Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

amorino11Crowuglybadfedechiarabanderuola0Anthony101990Jonesossimoraalice.100dgl0Wawkinssurfinia60QuartoProvvisorioKevinYaoing.canalegasparesportautomotoaracnoid.999
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 02/11/2018

Bei tempi, altri tempi.

Post n°654 pubblicato il 02 Novembre 2018 da fedechiara
 

 

Se avrete la pazienza di guardare e ascoltare con attenzione il documentario citato qui sotto capirete che il destino della vostra (ex)città era già scritto da tempo. Letteralmente, letterariamente. 
Venezia, città di viaggiatori (un tempo) é, oggi, città di turisti che se ne sono impossessati con tanto di rogiti e iscrizioni al catasto, complice il vil denaro, i trenta denari di Giuda che sono passati di mano tra voi e loro.
Perciò non lamentatevi troppo del vostro esodare ed essere esodati, voi ex cittadini trasposti nelle campagne e nelle tristi cittadi del vostro scontento, perché il vostro sacrificio è stato, a ben vedere, per una buona causa di esaltazione e 'valorizzazione' presente e futura della città tanto amata/odiata – e, tutto sommato, avete 'venduto cara la pelle': quella delle case di (ex) abitazione pagate a peso d'oro e oggi appetitissime e molto, molto remunerative per la gioia delle centinaia di migliaia di orientali e russi e americani e tutta la varia fauna dei viaggiatori di un tempo divenuti 'turisti' che le abitano, chiavi in mano. 
E passi che i 'nouveaux riches' delle post moderne affittanze siano, agli occhi di qualcuno, dei 'peoci refai': sensibili solo ai denari sonanti nelle saccoccie. Ogni realtà nuova comporta prezzi da pagare - e nel corso di ogni guerra passata c'è sempre stato qualcuno che si è arricchito sulle macerie e sulla ricostruzione.

Turisti a milioni, dunque. Sorte infame in una città di fragili incanti e di enfasi letterarie che l'hanno promossa a sogno di ogni viaggiatore/turista lungo i secoli. Una massa indifferenziata e indistinguibile, una 'orda d'oro' che opprime e travolge ogni poesia e poetica del viaggio nel tempo passata e futura a lei dedicata. E all'evidenza dell'orda cede l'incanto della città dei poeti e dei navigatori d'antan citati nel documentario qui sotto e le loro frasi e gli scritti ci appaiono 'lunari' e 'fuori luogo' e tempo. 
Ma questa è la sorte di ogni realtà quando incrocia l'appellativo 'di massa'. Che l'antico 'viaggiatore', quello dei grand tours, quello che ha lasciato scritte sui libri e nei films la fantasiose cose e le impressioni fumose e bizzarre dei suoi 'reports' di viaggio, cede il passo al turista, che di quei romanzieri e poeti e musicisti è l'erede legittimo seppure imbruttito e non più riconoscibile.
Bei tempi, quelli degli scrittori che abbiamo letto e ci vengono riportati in video quale sale sparso sulle ferite. Altri tempi.

Informazioni su questo sito web
RAIPLAY.IT
Viaggiare nel tempo e nello spazio con un libro e uno smartphone: le parole più emozionanti del passato illustrate dalle immagini più autentiche del presente. E così Zola, Hemingway , Thomas Mann e Patricia Highsmith sono tornati a Venezia: qualcosa è cambiato?

 
 
 

Del 'restare umani'

Post n°653 pubblicato il 02 Novembre 2018 da fedechiara
 

Del 'restare umani'.  - 02 novembre 2016

'Stay human', si leggeva sulle t-shirt dell'estate e c'è da chiedersi che significa, di questi tempi, 'restare umani'. I 'buonisti' di ogni ordine e grado ci propongono, da decenni, una loro ricetta pietosa, ma gli effetti collaterali di quei loro farmaci misericordiosi e densi di 'accoglienze' universali fanno rizzare i capelli in testa e fanno andare i pensieri agli attentati di Nizza e Parigi e Bruxelles e alle integrazioni impossibili delle città europee in affanno immigratorio e alle rivolte urbane dei neri americani che catalizzano la protesta della 'white America' e, forse, ci consegneranno la sorpresa dell'elezione del 'nazista dell'Illinois' alla presidenza degli Stati Uniti d'America. Chi vivrà vedrà.

La realtà degli uomini e delle donne, in verità, è talmente sfaccettata e contraddittoria che alcuni le preferiscono lo 'stay animal' – e, di conseguenza, fioriscono i siti animalisti sui vari 'social' e le foto di animali dolci e coccolosi e carezzevoli e 'pelouche' straripano su facebook e si sostituiscono a quelli delle persone. E oggi i cani domestici vengono chiamati 'Renzo' e 'Luisa' e 'Jerry' e passa i suoi guai sui 'social' chi denuncia il troppo che stroppia e il pesante impatto igienico e ambientale che ha il loro aumento esponenziale nelle nostre città di pietra e asfalto lavate solo dalle piogge d'autunno.

E ieri guardavo e ascoltavo con grande attenzione il docu-film 'Human' di Yann Arthus Bertrand: sintesi di un lavoro immenso di 2000 e passa interviste all over the world a persone le più varie e diverse e quasi tutte male in arnese e sofferenti e poveri in canna e condannati a morte nelle prigioni americane e mi veniva naturale, di riflesso, provare il mio pensiero in una faticosissima sintesi su cosa è umano e cosa no - e umano, a quanto si mostra nel film, è sia il male che commettono i criminali che poi si ravvedono una volta imprigionati e in attesa di esecuzione, sia la follia dei dettati religiosi quale si mostra nel film: con le immagini delle folle oceaniche della festa del 'kumbh mela' in India e le prostrazioni di massa e l'ipnotico fluire dei fedeli islamici intorno alla 'kaaba' a La Mecca. Maledetto oppio dei popoli e incubatrice di conflitti spaventosi quali quelli che hanno portato alla nascita dello stato islamico e ai 'radicalizzati sul web' che tanti morti hanno lasciato sulle nostre strade e piazze.

E il regista si dice profondamente rispettoso di quelle follie oceaniche e delle ipnosi della varia e diversa religiosità che affligge come una malattia incurabile la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, ma tace sulle migliaia di morti che quei raduni insensati hanno provocato nei secoli e non prende in nessuna considerazione il possibile governo di quel caos che pure dovrebbe essere preoccupazione massima degli amministratori della cosa pubblica cittadina e nazionale.

Una naturale propensione a tutti assolvere e perdonare, quella di Arthus Bertrand, che fa a pugni con il ritorno dei despoti e dei tiranni e dei pretesi 'fascisti' sulla scena mondiale e con la richiesta che viene dalla 'pancia' degli elettori di moltissimi paesi di sicurezza e ordine.

E da tutta la lacrimosa e dolorosa ritrattistica umana di quel film si evince che nessun governo del caos è possibile e auspicabile con pugno di ferro, bensì che dobbiamo accettare il medioevo di ritorno che affligge i paesi dell'Occidente sotto arrembaggio e invasione dei nuovi poveri delle economie globalizzate e dei conflitti che ne nascono. 
Restare umani, di fronte a questo orizzonte di futuro di invivibilità e di necessarie frontiere blindate e difesa della nostra residua ricchezza di figli dell'Occidente evoluto è davvero molto difficile.

L'immagine può contenere: 6 persone, spazio all'aperto
Folle e follie.
L'immagine può contenere: folla e spazio all'aperto

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963