Creato da I_mie_racconti il 17/04/2013

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Insegnami a essere figlia: La fuga.

Post n°10 pubblicato il 28 Aprile 2013 da I_mie_racconti

Insegnami a essere figlia: La fuga.
Post n°560 pubblicato il 12 Marzo 2013 da lascrivana

 

Quando arrivo all'oratorio, l'episodio con Danila svanisce nel momento stesso che mi arriva un gran vociare, o almeno così mi sembra. Mi fiondo a tutta velocità verso il campetto polveroso tra le grida di giubilo dei miei compagni di squadra.-Davide! Ma dove sei stato...- Mi urla dietro Luca, uno dei miei migliori amici.-Solo perché devi fare un provino, non è che ci devi snobbare capito?- Dandomi una gran pacca sulla schiena.- Poi ti racconto...dai giochiamo...- Ma nonostante io ci metta il solito impegno, sembra che il pallone cerchi di evitarmi. Sbaglio i passaggi più elementari e tutti mi guardano costernati. Durante una pausa bevo avidamente dalla fontanella, ma quel sapore sulle labbra sembra indelebile. Quando mi rialzo Luca è accanto a me.- Oh...ma che cos'hai oggi?- Mi dice serio. I folti capelli ricci leggermente mossi dalla brezza e il viso largo e cordiale sono quelli di sempre, ma gli occhi appaiono decisamente preoccupati.- Sai che mi sembri quella schiappa di Massimo?- Come fosse stato evocato, il volto brufoloso sormontato dagli occhiali spessi di Massimo si materializza al nostro fianco.- Ehi ragazzi, c'è un buco per me?- Nonostante la sua espressione dica il contrario, la domanda è buttata li senza convinzione, quasi rassegnata.- Non rompere quattrocchi, vai a farti un giro...- Inizia Luca col solito tono irrisorio.- No aspetta...prendi il mio posto...- Mi sento dire. Luca si volta di scatto guardandomi come se mi fosse dato di volta il cervello, mentre Massimo sembra illuminarsi e fa una cosa che, solo il giorno prima, gli sarebbe costata una scarica di pugni: mi abbraccia.- Domani ho il compito in classe...- Proseguo mentre cerco di liberarmi dalla sua stretta.- E nel pomeriggio il provino come ben sai...meglio che mi riposi.- L'espressione di Luca mi provoca un accenno di sorriso, ma nulla più. La bocca aperta e gli occhi spalancati, mi fanno pensare al momento in cui ho visto Danila uscire dalla casa di Simona.- Chiudila, potrebbe riempirsi di moscerini...- Dico senza allegria, quindi li lascio sul posto e me ne vado.

 

Dall'oratorio a casa mia ci sono circa cinque minuti di strada. Ma quando arrivo all'incrocio, invece di girare a destra vado dalla parte opposta, verso la casa di Simona. Non capisco nemmeno io da dove provenga questa decisione, ma non ci penso più di tanto e affretto il passo. Arrivo all'inizio della via ma, prima di svoltare, mi addosso al muro. E se la vedo di nuovo che faccio? E mentre il volto di Danila mi appare chiaro nella mente, mi sporgo dall'angolo e la vedo. E' appena uscita dalla casa di Simona e, trascinandosi appresso il fratellino, cammina con passo deciso, sembra quasi voler mettersi a correre. Che faccio? Quando si trova ormai a pochi metri da me, giro sui tacchi e scappo di nuovo, corro come non ho mai fatto in vita mia. Arrivo sotto casa e mi fermo, esausto. Salgo le scale ed entro direttamente in cucina. Ho la gola riarsa, mi passo la lingua sulle labbra e quel maledetto sapore è sempre lì, a ricordarmi quel bacio. Apro il frigo e mi scolo quasi mezza bottiglia d'acqua.- Davide!- La voce di mia madre mi fa sussultare.- Come al solito ti sei ridotto una schifezza...dai, vai a lavarti alla svelta...sai che tuo padre vuole cenare alle sette in punto...- Faccio di si con la testa e mi avvio verso verso il bagno. Ma, quando le passo accanto, mi afferra per un braccio costringendomi a voltarmi verso di lei.- E' forse successo qualcosa?- Mi chiede più dolcemente. Io scuoto la testa ma evito di guardarla negli occhi. Sempre con delicatezza, mi solleva il mento con le dita, sento profumo di detersivo e di buono.- Hai una luce strana negli occhi, non avrai combinato qualcosa vero?- Esito e tentenno, la gola nuovamente riarsa.- No mamma...posso andare?

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