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Messaggi del 11/11/2018

Ricchi e poveri

Post n°668 pubblicato il 11 Novembre 2018 da fedechiara
 

 

Ieri accadeva - 12 novembre 2013

La ricchezza delle persone, in Italia, si moltiplica anche in tempi di crisi globale. Lo dice un rapporto commissionato da una banca svizzera che analizza i movimenti dei capitali e il loro crescere e figliare una discreta quantità di 'nouveaux riches' - a fronte di una quantità impressionante di nouveaux pauvres che, ogni giorno, si aggiungono alla platea spaventosa di senza lavoro e imprese che chiudono di cui ci narrano le cronache.

E sarebbe interessante sapere come si fa ad aggiungersi alla schiera degli eletti - se è un puro fatto di capitali di famiglia affidati ai gestori finanziari bravi, che sanno su quali azioni e obbligazioni rampanti puntare (ma si guadagna anche in tempi di Borse ballerine, salendo e scendendo spericolatamente sui picchi in discesa) o se è, invece, una questione di 'pelo sullo stomaco' quale hanno, ad esempio, i troppi 'compro oro' che ingrassano sulla svendita del misero capitale aureo di poveri cristi che ci pagano una quota di mutuo, ma le successive non sanno come faranno a pagarle.

E che la ricchezza generi ricchezza 'sporca' si mostra anche dal numero di case finite in mano alle banche per virtù di sequestri e ipoteche e aste - ed è vergogna che andrebbe gridata coi megafoni perché in quei maledetti 'istituti' fitti di funzionari e direttori con giacche di buon taglio e cravatte 'regimental' il dio-denaro è Moloch che non intende ragioni e compassioni e 'falcia tutte le erbe del prato' come la morte - e bisognerebbe avere il coraggio di legiferare e istituire delle quarantene finanziarie che sospendano il correre dei maledetti interessi sui mutui e il rimborso delle quote a fronte delle comprovate necessità dei ricorrenti.

E sappiamo come, dopo le guerre e le epidemie, i furbi e svelti possessori di un capitale anche modesto, compravano le case dei morti e delle vedove a prezzi ridicoli e, dopo un decennio, si fregiavano della nomea di 'nuovi ricchi' per il rialzo clamoroso dei prezzi delle case e degli affitti e c'è chi afferma che: 'E' il capitalismo, Bellezza.' e non possiamo farci niente e dobbiamo navigare fra questi suoi marosi, osservando i molti naufragi e i tuffi in mare di chi si suicida senza battere ciglio, e chi vivrà vedrà e 'noi speriamo che ce la caviamo', come dicevano i nostri migranti nelle Americhe del 'sogno americano'.

Già. Chi vivrà vedrà. Come le fotografie delle rovine e dei cadaveri dell'uragano che ha spazzato le coste delle Filippine. E' il capitalismo, Bellezza.

L'immagine può contenere: scarpe

 
 
 

Tutti in Serbia. Delocalizziamoci.

Post n°667 pubblicato il 11 Novembre 2018 da fedechiara
 

12 novembre 2012

Se il salario degli operai serbi che lavorano nelle fabbriche Fiat è quello indicato dai reporters dei diversi telegiornali stiamo freschi.

Nel senso che il travaso tra i vasi comunicanti del mercato del lavoro globale è ben al di là dal raggiungere il livello di pareggio tra i paesi che hanno visto nascere e crescere le fabbriche storiche della Fiat e le nuove fabbriche della maledetta 'delocalizzazione' -i cui governi fanno ponti d'oro agli investitori esteri e le maestranze sono felici della pipa di tabacco maturata a fine mese in busta paga.

E se gli operai serbi cominciano a scioperare e pare che abbiano spuntato il 13 per cento di aumento del salario conviene piuttosto che si 'delocalizzi' anche noi, armi e bagagli, e si vada a stare tutti in Serbia, sulle colline intorno a Sarajevo, per spuntare i bassi prezzi delle case e delle auto ivi prodotte e del costo della vita così basso che potremmo riprendere a risparmiare anche con la modesta pensione che ci ritroviamo.

In Serbia, in Serbia! Chissà che 'delocalizzando' laggiù in gran numero non si affretti il raggiungimento del livello di travaso tra i vasi comunicanti dei paesi di storica industrializzazione, oggi in gravissima crisi di fabbriche che chiudono e il lavoro che manca, e i 'paesi emergenti' dell'est Europa - e non si affretti il passo per vedere la fatidica 'luce in fondo al tunnel' della stramaledetta 'crisi globale'.

 

L'immagine può contenere: montagna, cielo, spazio all'aperto e natura

 
 
 
 
 

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