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Messaggi del 23/01/2022

Il mondo è rotto.

Post n°1925 pubblicato il 23 Gennaio 2022 da fedechiara
 

Il mondo rotto (3) 23 gennaio 2017
E' successo. Che le elezioni americane sono state vinte da un certo Donald Trump grazie allo specialissimo meccanismo elettorale che premia i caucus e i grandi elettori dei singoli stati e non la somma dei singoli voti elettorali. E il popolo che ha perso le elezioni può presentare istanza di annullamento presso le sedi amministrative e costituzionali competenti per denunciare irregolarità ed eventuali brogli, ma, una volta eletto e insediato, il presidente degli Stati Uniti è colui che ha vinto le elezioni, punto. Se ne facciano una ragione gli oppositori e si lecchino le ferite e si chiedano dove hanno sbagliato le politiche dei loro campioni messi nell'angolo e 'knocked out'.
Elementare, direbbe Sherlok Homes, ma per la 'marea umana' - come l'hanno definita quasi tutti i media televisivi e i giornalisti dei 'giornaloni' alla loro quarta crociata (tu nota i sostantivi e gli aggettivi smaccatamente partigiani) - elementare non è, e continuano a sfilare imperterriti e a manifestare contro 'l'intruso', il 'mostro', il 'fascista' Donald per chissà che strane ragioni ed elucubrazioni fantasiose di parte avversa.
Già, perché se l'evidenza di buongoverno casalingo dei 'democrats' e la loro azione geostrategica sullo scacchiere medio orientale fosse stata da tutti ugualmente leggibile e chiara e condivisibile – se non ci fosse stata l'esplosione mondiale incontrollata del terrorismo assassino, che ha in Siria e in Iraq il suo covo di serpenti, se non ci fossero stati i morti e i feriti nelle strade e piazze e nei teatri e gli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Nizza e Berlino, nessuno si sarebbe sognato di denunciare la follia di un 'mondo rotto' e globalizzato che è il cavallo di battaglia zoppo e ferito dei 'democrats' e delle sinistre europee di s-governo degli ultimi due lustri.
E non avremmo avuto la 'brexit' e Hofer a un passo dal governo in Austria e la crescita dei cosiddetti 'populismi' all over the world e le frontiere chiuse in Europa e l'imbonitore fiorentino dallo slogan atroce de:' Salviamo vite' se l'evidenza di un mondo globalizzato fosse tale da dirci che viviamo nel migliore dei mondi possibili.
Per tutto ciò esposto e ripreso dalle cronache dell'ultimo lustro di sgomento e affanno globale diciamo che Donald Trump, il 'mostro' politico demonizzato da tutti i media 'buonisti' e dalle pretese 'intelligentsia' liberal e democrats, è il sotto prodotto di un dramma epocale avviato a un suo prossimo 'cupio dissolvi' e che solo provvedimenti altrettanto drammatici di contrasto al mondo rotto e malamente globalizzato delle cattive immigrazioni e dei fallimentari 'liberi commerci' che saranno assunti dalla sua amministrazione potrebbero arginare e contenere.
Di certo non risolvere, perché l'ampiezza del dramma e della 'catastrofe umanitaria' globale lasciata esplodere nel tessuto sociale dell'America e dell'Europa dagli s-governanti europei e dall'amministrazione Obama è di tale enormità che non basteranno i due prossimi lustri a disinfiammarla.
Attendiamo fiduciosi l'esposizione di un nuovo 'new deal' non vanamente retorico da parte dei 'democrats' che sfilano per le vie e le piazze di Washington, qualcosa di diverso e meno privo di senso e vuota retorica dell'obamiano 'yes we can'.
Perché non ci è ancora chiaro che cosa abbiano potuto, Obama e i suoi 'democrats', a parte l'aver condotto il mondo sull'orlo di una catastrofe globale che peggio è davvero difficile immaginare.
Ogni suggerimento e chiarimento in proposito è gradito.
100.000 per la Questura. Marciare fa bene alla salute. http://www.ilfattoquotidiano.it/.../marcia-delle.../3332236/

 
 
 

Cambi di passo evocati.

Post n°1924 pubblicato il 23 Gennaio 2022 da fedechiara
 

Ok. E' stato bello sognare. Un sogno un po' bislacco, ne convengo, ma segnato da una sottile allegria e joie de vivre, come le canzoni in francese che quel tal presidente mancato cantava nei suoi gioiosi convivi e serate eleganti e a bordo delle navi da crociera dove 'animava' le serate al pianoforte e presso l'orchestra nei saloni.
Ma evitava di cantare 'Les Feuilles mortes' per non intristire le signore attempate senza cavaliere.
E dopo sette anni di ingessature mattarelliche e di noiose interpretazioni risorgimentali del ruolo sarebbe stato davvero un bel vedere e fuochi di artificio, convenitene. Un cambio di passo, un 'boleo' alto e a tutta scosciatura, per restare sul tema del tango.
E un'altra grande lezione di vita ci viene da quell'uomo, il Joker mesto dell'ultimo film da Oscar all'interpretazione: che 'si può far senza'. Ci si può ritirare anche avendone i numeri (dicono i suoi) e rinunciare, con profonda tristezza, al sogno che aveva da bambino.
Perché noi, comuni mortali, interrogati dai grandi quando eravamo bambini, dicevamo che volevamo fare chi il pompiere, chi il pilota di formula uno, i più presuntuosi e arrivisti precoci perfino gli astronauti che fanno le capriole nello spazio siderale.
Lui no. Lui voleva fare il presidente della repubblica.
Però un merito ce l'ha. Ci ha indicato che 'il re è nudo' (e non è quasi mai un bel vedere).
Ci ha mostrato che non c'è un papabile di razza che sia uno, Draghi a parte che umano non è - e ce lo voterebbero perfino da Urano per posta celere come l'uomo incaricato di riordinare il sistema solare e mescolare le orbite dei pianeti e avvicinarle al Sole.Tutti a rotolare su se stessi, ma ben 'stretti a coorte' con quel che segue (corna e bicorna).
E ci sarà da ridere a sentire lo speaker della Camera, fico solo di nome, pronunciare i nomi mosci di presidenti improbabili con sempre maggior delusione nella voce, mano a mano che passano i giorni - e si farà notte e marzo avanzato prima che i partiti, l'un contro l'altro armati, convengano sul meno peggio e che accontenterà tutti al ribasso. Un presidente per stanchezza dell'aula stremata.
Beh, domani si comincia, gente. Domani è un altro giorno si vedrà (che Vivien mi perdoni).

Cambi di passo evocati.
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