Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 01/05/2023

Gli auguri del Primo Maggio.

Post n°2557 pubblicato il 01 Maggio 2023 da fedechiara
 

Dialogo tra uno 'scrittore' di blog e un navigatore.

-Buon primo maggio!
-Buon primo maggio anche a lei. Lei crede che sia di buon augurio questo nostro festeggiare il primo maggio-giorno del Lavoro-che-non-c'è o che si fatica a trovare e che sia adeguatamente retribuito e a condizioni di lavoro discrete?
-Un buon augurio è sempre gradito. Dovremmo, forse, tenere a mente che ogni festa e augurio si porta dietro la sua maledizione del 'gabbato lu santu' e rammentare che il lavoro nel mondo è una brutta bestia e annovera i casi dei minori costretti all'abbrutimento delle dieci/dodici ore giornaliere a cifre vergognose di paga settimanale e condizioni di lavoro spaventose insieme a quelli dei 'nerd' della Silicon Valley e ai 'traders' delle aziende che speculano sugli alti e bassi delle borse e rifilano agli ingenui acquirenti le azioni-carta straccia dei fallimenti annunciati. Un minimo dei minimi, come lei capisce, e un massimo della vergogna per le cifre guadagnate da questi ultimi – salvo i tracolli ricorrenti 'alla Lehman Brothers'.
-Lei crede che non ne se va fuori con l'auspicio che il futuro del lavoro un giorno sarà di tutti coloro che ne hanno bisogno e adeguatamente retribuito e condizioni del lavoro che riducano al minimo gli incidenti e le morti sul luogo di lavoro?
-Credo che possiamo augurarcelo, solo augurarcelo. Credo sia davvero difficile che l'umanità tutta converga su questo obiettivo. Gli interessi degli imprenditori e dei datori di lavoro in genere confliggono con quelli dei lavoratori e sono mosche bianche quei datori di lavoro che hanno a cuore la sorte dei loro sottoposti e mettono in atto quelle decisioni che ne facilitano il vivere.
-Quindi non ci sarà mai vera pacificazione e 'magnifiche sorti e progressive'?
-No, non ci saranno. A volo d'uccello sul futuro prossimo non vedo come sia possibile che tutto ciò si realizzi.
-E il Concertone del primo maggio può fungere da stimolo per una coscienza diffusa di quanto andiamo dicendo?
-Si. Per quanto, a parole e canzoni, siano bravi tutti a denunciare, auspicare, sperare e strimpellare. C'è perfino una canzone d'antan che lo rimarca. Il ritornello faceva: 'Parole, parole, parole...' per dire dell'insignificanza che assumono le parole se non trovano agganci nella realtà dei fatti.
-E quindi si torna all'augurio iniziale – che sembra avere la stessa valenza negativa di quella canzone che lei cita...
-Infatti: auguri, auguri, auguri.. Come a Capodanno. Salvo ritrovarci con gli anni recenti della pandemia maledetta e tutti chiusi in casa e, a ruota, con la reviviscenza della guerra in Ucraina che fa schizzare l'inflazione alle stelle e rende obsolete le caldaie del gas – e la bolletta energetica alle stelle a sua volta perché include il costo degli armamenti che spediamo a quegli 'eroi' combattenti.
Vien da dire: 'Dagli auguri ci guardi Iddio...'
-Buon primo maggio.
-Buon primo maggio anche a lei.
Si parva licet componere magnis.
Leopardi, Giacomo - Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere (2)
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Viaggi di ieri. Argentina.

Post n°2556 pubblicato il 01 Maggio 2023 da fedechiara
 

Cafayate, 27 marzo 2019.
E, a Cafayate, piccolo borgo antico degli altopiani andini, il tramonto è suggestivo e, nello sfilacciarsi delle case che aprono l'orizzonte lontano, capita di leggere le frasi d'amore degli adolescenti a caratteri cubitali sui muri – sempre le stesse, all over the world, forse con una nota aggiuntiva di ingenuità che nasce dall'isolamento del villaggio dove ancora 'la gente mormora'. E un filo di mormorio collettivo non è male e costituisce un sano 'controllo sociale', a dispetto di quanto scriveva Leopardi prigioniero del suo asfittico borgo antico e delle siepi 'che di tanta parte dell'ultimo orizzonte...'.
E la religiosità qui è forte e la vedi dipinta perfino sui furgoni che passano per via - e le chiese sono stipate di bamboline e bambolini vestiti buffamente e sono i nostri santi Antonio, Chiara, Bartolomeo rinominati in castigliano e le madonne di ogni ricorrenza e umano bisogno (del Pilar, della Salute, del Rosario, Immacolata) dagli abiti coloratissimi della tradizione tessile di ogni villaggio.
E l'alba si disegna trionfale sopra il monte con la luna piena 'in coppa' e l'aria è tersa e cristallina e camminare per la città ancora addormentata è suggerimento che si dà al viaggiatore accorto per meglio respirare le atmosfere del villaggio e immaginarsi abitante onorario della cinta urbana periferica dove dalle strade sterrate si alzano nugoli di polvere ad ogni passaggio dei camioncini scassati e i randagi ti abbaiano contro.
E, nel corso della mattinata, mentre aspetto il pulmino dell'escursione quotidiana, mi capita di visitare una 'tienda' di prodotti tessili e dialogare duro con una ragazza che si dice esule venezuelana. Sventatamente, mi scappa di citare il leader Maduro che resiste impavido al golpe degli yankees di sempre. E la ragazza reagisce male e sbotta franca : 'Tenetevelo!' e si chiude in un rabbioso silenzio e capisco il suo dramma, ma la politica, come diceva quel tale, 'non è un pranzo di gala' e la vergognosa intromissione negli affari interni di un paese sovrano e la spudorata preparazione di un golpe e la minaccia di intervento armato da parte della solita C.i.a. dei mille nefasti internazionali mi fa venire in mente Allende con il mitra in pugno morto ammazzato dai militari golpisti - ed è ricordo intollerabile che da solo dovrebbe suggerire all'America di Trump di tenersi lontana le mille miglia dai paesi latino americani per almeno sette generazioni a venire.
Sette volte sette.

 
 
 

Aguzzini e vittime. Ragione e sentimento.

Post n°2554 pubblicato il 01 Maggio 2023 da fedechiara
 

(...) Qui, si siede per terra insieme a un gruppo di homeless come lei. Loro sono stranieri, di origine africana, e il quotidiano La Nazione spiega che uno di loro le propone di passare la notte nella sua tenda posizionata nei pressi di via Tonale, distante circa un chilometro dalla loro posizione. Lei accetta, così come la turista francese aveva accettato di trascorrere del tempo con il suo aguzzino in attesa di poter salire sul treno che l'avrebbe portata da Milano a Parigi.
Ma è una trappola e una volta giunta nella tenda, la donna subisce la violenza…
La questione è delicata. A sottolinearne alcuni aspetti piuttosto di altri si rischia di voler limitare il diritto delle donne a muoversi secondo le proprie decisioni e i privati intendimenti - guai a noi, viva la libertà di ognuno e tutti.
E allora provo a chiedermi: 'Se tu fossi donna su quale base e giudizio di merito avresti accettato: 'di trascorrere del tempo con il suo aguzzino in attesa di poter salire sul treno che l'avrebbe portata da Milano a Parigi?'
Il suo aguzzino era persona di bell'aspetto e modi gentili ed eleganti e capace di battute che 'fanno ridere' – cosa che sembra essere particolarmente importante nel rapporto uomo-donna e dispone l'animo alla fiducia e rilassa i freni inibitori e priva le vittime delle naturali difese e diffidenze e le cautele che salvano e mettono al riparo?
Ecco, è questo il passaggio delicato e uno degli elementi che un giudice, in fase di processo per stupro, è chiamato ad esaminare: quanto la vittima abbia concesso al suo aguzzino, dove si pone il discrimine tra lo sbrigativo (e spesso ingiusto) 'se l'è cercata' e la violenza maledetta e animale degli orchi maschili che siamo e ci mostriamo non appena trascuriamo i limiti e i divieti insiti in ogni nostra relazione sociale.
Non è facile, lo so, lo sappiamo, l'avvenenza del genere femminile ha sorrisi maliziosi che incantano e che scambiamo per inviti e tuttavia dovremmo avere sempre presente e vigilante l'alt che si deve alla persona con cui ci relazioniamo.
Si dice, sbrigativamente, che 'quel tale è guidato nei suoi comportamenti da ciò che nasconde nei pantaloni' e questo è proibito, è la soglia del reato di violenza sempre in agguato, è lo stravolgimento e la negazione di ogni canone positivo nelle relazioni con l'altro sesso.
Dovremmo esserne coscienti, dovremmo poter identificare sempre e in ogni caso il passo nostro fatale che varca quella soglia, ma per alcune persone del tanto considerato (a sinistra dello schieramento politico) 'disagio sociale' 'più del dolor potè il digiuno' - che non è mai una giustificazione, una assoluzione preventiva, semplicemente è un reato gravissimo di violenza verso l'altro/a e va punito severissimamente 'senza se e senza ma'.
Non si danno distinzioni ed attenuanti, non dovrebbero esistere in un aula di vera giustizia.
La violenza, di ogni genere e tipo, va stigmatizzata e sanzionata.
L'animale uomo, da millenni, ha sposato la ragione e il sentimento di pietà verso il suo prossimo - ne tengano conto i giudici nel punire adeguatamente gli aguzzini.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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