Creato da I_mie_racconti il 17/04/2013

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« Insegnami a essere figli...Insegnami a essere figli... »

Insegnami a essere figlia: La prima volta.

Post n°19 pubblicato il 16 Maggio 2013 da I_mie_racconti

Insegnami a essere figlia: La prima volta.
Post n°574 pubblicato il 03 Aprile 2013 da lascrivana

Per Simona la vita nel quartiere, dopo la vicenda con Massimo: era diventata davvero difficile. Quello che era accaduto lievitava di bocca in bocca fino a sfiorare l'assurdo. I maschi chiacchierando tra loro, sostenevano che molto probabilmente il presunto padre poteva essere chiunque: anche uno di loro.

-Io un paio di anni fa mi sono strusciato nel vecchio casolare con lei... forse potrei essere io il padre-

Una risata collettiva accolse l'ipotesi inverosimile di Gerardo:- Ma quanto sei idiota! Per fare un figlio bastano solo nove mesi, non ci vogliono mica due anni!- Rispose Marco dandogli un cazzotto scherzoso sulla nuca.

-Ahiaaa! Ma sei scemo! Mi hai fatto male... e poi che ne sai? Magari il mio seme ha aspettato che Simona diventasse più adulta!- Rincarò Gerardo non troppo convinto dei nove mesi.

-Possibile che tu sia così deficiente da pensare che sia bastato strusciarti con lei per lasciarla incinta? A mentecatto non ti ha detto la mamma che bisogna fare il rapporto completo per avere un bambino?-

-E chi ti dice che non sia possibile?-

A quel punto della conversazione intervenne Osvaldo il tonto aggiungendo: -Allora posso essere stato pure io? Una volta mi ha dato un bacio sulla guancia-. E mentre un'altra sonora risata accompagnava quest'ingenua ipotesi, Marco tranquillizzava Osvaldo il ritardato con un'amichevole pacca sulla spalla, rassicurandolo sull'improbabilità di rimanere incinte con un semplice e innocente bacio.

E mentre i maschi dicevano queste oscenità da una parte; le comari dall'altra, s'inventavano persino il giorno il posto e l'ora dell'incontro; che cambiava continuamente destinazione di bocca in bocca. E mentre una diceva che era stata Simona a invitare Giorgio in casa sua in assenza dei fratelli per fare il fattaccio: l'altra affermava di averla vista recarsi nel vecchio casolare con lui.

-L'ho vista con questi occhi!- Disse comare Giulia puntandosi due dita dritte negli occhi.

-Io invece l'ho sentita mugolare con queste orecchie- rincarò la signora Rosina toccandosi le orecchie. -A bocca mia statte zitta! Altrimenti chissà quale altre brutte verità potrebbero uscire!- esclamò poi donandosi un sonoro buffetto sulle labbra e non sapendo cos'altro inventarsi.

C'era poco da stare allegri con tutto quell'assurdo vociferare. E io iniziavo a odiare quella gente così malvagia e meschina che faceva tanto male alla mia cara amica Simona. Gli unici momenti in cui riuscivo a dimenticare tutto erano quelli in cui Davide mi stringeva tra le braccia. Era diventato davvero difficile resistergli! Le sue mani diventavano ogni giorno più impazienti, e il suo corpo sempre più seducente. Avrei voluto abbattere la mia resistenza e cedere ai suoi ardori, che mi facevano tanto arrossire d'eccitazione, anche quando lui non era presente fisicamente. Mi sentivo persino in colpevole di provare queste disdicevoli sensazioni. E poi m'inorridiva il solo pensiero di darmi in pasto come Simona a quegli sciacalli del vicinato.  Il grande affetto  che provavo per Davide, aumentava a dismisura il desiderio che avevo di fare all'amore con lui, e  di conseguenza, mi ritrovavo spesso e volentieri  a fantasticare sulla fatidica prima volta.  A volte, chiacchierando tra amiche che avevano già avuto quest'esperienza, notavo che nascevano discordanze diverse tra loro in merito alla loro prima esperienza sessuale:  c'era chi narrava che la prima volta che aveva fatto all'amore era stato così doloroso da non provare piacere; chi invece sosteneva che era stato proprio quel dolore a provocare maggiore godimento. Di conseguenza, oltre al desiderio, si aggiungeva la curiosità di sapere come sarebbe stato per me. Malgrado tutte queste sensazioni contrastanti tra loro che aumentavano a dismisura le mie fantasie: rimanevo ferma nella decisione di attendere il matrimonio per godere appieno e con la benedizione di Dio, questa così anelata esperienza.

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