Messaggi del 24/03/2014
Post n°314 pubblicato il 24 Marzo 2014 da Mr.Nice.Guy
Ebbene sì, il titolo del post è assolutamente veritiero. Nonostante mi lanci in periodiche filippiche contro i modaioli dell’ultim’ora, che per semplice prudenza non riporto qui sul blog, appartengo io stesso alla schiera dei tuatuati. Però tatuati veri, non quelli della farfallina sulla caviglia o del tribale sul bicipite. E poiché è trascorso un anno intero dall’ultimo tatuaggio che mi sono fatto, torno a farmi scorticare. Il soggetto quest’anno, è d’amore. Per chi non ne fosse a conoscenza, la mia teoria sui tatuaggi è riassumibile in pochi passaggi molto semplici. Niente roba piccola, soggetti della tradizione occidentale, solo posti normalmente coperti dagli abiti da ufficio, e soprattutto il tatuaggio come rito di passaggio, e non come decorazione. In pratica, il tatuaggio come si intendeva ai tempi antichi, quando veniva celebrato il passaggio di una fase della vita, il raggiungimento di un traguardo, o comunque un avvenimento fortemente legato al trascorrere della vita ed alle sue tappe fondamentali. Va da sé, che con queste premesse ce l’ho a morte con chi si ricopre dei tatuaggi tribali di una cultura che non gli appartiene, di ideogrammi cinesi o giapponesi, di cazzatine grandi come un francobollo, e soprattutto lo fa a scopo puramente estetico. Che poi, io a farmi tatuare un ideogramma da uno che non è laureato in cinese o giapponese, non ci andrei nemmeno se mi pagassero. Chi me lo assicura che non mi ha scritto “facciadimerda” e nemmeno lo sa? Cos’è, lo sa leggere? Sai le risate, un giorno che vado in giappone… Insomma, i bimbiminkia dei tatuaggi, che ragionevolmente spenderanno una fortuna in rimozione degli stessi quando raggiungeranno la mia età, sinceramente non li sopporto. Discorso diverso, invece, per i tatuati “old school”, anche a corpo intero. Soggetti religiosi, teschi, tatuaggi della tradizione navale o militare, è tutta roba che culturalmente ci appartiene dai tempi degli antichi romani. E poi, sono belli. Che poi lo ammetto pure tranquillamente, l’unico feticcio erotico che abbia mai avuto seriamente, è quello di andare con una donna ricoperta di tatuaggi. Ahimè, senza fortuna. Il massimo che riesco a fare, è sbavare miseramente di fronte alla tatuatrice o alla receptionist di turno, che sono regolarmente fidanzate col titolare dello studio o con un altro tatuatore. Insomma, sulle donne tatuate, il professionista non fa presa. Ormai ci ho rinunciato. In ogni caso, visto che vivo i tatuaggi come un rito di passaggio e che sono una persona metodica, ogni parte del mio corpo ha un suo significato, e ho ben chiaro quali sono le tappe importanti della mia vita. È come se avessi una mappa dei tatuaggi futuri. In pratica, tutto il mio corpo è già prenotato da qualche avvenimento, e per ciascun posto c’è già un soggetto in attesa di essere tatuato, non appena sarà segnata la tappa corrispondente. È come se avessi le caselle da colorare, tanto per farmi capire. Purtroppo, persino nella programmazione più accurata, gli incidenti di percorso possono capitare. Del tipo che finalmente eri convinto che ci sarebbe stata una casella da colorare sul braccio sinistro, e invece di punto in bianco scopri che è saltato tutto, e ti ritrovi completamente da capo. In casi del genere, inevitabilmente ti ritrovi a fare qualche riflessione. Soprattutto se la casella da colorare riguardava l’amore, se il posto era quello de “la persona giusta”, e in particolar modo se alla fine delle considerazioni ti scopri a pensare che probabilmente, quella casella non la colorerai mai. E come pensiero, lasciate che lo dica, non è poi così confortante. Alla fine, dopo averci tanto riflettuto, ho deciso che quella casella la voglio colorare lo stesso. Che la casella de “la persona giusta” merita comunque di essere riempita. Quindi ho scartato il soggetto che era destinato al braccio sinistro, e ne ho scelto un altro. Qualcosa che mi ricordi che persino quando tutto sembra andare per il verso storto, persino quando le persone invidiose ci si mettono di mezzo, e nonostante i limiti che tutti quanti abbiamo, le cose possono comunque finire bene. Anche in barba al destino. Quindi sul mio braccio sinistro, appariranno “Amore e Psiche”. Così, per non perdere la speranza.
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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