziarsi una fanciulla, molti si propongono nell’inoffensiva veste di amici, con la speranza di far abbassare la guardia prima, e le mutande poi. Poveri ingenui. Quando una donna ti schiaffa nella zona amici, quello è un pozzo senza fondo, una strada senza ritorno, una condizione dalla quale non è più possibile uscire. Al suono di “non vorrei rovinare un così bel rapporto”, molti uomini sono stati condannati ad anni di penosissima castità.

Tuttavia, col passare del tempo, le cose cambiano e le parti tendono ad invertirsi. Dapprima gli uomini smettono di infilarsi volontariamente nella “zona amici”, e successivamente cominciano ad apprezzare l’amicizia femminile. In gioventù, semplicemente non è possibile essere amici di una donna. Se hai l’ormone che ti galoppa nel sangue, qualsiasi soggetto femminile è buono per far sesso, non ci sono storie che tengano. Quando l’ormone cala, invece, si cominciano ad apprezzare gli aspetti delle donne che le rendono buone amiche, piuttosto che carne da maialate. E contrariamente a quanto si possa pensare, questo genera numerose incomprensioni.

Proprio questa settimana una mia amica mi raccontava di aver invitato un suo caro amico a cena, con l’intento di combinare qualcosa. Ha acceso il caminetto, tirato fuori la bottiglia, disseminato la casa di candele, messo la musichina, ed è stata mandata più in bianco che con la candeggina. Lei con tanta atmosfera romantica si aspettava non dico di essere sbattuta direttamente sul tappeto, ma almeno qualche timida avance, e invece niente. Filmetto, poi lui si è fermato a dormire da lei perchè aveva bevuto un po’ troppo, e nonostante l’invito a sdraiarsi sul letto, ha passato la notte a dormire sul divano. Con grandissimo disappunto della mia amica, che per l’occasione si era fatta pure la ceretta alla brasiliana.

E sì che io l’avevo avvertita, che se non prendeva lei l’iniziativa, il soggetto in questione avrebbe tagliato l’angolo. Le avevo dato tutte le indicazioni del caso, e avevo addirittura sottolineato che doveva saltargli addosso tipo avvoltoio su una carcassa. E invece niente, ha aspettato speranzosamente che fosse lui a fare la prima mossa. Peccato che quella mossa sia stata la “mossa dell’amico”. Così, è andata clamorosamente in bianco.

Perchè non è che gli uomini sono stupidi, non così tanto almeno. Ci si accorge eccome che l’alcova è stata opportunamente predisposta per l’accoppiamento, con musichina e atmosfera romantica. Voglio dire, NOI uomini l’abbiamo fatto prima di VOI donne, tentando di segnare il punto con le fanciulle di turno. Per cui quando vedi le stesse cose che hai fatto in gioventù, e ti accorgi che la preda sei tu, ti fai due rapidi conti. Così ti domandi seriamente se ti conviene dare una ripassata all’amica, col rischio di perderla più avanti, oppure far la figura del tonto, e tenerti l’amica. Se all’amicizia ci tieni, allora fai la “mossa dell’amico”.

In pratica adduci mille scuse plausibilissime per evitare qualsiasi contatto fisico vagamente interpretabile, mantieni la conversazione e le attività sul tono da amico, e a fine serata saluti e te ne vai, facendo completamente finta di niente. In pratica, ignori la versione femminile dello scannatoio e l’implicita richiesta alla “saltami addosso”, e continui a comportarti come niente fosse. Quella sera, e pure in futuro.

Perchè le amiche sono importanti, e perderle per qualche evoluzione sopra o sotto le coperte, decisamente non vale la pena. Certo, magari la delusione negli occhi della poverella un po’ la vedi, quando la mandi in bianco. Magari quella ci sperava per davvero, e invece niente. E tocca pure fare la figura dei fessi, tra le altre cose. Però non importa.

Perchè le donne passano, e le amiche restano.

 
 
 

La bambola gonfiabile

Post n°247 pubblicato il 28 Novembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Fra le varie cattiverie che mi sono state dette in fase di separazione dalla Miss, due mi sono rimaste particolarmente impresse. La prima è che l’unica donna che potrebbe sposarmi è soltanto una russa, e la seconda è che per il bene del genere femminile, farei meglio a comprarmi una bambola gonfiabile. E sapete che vi dico? Non mi sembrano nemmeno cattive idee. Soprattutto, viste le bambole che fanno adesso.

La questione “moglie russa” tenderei ad accantonarla, almeno per il momento, visto che non muoio dalla voglia di sposarmi. Sulla faccenda mi sono documentato mesi fa, in tempi non sospetti, quando ho parlato delle agenzie matrimoniali internazionali. Quindi so che come cosa funziona e sono tutti soddisfatti. Tuttavia, aspetterei di vedere se la Miss è stata veramente profetica con le sue parole, prima di ricorrere ad un servizio del genere. Anche perchè, a giudicare dagli sguardi famelici delle donne che mi stanno intorno, direi che decisamente non sono ancora alla canna del gas.

Per quanto riguarda le bambole, invece, è tutto un altro discorso. La Realdoll ha introdotto nel 1996 un tipo di bambola di silicone, con scheletro di PVC e articolazioni d’acciaio, fatta a perfetta riproduzione di una donna in carne ed ossa. Siamo nel 2013, e il livello di accuratezza di questi oggetti ha raggiunto quasi la perfezione. Sono fatti talmente bene, che persino Helmut Newton ne ha fotografate alcune per Playboy, e vi basti sapere che il materiale utilizzato per questi manichini è lo stesso che viene usato per le protesi umane. Tette e culi compresi.

Bambola Realdoll

Per la cronaca, visto che questi manichini iperrealistici sono sul mercato da più di 15 anni, i più attenti li avranno sicuramente visti comparire qui e là. Un po’ oggetti da collezione, un po’ costosissimi oggetti di desiderio, sono talmente perfetti che si sono guadagnati un posto sul grande e sul piccolo schermo in più di qualche occasione. Gli appassionati cinefili come me, sicuramente si ricorderanno il bellissimo e commovente “Lars e una ragazza tutta sua”, che ruota proprio intorno alla storia di un ragazzo che si compra una realdoll, e la tratta come la sua fidanzata.

Per carità, magari non avranno uno sguardo particolarmente intelligente, ma sono assolutamente perfette. E se proprio vogliamo dire la verità, questa cosa dello sguardo intelligente non è la prima cosa che vai a guardare, in qualità di uomo. Senza contare che non parlano, non fanno i capricci, e tutto sommato si accontentano di poco.

Certo, per entrambe le ipotesi, agenzia internazionale o Realdoll, c’è da considerare il fattore “costo”. Affidarsi ad un’agenzia matrimoniale internazionale costa dai 1000 ai 1500 euro, mentre una bambola di silicone della Realdoll può costare dai 4000 ai 6000 euro, e son bei soldini. D’altra parte, andare dalla Miss tutte le settimane per 6 mesi mi è costato quasi 3000 euro, e visto che tutto si è risolto in un nulla di fatto, direi che è stata una spesa a vuoto. Avessi speso la stessa cifra per un’agenzia matrimoniale, adesso avrei un paio di mogli, e con soli 1000 euro in più avrei una stupenda riproduzione di donna a grandezza naturale.

Che a pensarci bene, la bambola di silicone non sarebbe nemmeno un cattivo acquisto. Quando hai voglia di combinare qualcosa la tiri fuori dall’armadio, quando hai finito la rimetti via, non ti racconta la sua giornata lavorativa, e se te la lasci in albergo, te la rispediscono a casa senza fare domande imbarazzanti. Certo, magari non ci fai tutta questa conversazione. In quei casi, comunque, puoi fare benissimo come fanno tutte le donne del pianeta quando hanno voglia di fare due chiacchiere.

Prendi il telefono, e chiami un’amica.

 

 
 
 

La solidarietà femminile

Post n°246 pubblicato il 27 Novembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Se c’è una cosa che non finisce mai di stupirmi delle donne, è la rapidità con cui si schierano una di fianco all’altra, invocando la mitologica “solidarietà femminile”. Appena c’è una donna in difficoltà con un uomo, scatta la levata di scudi contro il genere maschile. Tranne poi rinnegare tutto alla prima occasione, arrivando a darsi delle coltellate alla schiena che nemmeno un commando del Mossad.

A quanto pare, questo singolare comportamento dipende in gran parte dalla situazione e dall’ambiente circostante. La maggioranza delle donne è pronta a far fronte comune se prese in gruppo, e non esita un secondo a sparlare delle amiche prima, e delle donne in generale poi, quando le prendi da sole. Insomma, quando prendi una donna da sola e quella si mette a parlare delle altre donne, allora ne senti veramente delle belle.

In tutta la mia vita, non c’è stata una sola donna che in un momento o nell’altro della nostra conoscenza, non mi abbia detto queste parole: “stai attento, le donne sono cattive”. Ancora mi ricordo di una volta che sono andato a cena con una ragazza che avevo appena conosciuto, e quella ha passato 10 minuti buoni a mettermi in guardia contro le donne. Mi ha detto cose che io non mi azzardo a pensare nemmeno nei miei deliri più maschilisti, con abbondanza di particolari e una convinzione assolutamente totale.

Per quanto riguarda il lavoro, poi, ho perso il conto di quante sognano di poter lavorare in un ambiente in cui le donne, molto semplicemente non esistono. Certo, ho conosciuto donne che lavoravano in ambienti esclusivamente femminili e sembravano contente, ma tutte quelle che lavorano in ambienti misti, detestano le loro colleghe dal profondo del cuore come dei chihuahua incarogniti.

Questa mia personalissima esperienza, fa a pugni non solo contro la realtà a cui assisto ogni giorno, ma con il vero e proprio concetto di solidarietà femminile. Come è possibile che le donne intorno a me siano pronte ad declamare solidarietà ogni 3 per 2, e poi la rinneghino al volo quando ti trovi a farci due chiacchiere in separata sede? Roba da far invidia a Simon Pietro, e senza galli che cantano o compagnia bella. Se ci sono faccende di uomini di mezzo, poi, le vedi calpestare il cadavere delle migliori amiche.

Insomma, per quello che ho potuto osservare finora, tutto questo florilegio di solidarietà femminile sembrerebbe assolutamente una cosa di facciata. Qualcosa da sbandierare quando ci sono altre donne che stanno guardando, ma da smentire al volo quando parli ad un uomo a tu per tu. Ma allora, com’è che è una cosa così diffusa?

Perchè sul fatto che le donne si dicano le malignate dietro le spalle, non c’è nemmeno da mettersi a discutere. Già ne parlavo tempo fa, sostenendo che con gli anni le donne diventano il peggior nemico delle donne. Tuttavia, nella mia limitata mente maschile, se riesco a capire che le donne spesso si detestano a vicenda, mi sfugge come mai continuino a sbandierare tutta questa solidarietà femminile. Insomma, vederle comportarsi in un modo fra donne, e sentir dire l’esatto contrario quando le donne non ci sono, veramente va al di là della mia comprensione.

Insomma, capiamoci, se vedessi un uomo che si comporta così, penserei che è il peggior ipocrita del pianeta. Non puoi dire una cosa in pubblico, e l’esatto contrario in privato, senza passare per un voltafaccia da competizione. Tuttavia, questo comportamento femminile è così diffuso, che tirare in ballo l’ipocrisia è quasi impossibile. Nel senso, magari le donne sono ipocrite per davvero, ma così tanto, e così tante, è anche difficile da credere. Ci dev’essere un’altra spiegazione, e ci deve essere per forza.

Dopo averci tanto riflettuto, sono arrivato all’unica conclusione possibile. Le donne, certe cose le pensano per davvero. Sono veramente convinte che si debba far fronte comune contro il maschio oppressore e femminicida, e sono veramente convinte che le donne in genere siano soggetti da cui guardarsi con estrema attenzione. Insomma, va bene la solidarietà, ma con la guardia alta e gli occhi anche dietro la testa.

Il che, mi porta alla mente una celebre frase del Padrino:

“Tieni i tuoi amici vicino, e i tuoi nemici ancor più vicino”

 
 
 

Le domande difficili

Post n°245 pubblicato il 26 Novembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Che le donne facciano domande e richieste strane, è cosa chiara e risaputa. Non c'è niente di più normale di una richiesta assurda. Io poi la considero una cosa positiva, perchè più la richiesta è strana, più dietro c’è una mente attiva, che pensa e che ha fantasia. Tuttavia, ci sono alcune domande che mi mettono particolarmente in difficoltà. Soprattutto perchè arrivano a tradimento.

Nella mia vita, le donne mi hanno chiesto di tutto. Dal bagno coi sali profumati a farsi mordere sulle chiappe, nei limiti delle mie possibilità, ho sempre fatto in modo di accontentarle. Del resto, a cosa serve un moroso o un fidanzato, se non a fare cose che normalmente non faresti, o a parlare di argomenti che ti imbarazza affrontare con le altre persone? Quindi ben vengano tutte le richieste più disparate e le domande più assurde, la persona che ti sta di fianco è lì apposta. Più la richiesta è insolita, meglio è.

In altre parole, quando una donna mi chiede di andare al pub, io mi sottometto e la accontento, ma se mi chiede di andare a fare il giro delle sagre del friuli o un’arrampicata in montagna, allora faccio i salti di gioia.  Per carità, una volta una ragazza mi ha chiesto di indossare il suo perizoma la seconda volta che siamo andati a letto assieme, e quelle sono cose che spiazzano momentaneamente, ma comunque non c’è niente di strano. Tra l’altro, per le faccende di letto è meglio sorvolare, ma meglio quello che pucci pucci sul divano sotto la copertina.

Certo, in qualità di uomo impari che ad alcune domande è imperativo dare risposte assolutamente concise o assolutamente evasive. Quando una donna chiede “mi trovi ingrassata?” oppure “questo vestito mi sta bene?” non c’è spazio per le esitazioni. Non fatevi tentare dalla sincerità, nemmeno se è lusinghiera. Niente può causare litigate come una risposta ingenua tipo “mi piaci con un po’ di carne in più” oppure un “effettivamente quel vestito ti fa le cosce a prosciutto”. No alla prima, sì alla seconda, con convinzione e rapidi come un gatto, o la litigata è assicurata.

Se la domanda è invece “trovi che lei sia più carina di me?”, la risposta al contrario richiede un equilibrismo degno di un funambolo che cammina su una corda sospesa su un campo minato. Durante una pioggia di rane. In quei casi, è obbligatorio un elaboratissimo giro di parole, un monologo di almeno cinque minuti sulla bellezza, qualche accenno alla fortuna di aver incontrato una persona così speciale, e bisogna concludere assolutamente con “ti amo da impazzire”. Soprattutto se chi fa la domanda è una persona normale, e l’altra è una sventola pazzesca. Guai ad accennare a cose tipo l’importanza della personalità o gli interessi in comune, sono i detonatori della catastrofe.

Tuttavia, casi eccezionali e accortezze particolari a parte, rispondo sempre con sincerità a tutte le domande, e cerco di soddisfare tutte le richieste. Alla fine, il bello di una relazione è anche quello di far contenta la persona che ti sta di fianco. Se proprio non ce la faccio a fare qualcosa, magari se ne discute, ma comunque dopo tanti anni di relazioni, ho visto e sentito praticamente di tutto. E mi ci sono abituato, più o meno.

L’unica domanda che mi mette seriamente in difficoltà, e che mi hanno fatto tutte, prima o poi, è la fatidica “sei felice?”. Anche perchè arriva a tradimento. Magari sei lì che te ne stai a letto, tranquillo e beato che hai appena finito di far le capriole, oppure stai facendo una cena, una gita, un viaggio, e la donna che ti sta accanto ti guarda con gli occhietti sbrilluccicosi. Così, di punto in bianco, ti domanda se sei felice. All’improvviso. Come se fosse una cosa che puoi chiedere con naturalezza, e a cui si risponde con semplicità. La felicità, è una roba grossa, mica noccioline!

Ogni volta che me l’hanno chiesto, io mi sono sempre trovato di fronte ad un grosso dilemma. Mentire, e rispondere che sì, sono felice, o dire la verità, e rispondere che la felicità è un concetto filosofico collegato all’appagamento di tutti i bisogni, e che quindi no, non sono felice. Magari sereno, innamorato, sazio, soddisfatto, allegro o qualsiasi altra cosa, ma no, non felice. In entrambi i casi, quella domanda ha come effetto immediato quello di rendermi cosciente di questa cosa, e quindi mi smonta completamente. Il che, è una bella fregatura.

E il bello, è che lo chiedono tutte le donne, non solo le donne con cui mi sono accompagnato io. È una specie di fissazione che hanno, quella di sapere se il loro uomo è felice. Come se avessero bisogno di quest’ulteriore conferma. Non basta che le accompagni a fare shopping, le porti a cena fuori e le ascolti per interminabili ore mentre ti raccontano “non sai cosa mi è successo oggi”, no. Devono pure assicurarsi che sei felice. Non tanto di fare queste cose noiosissime, ma di tutto il pacchetto in generale. Con tutte le cose che possono chiedere, proprio quello.

Piuttosto, preferisco il perizoma.

 

 
 
 

Diventare un bamboccione

Post n°244 pubblicato il 25 Novembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
Foto di Mr.Nice.Guy

Le persone che come me vivono da sole da tanto tempo, guardano sempre con una certa aria di superiorità i cosiddetti “bamboccioni”. Quelli che magari a trent’anni suonati ancora vivono nella casa dei genitori, per intenderci, e che escono di casa solo per sposarsi. Eppure, ammettiamolo, fare i bamboccioni è un gran lusso.

Se devo pensare alla mia vita e a come l’ho vissuta finora, viene fuori che è più o meno divisa a metà. Per i primi 19 anni della mia vita sono stato a casa dei miei genitori, e i successivi 17 li ho passati per conto mio, fra appartamenti di studenti, in convivenza, o semplicemente da solo. Da un punto di vista soggettivo, tutta la mia vita da adulto l’ho vissuta per i fatti miei. E non è tutta questa figata che uno si potrebbe immaginare. Nel senso, ci sono indiscutibili vantaggi, ma non è che sia tutto una passeggiata.

Per quanto riguarda i vantaggi dello stare da solo, non serve nemmeno che stia qui ad elencarli. Indipendenza, autonomia, la possibilità di avere uno spazio tutto proprio, senza contare il fatto che non ho rapporti sessuali in macchina da quando ho 20 anni. Per quanto riguarda gli svantaggi, invece, è un altro discorso. Autonomia ed indipendenza sono lussi che si pagano. In pratica, per tutta la mia vita da adulto mi sono dovuto gestire cose come spesa, bucato, pulizie e cucina.

Ora, visto che l’apertura dell’attività mi sta dando parecchi pensieri, i miei genitori si sono gentilmente offerti di ospitarmi per tutto il tempo necessario a sistemare le cose con calma al lavoro, così da non avere anche gli impegni relativi alla gestione domestica. Ed io ho accettato. Perchè cambiare casa e lavoro contemporaneamente può essere divertente, l’ho già fatto in passato, ma questa volta ho preferito non mettere troppa carne al fuoco.

Due mesi qui, e ho capito cosa tiene a casa i bamboccioni.

Il punto è che quando vivi a casa con i genitori, assisti ad fenomeni che hanno del metafisico. Ad esempio, i vestiti che si lavano da soli, il frigo sempre pieno, oppure i pranzi e le cene che appaiono per magia, cucinati e pronti sul tavolo. Basta lasciare i vestiti da lavare nel cesto dei panni sporchi in bagno, e magicamente appariranno 2 giorni dopo direttamente nel cassetto giusto, lavati e stirati. La dispensa è sempre rifornita e il bagno uno specchio, e tutto senza muovere un dito. Roba che nemmeno nelle fiabe.

Da ragazzo, maschio in particolar modo, una cosa del genere non la noti. La mamma si occupa di tutto, e non ti passa nemmeno per l’anticamera del cervello che possa essere diversamente. Magari per le ragazze è diverso, ma in qualità di maschio, non ho toccato una scopa o fatto una lavatrice per tutto il tempo che sono rimasto con i miei. Mia madre si è sempre occupata di tutto.

Certo, poi sono andato in pari quando mi hanno gentilmente suggerito che era ora che me la cavassi da solo, e allora tutto quello che prima faceva mia madre per me, poi me lo sono dovuto fare in autonomia. Però non è una di quelle cose di cui ti accorgi. Nel senso, capiamoci, pesa mica da ridere uscire da lavoro e andare al supermercato a fare la spesa, per poi tornare a casa e preparare da mangiare, mica dico di no. Però diventa la norma, fastidioso quanto svegliarsi presto la mattina, non un peso insopportabile. Se ti manca casa, è per la famiglia, non certo per le faccende domestiche.

Ma quando dopo tutti questi anni ritorni in un posto magico dove qualcuno si occupa di te completamente, ti rendi conto di quale lusso incredibile sia. Così capisci anche perchè i bamboccioni si guardano bene dal lasciare il nido e farcela con le proprie forze, adducendo mille scuse, fra cui quella dello stipendio troppo basso. Che poi magari hanno l’iphone da 700 euro, ma questo è un altro discorso.

Poi, per carità, dopo che ti sei abituato alla tua indipendenza, si fa fatica a ritornare “figlio” e rinunciare all’incredibile lusso di avere uno spazio completamente tuo. Io lo so che è una questione di tempo, e vorrò andarmene da qui, nonostante il frigo pieno per magia, i vestiti che si lavano da soli e l’affetto dei miei genitori. Già adesso ogni tanto ci penso, e mi stupirei del contrario. Però, fino a quando non avrò messo un po’ in ordine la vita, resterò qui dai miei, a farmi accudire, preoccupandomi solo del lavoro. Per qualche mese, farò il bamboccione.

In fondo, un po’ me lo merito.

 
 
 

CHI È IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Inviato da venus.veronensis il 30/10/08 @ 12:39 via WEB
Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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