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Io e la Religione 

Post n°34 pubblicato il 17 Marzo 2008 da ka300m
 

Con la Pasqua alle porte, la mia crisi di identità religiosa bussa rumorosamente. Premesso che sono cresciuto come Cristiano Cattolico, negli anni il mio rapporto con la mia religione è diventato sempre più conflittuale.

Da piccolo ho seguito il classico percorso che viene fatto fare all'interno della nostra società: battesimo, catechisimo, prima confessione, catechismo, prima comunione, catechisimo, cresima.
Durante questo percorso ho vissuto la mia vita sociale in oratorio. Per quel che ricordo ho sempre seguito questo percorso senza pormi grosse domande: "le cose stanno così perchè e per come"... Amen.

Crescendo, i ritmi, i riti, i doveri e i limiti "imposti" dalla chiesa, mi hanno portato ad allontanarmi dal percorso che mi era stato fatto fare, senza però mai rinnegare quanto avessi vissuto.
Se all'inizio l'evasione era per lo più perchè a 18 anni vuoi divertirti e vuoi "trasgredire", col tempo queste motivazione sono andante scemando ed è accresciuta in me una razionalità ed una visione della vita che si discosta, spesso, in maniera profonda dalla Chiesa.

Nel diventare adulto mi sono accorto che non è il mio rapporto con la religione ad essere in dubbio, ma è il mio rapporto con la Chiesa.
Per 10 anni sono vissuto bene senza la formazione religiosa, ho cresciuto in me una morale laica a volte molto più forte e coerente di quella religiosa. Ho scoperto che valori di rispetto, aiuto, fratellanza e solidarietà, non sono di solo appanno delle religioni. Nel pieno di questa mia consapevolezza, mi rendevo conto che c'era qualcosa che comunque mi mancava, c'era un vuoto in tutto questo e non capivo perchè.

Complice il fatto di aver conosciuto "C", estremamente praticante e immersa nella società religiosa, mi sono riavvicinato a piccoli passi anche io.
Da adulto ho capito molte più cose di quanto da bambino ne avevo intese. Per lungo tempo ho ascoltato, mi sono impegnato a cercare risposte, cercare la mia strada. Credo anche di averla trovata ad un certo punto. Ma poi... è successo di nuovo, non mi sono più sentito a mio agio in quella struttura e in quel che veniva detto.

Tutto questo è accaduto 4 settimane fa.
Durante la messa, prestando attenzione alle letture e al vangelo, mi sono ritrovato a chiedermi perchè un "Dio misericordioso" debba "punire coloro che vivono nel peccato". Mentre mi ponevo queste domande, il prete invece che fare un Omelia ha iniziaito una predica "politica", parlando di come i politici dovrebbero comportarsi se davvero cattolici, di come noi dovremmo essere buoni cattolici.

Io nella mia concezione vedo credo che Dio esista, ma Lui come entità superiore al tutto non credo abbia bisogno di essere adorato. Per quale motivo un entità che è in cime al tutto dovrebbe volerlo? Dio non può seplicemente averci creato per farci prendere coscienza di noi?

Se mi guardo attorno, è per me molto facile credere nella sua esistenza. Tu che stati leggendo fermati a pensare a tutti gli oggetti che usi nella vita quotidiana. Li abbiamo creati noi e ci siamo riusciti perchè l'uomo ha preso coscienza sempre di più di cosa ci è stato offerto! Ci è stato dato tutto il necessario per evolverci, e se ci fermiamo a pensare un attimo credo che sia molto facile per ognuno di noi rederci conto del "tutto".

E se Gesù fosse venuto a spiegarci proprio tutto questo? A farci aprire gli occhi su quanto avevamo a disposizione? E se fosse morto per comunicarci che qualcosa oltre questa vita c'e' ma che sarà il dopo e che dobbiamo intanto vivere quanto ci han dato?

Come posso vivere COME vuole la Chiesa e credere a quello che DEVO credere?

Come posso credere che un testo nato 2000 anni fa sia rimasto immutato nel suo significato in tutto questo tempo?

La risposta per la chiesa è FEDE. Ma non è la Chiesa stessa che ci dice in cosa dobbiamo avere FEDE e che cambia la nostra FEDE sotto i nostri stessi occhi?

Quanti sanno che il limbo non esiste più e che un bambino non battezzato oggi va comunque in paradiso?

Avrei veramente tante altre cose da chiedermi e da dire...

Domenica è Pasqua, una parte di me è ancora legata alla festività come la vuole la Chiesa, una parte di me vorrebbe viverla in serenità con me stesso e in coerenza.

Cosa fare? Voi come riuscite a vivere, se l'avete, la vostra religiosità?

 
 
 
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MI HANNO DETTO...

"considero un privilegio averti "incontrato", ancora non capisco perchè "ti fai fare compagnia" anche dai miei scritti... ma sono onorata ogni volta che vedo che sei "passato da me""

"purtroppo il "fascino del bastardo" colpisce troppo spesso.. mi hai colpita davvero, sai?"

"te l'ho detto... non devi angosciarti a cercare ricky
queste cose vengono da sè quando il momento è più propizio"

Grazie!
 

PESCATE DAL MIO CILINDRO...

Non voltarti indietro a guardare i passi che già hai fatto, perchè ti sembreranno sempre troppo pochi, ma saranno sempre meno da quelli che ti dividono dall'obiettivo.

Non abusare mai della parole "Ti Amo!", sono due parole che vanno usate al momento giusto e col tono giusto, un po' come se ogni volta che le diciamo ne abbiamo di meno da dire.
 

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