Creato da rimescolareilvolga il 28/10/2006

PAPERE E PANNOCCHIE

O PAPERE E PANNOCCHIE...

 

 

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NON è semplice

Post n°1638 pubblicato il 07 Giugno 2007 da rimescolareilvolga
 

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Orgoglio pedofilo (vergogna)

Una delle cose più riprovevoli per la coscienza umana è l’abuso su chi è più debole. La pedofilia è l’attrazione erotica verso i bambini, tanto più condannabile perché implica spesso reati come violenza sessuale e atti osceni. La fantasia criminale di questi pervertiti si spinge a creare reti di pedofili che sfruttano i bambini, costretti poi a rimanere nel “giro” a suon di regali o minacce. Il cuore di persone che rovinano per sempre l’esistenza di questi innocenti non può essere che di ghiaccio. Dico “per sempre” perché gli effetti di queste esperienze scioccanti permarranno a lungo nelle giovani menti sconvolte di questi bambini, creando talvolta emarginazione sociale e malattie psichiche gravi.

Il bambino naturalmente si fida di chi si accosta a lui, e da quel momento, visto che la sua fiducia è stata mal riposta, avrà paura persino ad esprimersi liberamente.

Uno squallido mondo, che spesso presenta “manager” pronti senza scrupoli, a mettere in piedi un’attività commerciale in piena regola i cui profitti sembra siano enormi.

Oggi attraverso il sito http://www.ibld.net/ibld.cgi  che non è un sito illegale, perché non contiene pornografia, anzi questi signori si impegnano a convincere i loro lettori di agire nel bene, di volersi differenziare dai criminali, da chi fa atti violenti, da chi costringe i bambini, i ragazzi, dicendo che loro li amano, si scopre che il 23 giugno sarà la giornata dell' orgoglio pedofilo, una notizia  che fa inorridire le coscienze di tutte le persone pensanti.

Questi inqualificabili mostri hanno il coraggio di dedicare una giornata all’orgoglio pedofilo.

E’ giunto dunque il momento di “armarci” per vincere anche questa lotta; tiriamo fuori dalla miseria, dall’ignoranza, dalla fame quei poveri bambini che vengono venduti; educhiamo i genitori a seguire con maggior senso di responsabilità i loro figli e a denunciare qualsiasi tentativo di adescamento senza stupide remore o assurdi silenzi e timori. Senza stare ad ascoltare chi si leverà a parlare in difesa delle libertà del singolo, che verrebbe limitata da leggi comuni, pronte a colpire con la necessaria durezza. Inviterei questi “garantisti” ad ogni costo a riflettere e a pensare al proprio comportamento nel caso in cui il minore adescato fosse il proprio figlio. La pedofilia è un cancro che va estirpato con qualsiasi mezzo legale, da ritenersi grave quanto la complicità nel reato per coloro che rimangono indifferenti.

Di fronte a queste mostruosità invochiamo si leggi più severe, come la non prescrizione del reato, che colpiscono duramente, ma anche, e forse soprattutto, prevengono reati di questo tipo. Tutti i siti i siti web che in qualche modo danno voce e spazio alla pedofilia devono essere oscurati.

Non sempre però le leggi e le azioni di polizia arrivano al momento giusto, spesso intervengono, quando il male è già stato compiuto.

Uniamoci, facciamo sentire la nostra voce, la nostra contrarietà  per i siti pedofili e per i siti che proclamano la giornata dell’orgoglio pedofilo, affinché questi animali sappiano che non sono braccati solo dalle forze di polizia, che sono braccati da tutti i genitori, dai parenti, dai vicini di casa, dagli amici degli amici, da tutti e che per questo non potranno farla franca. Tutti insieme dobbiamo gridare forte:

 

Basta con la pedofilia

basta la violenza sui bambini”.

 

 
 da: shardana0
 

 
 
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Inviato da agentealcairo il 06/06/07 @ 14:06 via WEB
Bellissimo post, giusto, non se ne parla mai abbastanza e tu poi sai farlo nella giusta maniera, molto bella l'immagine, si potrebbe farne un banner da mettere in un box personalizzabile? Mi è piaciuta molto, la trovo incisiva, la migliore che abbia visto finora..a presto e..buon pomeriggio, carissimo..cris
 
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Inviato da shardana0 il 06/06/07 @ 17:54 via WEB
Cuiao Cris, non si può stare in silenzio dopo aver saputo del 23 giugno. Un salutone e grazie. :-)
 
Inviato da nientesono il 06/06/07 @ 17:44 via WEB
E'vero,non si può restare indifferenti a tutto il marciume che sta venendo fuori;di cosa potrebbero essere orgogliosi?dovrebbero stare rintanati e vergognosi di questo orribile stato,non proclamarsi "orgogliosi" Ma sarà poi vero?mi sembra incredibile che si arrivi a tanta tracotanza.Però ti devo dire che mi ha colpita alla TV la storia di quella signora che era stata vittima dall'età di dieci anni sino all'età di venticinque delle violenze del parroco..non capisco come dopo la prima volta abbia continuato per ben quindici lunghi anni a frequentare la parrocchia,sarebbe dovuta stare ben lontana....mmmm..mi è sembrata una cosa inconcepibile. Ti prometto che urlerò fortissimamente:FERMATE I PEDOFILI.
 
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Inviato da shardana0 il 06/06/07 @ 17:56 via WEB
Grazie per il tuo commento. Ti auguro una buona serata salutandoti caramente. Ciao :-)
 
Inviato da rimescolareilvolga il 07/06/07 @ 00:32 via WEB
Ci sono dei dubbi che mi pongo spesso e delle domande, di cui in nessun blog visitato ho trovato risposta. C'è una "campagna" in atto contro la pedofilia ma nesssuno spiega come si diviene pedofili. Questa sera ho visitato una cinquantina di blog e ritrovo la stessa impostazione sulla pedofilia tanto che mi sorge un dubbio che qualcuno di noi abbia paura di esserlo; è una strana sensazione, si invita il linciaggio di una cosa che non si conosce, come se mettendo la parola " FINE " fosse tutto risolto. Mi lascia perplesso il cercare di non approffodire le situazioni e di contro cavalcare il senzazionalismo degli eventi. Faccio alcuni esempi: 40-45 anni fa in Italia erano permesse e tollerate nelle scuole le punizioni corporali; nelle famiglie era una pratica diffusa considerata educativa (non intendo lo sculaccione, ma le cinghiate)...ora qualcuno mi dovrebbe spiegare che influenza hanno sui comportamenti umani e sulla crescita di un bambino. "Mi sorge il dubbio" che i comportamenti genitoriali influiscono in maniera determinate sui comportamenti dei figli che un giorno saranno adulti; si perchè prima di essere adulti si è bambini, adolescenti etc. Non stò affermando che gli atti pedofili sono giusti, anzi il contrario, ma vorrei capire qual'è la causa di certi comportamenti. Credo che un bambino non nasca pedofilo pertanto avviene qualcosa che lo renderà tale, ed è questo qualcosa che viene continuamente "sorvolato", perchè potrebbe mettere in discussione certi nostri comportamenti e paure. Più che dire basta con la pedofilia, basta con la violenza sui bambini bisognerebbe cominciare a dire altri " Basta..." ma ciò implica delle "analisi" sui propri comportamenti e modificare se stessi...e sono queste analisi che non ritrovo nei blog, e cio mi sconcerta...UN abbraccio - Mauro

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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> NO all'orgoglio pedofilo su nuvola viola
Ricevuto in data 09/06/07 @ 18:08
  Per  fermare la manifestazione dell'orgoglio pedofilo (!) e chiedere di oscurare i siti web ped...

 
Commenti al Post:
53lucexte
53lucexte il 07/06/07 alle 12:44 via WEB
e' MOLTO INTERESSANTE CARO MAURO..questo tuo post..ci vorrebbe una disquisizione approfondita e magari verbale..una cosa è certa..si farebbe bene a cercarne la causa..per poterla capire e magari curare..sicuramente ci sono degli effetti collaterali derivanti da atteggiamenti genitoriali..vedi miei ultimi post ( Le sofferenze, invece, inflitte al bambino attivamente o derivate da carenze di accudimento, e da ogni altro tipo di angoscia, generano aggressività. Il bambino cerca allora di liberarsi di questa aggressività, buttandola fuori, proiettandola all’esterno. Il compito della buona madre, ma anche del padre, dovrebbe essere quello di accogliere tali proiezioni e, come dice W. Bion, “disintossicarle” e restituirle al bambino. Quando però le sofferenze sono eccessive, il bambino non riesce a proiettarle del tutto fuori e a dimenticarle. O, peggio, le proiezioni non accolte e non disintossicate dai genitori, e dunque non trasformate, ritornano indietro come un boomerang, e, divenute ancora più persecutorie, vengono reintroiettate rimodellando negativamente l’immagine interna della madre o del padre (oggetto interiorizzato), che viene sentita come minacciosa e di cui il bambino può avere paura fino al punto di temere di esserne divorato. Allora, come una nave in un naufragio, se può, isola con le paratie una parte del suo scafo salvandolo dall’irruzione dell’acqua, così, quando le cure parentali mancano gravemente, il bambino cerca di salvare, scindendola, almeno una parte della sua personalità e almeno una parte dell’oggetto d’amore primario, interiorizzato (madre e padre). Inoltre quando le sofferenze sono troppo grandi manca quella componente d’amore (libidica) necessaria, a legare, come dicono gli psicologi, l’aggressività con la libido, cioè a mitigare la scarica di entrambe queste componenti fondendole insieme. ) ********* il Buio e la Luce non sono solo nella nostra anima ma anche a livello generale societario..siamo tutti "UNO"...e spesso l'OMBRA CHE NON AMIAMO NON E' ALTRO CHE LA PARTE DI NOI CHE NON ACCETTIAMO..purtroppo non serve solo giudicare..ma bisognerebbe capire consapevolmente di un problema per poterlo risolvere..come miei amici che da anni vado a gruppi..tanti sono alcolisti e certi drogati..esseri spesso denigrati e disprezzati perche' la gente pensa che sia solo un "Vizio"..mentre purtroppo anche l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha dichiarato che è una MALATTIA...per carita'-la mia non vuole essere una giustificazione per il male che fanno a tanti bambini..anzi!!! ma penso che piu' che ghettizzare e inorridire e pensare di ..eliminare...certe persone...pensare che sono i nostri "tumori" societari ..e come tali vanno curati..magari a preventivo appena ci si accorge...spesso parlandone..si sviscerano mali o paure che si pensa di essere i soli mentre siamo in tanti a stare male..bisognerebbe immettere piu' Amore...e capire che ognuno che ci sta di fronte è sempre un nostro fratello..e va amato..e cercare X IL BENE COMUNE..di unirci ed aiutarci..a guarire le NOSTRE FERITE...penso che soffrano gli aguzzini e le vittime..penso che spesso non sappiamo le vere cause..le ferite psicologiche che albergano nei loro cuori..ma penso anche che i deboli..DONNE BAMBINI ANIMALI..E TUTTI COLORO CHE SONO INDIFESI VADANO TUTELATI ....AL MEGLIO...e accolti con AMORE in seno alla nostra societa'..che di valori e umanita'..ne sta dimenticando...ma se ricordiamo sempre la LUCE d'amore che c'è in ognuno di noi..penso che anche una piccola goccia possa creare un oceano...........Un abbraccio Mirella :-))
 
Pattivis
Pattivis il 08/06/07 alle 01:04 via WEB
io spero che i pedofili siano solo malati ma...da quando il senatore pazzo Bisaglia ha eliminato i manicomi dicendo che non esistevano pazzi....ecco lui suicida e i pazzi in giro a far danni!!!! Molto succintamente ti ho spiegato la mia idea,cmq,ora non mi sembra il momento di disquisire...ma di "fare". Se vuoi leggermi il mio blog raccoglie adesioni,commenti..etc ti saluto,pattivis
 
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 08/06/07 alle 08:45 via WEB
no non l'hai spiegata succintamente, non l'hai neanche sfiorata...che io sappia la chisura dei manicomi è da riferirsi, cito :" La figura di Franco Basaglia -------------------------------------------------------------------------------- Franco Basaglia è lo psichiatra maggiormente conosciuto nel secolo scorso, per la battaglia condotta negli anni '70 volta a chiudere l'orrenda istituzione manicomiale. Questo sito ha lo scopo di ricordarne la memoria. Franco Basaglia nacque a Venezia l'11 marzo 1924, ove passo' una infanzia falice ed agiata nel quartiere di San Polo. Conseguita la maturità classica proseguì gli studi iscrivendosi alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Padova. Nel periodo universitario si dedicò ai classici della filosofia: Sartre, Merleau-Ponty, Husserl, Heidegger. Terminati gli studi si laureò nel 1949 e più tardi nel 1953 si specializzò in Malattie nervose e mentali, unendosi in matrimonio con Franca Ongaro, che fu coautrice di alcune opere sulla psichiatria e deputata di Sinistra Indipendente. Nel 1958 lavorò presso l'Università di Padova, come assistente presso la Clinica di malattie nervose e mentali ed ottenne la libera docenza in Psichiatria. All'epoca il prorettore dell'ateneo di Padova era Massimo Crepet, amico personale di Basaglia. Per le sue idee innovative e rivoluzionarie Basaglia non venne bene accolto in ambito accademico, cosicché nel 1961 decise di a rinunciare alla carriera universitaria e di trasferirsi a Gorizia. Fu direttore dal 1961 dell' dell'Ospedale Psichiatrico di Gorizia dove vi fu un forte impatto con la realtà manicomiale: c'era la massima segregazione dei malati mentali, la contenzione, la camicia di forza e l'elettroshock. Basaglia sosteneva con i medici e gli infermieri dell'ospedale psichiatrio che "Un malato di mente entra nel manicomio come ‘persona’ per diventare una ‘cosa’. Il malato, prima di tutto, è una ‘persona’ e come tale deve essere considerata e curata (...) Noi siamo qui per dimenticare di essere psichiatri e per ricordare di essere persone". Basaglia applicò un moderno metodo terapeutico consistente nel non considerare più il malato mentale alla stregua di un un individuo pericoloso ma al contrario un essere del quale devono essere sottolineate, anzichè represse, le qualità umane. Il malato è di conseguenza in continui rapporti con il mondo esterno, in quanto gli è permesso di dedicarsi al lavoro e al mantenimento dei rapporti umani. Questo metodo di cura, non è esente da concezioni politiche e sociali (vedi più sotto Antipsichiatria). Per un nuovo rapporto tra medico e paziente Basaglia si ispirò alla "comunità terapeutica" di origine inglese; i riferimenti teorici furono Sartre, soprattutto per quanto riguarda il concetto di libertà, Foucault e Goffman per la critica all'istituzione psichiatrica. Basaglia si avvicina all'antipsichiatria, una corrente di pensero sorta in inghilterra nel quadro della contestazione e dei fermenti rivoluzionari del 1968 ad opera principalmente di D. Cooper (n. Capetown 1931). L'antipsichiatria e l'azione dello stesso Basaglia prendono spunto dall'infelice situazione degli ospedali psichiatrici; il movimento si oppure alla psichiatria tradizionale. La psichiatria tradizionale, accusata di non aver compreso i sintomi della malattia mentale, doveva cessare di giocare un ruolo nel processo di esclusione del "malato mentale ", voluto da un sistema politico convinto di poter negare ed annullare le proprie contraddizioni allontanandole da sé, rifiutandone la dialettica, per potersi riconoscere ideologicamente come una società senza contraddizioni. Questo in sostanza il fondamento dell'ideologia di Basaglia che naturalmente non era distante nè scevra da altre idee politiche del tempo; la psichiatria stessa e le soluzioni proposte erano e sono tutt'oggi fortemente contaminate dalla politica; è ben noto che l'eccessiva politicizzazione comporta o crea il rischio di una possibile utilizzazione per finalità eufemisticamente definibili "extra-assistenziali", sia che il malato mentale venga considerato "vittima sociale" o "espressione del capitalismo". Scopo dell'antipsichiatria è di coinvolgere nella propria concezione polemica tutte le istituzioni: famiglia,, scuola, fabbrica. L'antipsichiatria rifiuta il modello medico biologico della malattia; è un modello fortemente impregnato di sostanziale libertà e anti-istituzionale., secondo il quale non si deve agire in difesa del malato mentale ma pensare solo di ricondurlo nell'ambito di una norma stabilita dal "potere". Per il trattamento dei casi singoli essa riconosce validi esclusivamente gli interventi di ordine psicoterapico e a quelli politico-sociologici che avrebbero il compito di suscitare nel malato la presa di coscienza della vera origine della propria sofferenza; collega la prevenzione a un radicale rinnovamento del sistema sociale. In Italia i fermenti e diversi motivi e affinità con il movimento psichiatrico sono stati ripresi da Basaglia, Jervis, con differenti versioni della psichiatria alternativa e un coinvolgimento politico di alcune forze della sinistra italiana. La rivoluzione iniziò a Gorizia dove il manicomio fu profondamente trasformato tramite l'eliminazione di qualsiasi tipo di cura o contenimento e l'apertura dei cancelli, per dar luogo alla "comunità terapeutica"; i pazienti tornavano ad essere uomini, ovvero persone in crisi - anche esistenziale - quindi non più "malattia" e "diversità". Diceva Basaglia: "Una cosa è considerare il problema una crisi, e una cosa è considerarlo una diagnosi, perché la diagnosi è un oggetto, la crisi è una soggettività’." ed ancora: "La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere". Sue sono le opere del 1967 Basaglia "Che cos'è la psichiatria?" il volume succcessivo del 1968 "L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico". Ma non dimentichiamo anche "Psichiatria e Antipsichiatria", una lunga intervista nella quale Basaglia illustra e si rifà ad una serie di teorie di Esterson, Laing e Cooper dove senza mezzi termini si afferma che "la famiglia è il crogiolo della schizofrenia". Proprio nella famiglia si individua quel difetto di comunicazione teorizzato da alcuni antipsichiatri e battezzato successivamente come double bind (doppio legame), teoria oggi obsoleta e del tutto sconfessata, ripresa da alcuni italiani come Cancrini. Per le sue idee Basaglia fu in parte osteggiato anche negli stessi ambienti psichiatrici, specialmente in seguito ad un omicidio commesso da un paziente psichiatrico dimesso dal Basaglia che per tale ragione nel 1968 fu incriminato. Assolto, lasciò la direzione dell'Ospedale Psichiatrico di Gorizia. Nel 1969 lo troviamo all'ospedale di Colorno a Parma e due anni dopo direttore del manicomio San Giovanni di Trieste; è il periodo, dove sono ancora caldi i fermenti del 1968, che precede la chiusura dei manicomi e la promulgazione della legge di riforma psichiatrica. Basaglia a Trieste rivoluzionò l'ospedale psichiatrico avviando laboratori di pittura e di teatro. Venne formata anche una cooperativa di pazienti, che iniziavano a svolgere lavori riconosciuti e retribuiti. Nel 1973 Trieste venne designata "zona pilota" per l'Italia nella ricerca dell'Oms sui servizi di salute mentale. Tutt'oggi i servizi di Trieste propongono come slogan il motto "La libertà è terapeutica". Nel medesimo anno gli psichiatri che identificarono le loro idee in Basaglia si coalizzarono in Psichiatria Democratica, un movimento tutt'ora esistente ed attivo nelle audizioni parlamentari, appoggiato dalle forze della sinistra italiana. Il movimento fu determinante nel dare impulso al superamento del manicomio tramite una serie di manifestazioni di protesta. Nel gennaio 1977 nel corso di una conferenza stampa Franco Basaglia e Michele Zanetti, presidente della Provincia di Trieste, annunciarono la chiusura dell'ospedale psichiatrico San Giovanni. L’anno seguente, il 13 maggio 1978, fu promulgata in Parlamento la legge di riforma psichiatrica, L. n.180/78. Secondo Basaglia il movimento di Psichiatria democratica doveva allora andare oltre la chiusura dei manicomi ed affrontare quel disagio sociale attraverso il quale miseria, indigenza, tossicodipendenza, emarginazione, delinquenza, conducono alla follia (ndr: oggi le cause sono tutt'ora sconosciute). Nel novembre del 1979 Basaglia lasciò la direzione di Trieste e si trasferì a Roma, dove assunse l'incarico di coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione Lazio. Nell'agosto del 1980 Basaglia spirò nella sua casa a Venezia, dopo una lunga malattia. La legge 180 alla quale Basaglia ha dato il nome (legge Basaglia) è buona nell'impalcatura e nell'intento chiudere definitivamente il manicomio, si basa perà su teorie oggi considerate obsolete e superate, come ad esempio il doppio legame, la egazione della diagnosi, l'idea fallita di poter curare senza ricorrere all'uso dei farmaci e persino la mancata promessa di "cura" e risultati. Infatti il trattamento della malattia mentale non può risolversi esclusivamente con interventi di tipo sociale; negli ultimi anni si parla di una serie di cause (multifattorialità) biologiche, sociali, genetiche ed ereditare legate o meno all'ambiente, con un ruolo senz'altro ridotto o assente della famiglia. Conseguentemente alla luce di questi nuovi approcci, a seguito di studi, accadimenti e nuovi modelli terapeutici la legge 180 è ancor oggi oggetto di discussione. Secondo numerose associazioni di familiari va migliorata, mantenendone fermi i principi antimanicomialisti e il riferimento al territorio come luogo principale di cura e accoglimento della persona affetta da disturbo mentale."
 
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 08/06/07 alle 08:51 via WEB
mi spiace, per fare bisogna "conoscere", non cavalco tigri per "amore" di nessuno ne tantomeno sono disposto a fare crociate e a dare la caccia alle streghe o a ,mettere roghi inutili fonte di ignoranza; se la paura domina...be cominciamo ad affrontarla (la nostra) con il conoscerla; mauro
 
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