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La condanna della calza elastica

Post n°573 pubblicato il 04 Marzo 2013 da latuaossessione7

Ebbene sì, nonostante il flebologo fosse un lumacone mi sono convinta e ho acquistato dei collant a compressione graduata, ovvero calze che esercitano una pressione diversa sui differenti punti della gamba in modo da riprodurre una sorta di massaggio benefico che favorisce la circolazione sanguigna.
In pratica, veri e propri strumenti di tortura degni di essere esposti al museo di San Marino a fianco di argani, culle di giuda e mazze chiodate.
A parte il prezzo, che già di per sè è una mazzata per le tue personali finanze, un gesto normale come infilarsi un collant, con loro - le dannate elastiche, soltanto di nome e per nulla di fatto - diventa un'impresa eroica cha potrebbe essere sponsorizzata dal team di Donna Avventura.
Leggi le istruzioni, con calma ti accomodi sul letto (tu che di solito ti infili il collant in piedi in cucina mentre bevi il thé verde e ripulisci il tavolo dalle briciole), infili con calma e gesti misurati prima un piede, poi passi all'altro, stendi la fibra dura come il cemento sulla caviglia e quando arrivi ad altezza del ginocchio incontri l'inevitabile impasse. Niente, non si muove niente, la calza sembra essere tutta lì e più la tiri meno si allunga. Allora la sfili con delicatezza, che mica puoi rischiare di smagliarla con quel che costa, e ricominci da capo: prima un piede, poi l'altro, poi una caviglia e subito dopo l'altra, poi in zona ginocchio ti fermi di nuovo e non c'è verso di farla salire.
Genere giapponesina con i piedi fasciati ti trascini verso lo specchio, ti dai un'occhiata di traverso e decidi che no, al lavoro così non puoi presentarti.
Terzo tentativo: orologio impietoso che ti dice che il tempo a disposizione per la vestizione sta per scadere e poi se trovi un camion sulla strada chi la sente la tua capa, i gesti si fanno più veloci, arrivi al ginocchio in tempi record con un moto di orgoglio che ti gonfia il petto, trattieni il respiro e niente da fare, la calza è bloccata esattamente come prima.
Resisti alla tentazione di prendere un paio di forbici e squarciare il collant, lo srotoli lcon cura verso la caviglia, lo riponi nella bustina trasparente intonando una nenia che inizia con porc... e non ricordi bene con quale amenità si conclude, ma sai bene che non si conclude sull'ascensore, mentre cerchi frettolosamente di metterti il mascara che ti finisce rovinosamente nell'occhio e nemmeno nel cortile del tuo posto di lavoro, quando con una sbirciatina allo specchietto retrovisore stabilisci che la mezz'ora persa a fare contorsioni sul letto era meglio dedicarla a renderti perlomeno presentabile.

 
 
 
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