Creato da rimescolareilvolga il 28/10/2006

PAPERE E PANNOCCHIE

O PAPERE E PANNOCCHIE...

 

 

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Post N° 739

Post n°739 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da rimescolareilvolga
 

Bugie e sotterfugi dietro la scelta di Vicenza - L'editoriale di Albino Bizzotto su "Liberazione" di sabato 3 febbraio.

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Le decisioni sono prese, i giochi sono fatti. Almeno così sembra.

Mi sembra di ritornare al 7 agosto del '91 quando il Governo Craxi decise di accettare la base missilistica statunitense dei Cruise all'aeroporto Magliocco di Comiso.

Con una grande differenza: il Dal Molin poggia su un territorio altamente sensibile, sopra la più grande falda d'acqua di Vicenza ed è praticamente interno alla Città. Comiso oggi è il più grande monumento alla miopia politica e allo spreco ecologico.

Quello che sconcerta tutti e amareggia è il modo con cui è stata presa e trasmessa la decisione, con un ritorno disastroso sulla classe politica tutta: quella che ha governato a livello nazionale e locale e che nel silenzio complice ha consegnato lo stato avanzato degli accordi segreti con gli Usa e quella di Governo, che non ha saputo affrontare la situazione, né in rapporto alla popolazione locale, né in rapporto alla realtà internazionale. Si rimproverava a Berlusconi la riduzione dello Stato ad azienda; Prodi in decisioni importanti e complesse ha dimenticato "la fabbrica" e si presenta sempre più come padrone dell'azienda. Nemmeno i suoi amici più intimi di governo hanno potuto qualcosa sulla decisione. L'unica cosa utile e fattibile, da quello che compare sulla stampa, sarebbe ora riuscire a porre condizioni vantaggiose per il mercato dei vicentini. Pare che neanche su questo le prospettive siano rosee. Una questione di importanza capitale rispetto alla politica di pace, tanto conclamata nelle promesse elettorali, viene ridotta a semplice questione locale. Tutti dal Governo attuale sulle questioni di maggior peso sociale e internazionale si aspettavano una discontinuità di prospettiva e anche di scelte. Questa decisione sul Dal Molin è il più grande manifesto del qualunquismo, vorrei dire del cinismo della politica.

Sapevamo che D'Alema c'ha sempre tenuto ad essere promosso da Washington, ma che finisse nel compiacimento di Condoleezza Rice, la persona più rappresentativa dell'amministrazione Bush, ormai delegittimato dalla stragrande maggioranza dei cittadini statunitensi...!

Per un po' avevamo pensato che la terribile esperienza del Kosovo fosse servita da lezione e con piacere avevamo apprezzato l'operazione Onu in Libano e anche le aperture sull'Afghanistan, come l'occhio di riguardo all'America Latina. Ma ora c'è un grande rientro e la politica estera rimane ancora appannaggio di accordi segreti da cui veniamo sistematicamente estromessi. Vengono evocati gli spettri di alleanze vecchie più di 50 anni per una storia oggi radicalmente cambiata. Certi segreti mantengono qualcosa di torbido che danneggia la democrazia e i rapporti con le istituzioni.

È questo che fa male: i responsabili della politica credono che i cittadini siano degli eterni minori, se non addirittura dei nemici da battere, così scelte e decisioni vitali vengono prese con furbizie, sotterfugi e segreti contro la volontà e gli interessi generali della popolazione e del territorio. Il Veneto è forse la regione più emblematica al riguardo. Il Dal Molin non è che l'ultima e la più eclatante di queste situazioni. Sempre più spesso si va allo scontro diretto con chi governa, con il risultato di una grande sfiducia e disaffezione dalla politica. Su tutte le problematiche sia ambientali che politiche, nazionali e internazionali, c'è una coscienza matura e vigile dei cittadini e una ricchezza tale di competenze, che ormai tutte le rivendicazioni popolari non contengono solo la denuncia e l'opposizione ma assieme offrono anche proposte alternative qualificate e con una partecipazione ampia e trasversale della società realizzata con metodi nonviolenti. Vicenza, già penalizzata da oltre 50 anni per scelte militari imposte, si troverà ancora castigata, bloccata perché ulteriormente militarizzata. Ciò è ingiusto.

I politici trovano sempre l'unanimità bipartisan nello stigmatizzare e condannare la violenza fisica, soprattutto nei giovani, quando viene usata per raggiungere obiettivi politici. La legge allora viene invocata come un assoluto, quasi una professione di fede. Due domande serie: quanta violenza viene scaricata su una intera popolazione da una decisione di governo che non sta i piedi né a livello politico, né costituzionale, né ambientale e nemmeno sotto il profilo dell'interesse economico? E decisione imposta unilateralmente senza il confronto democratico, né con i cittadini né con il Parlamento.

Seconda domanda: come possono comportarsi i cittadini quando i loro NO vengono supportati da proposte ragionevoli, praticabili, vantaggiose e soprattutto giuste, che non vengono neppure prese in considerazione? Da che parte sta la legalità?

Infine, e questo riguarda tutti gli italiani, non solo i vicentini, pochi in questi giorni hanno tirato in campo l'articolo 11 della Costituzione. Anche questa volta lo si dimentica e non si pone il problema. Per Costituzione l'Italia rifiuta la guerra anche come strumento per la composizione delle controversie internazionali. Quindi non può prestare aiuto e basi a chi fa la guerra. Non si possono nemmeno stipulare trattati con Paesi belligeranti. Bush ha utilizzato e rinforzato la legislazione di guerra. A Vicenza arriverà la 173esima forza di intervento rapido, non un reparto di polizia internazionale. Per la guerra in Iraq sono partiti soldati statunitensi anche dalla caserma Ederle. Perché non si prendono in considerazione i fatti? Non riesco a mandar giù l'amoralità dei politici. Per la crudeltà con cui viene ucciso un innocente va in subbuglio l'Italia intera, per l'uccisione di migliaia e migliaia di innocenti.. nessuno responsabile né politicamente né penalmente. Tutto normale, effetti collaterali e semplice necessità politica! Non riesco a capire perché si è sempre così determinati e tranquilli nel perpetuare le strutture di guerra e si ha così tanta paura di porre segnali diversi in un mondo sempre più insicuro proprio a causa della guerra e bisognoso di scelte urgenti per l'acqua, l'aria, la terra da garantire per la vita di tutti. Conosciamo anche troppo bene i costi di guerra non riusciamo mai a partire con i costi di pace.

Come finale propongo che tutti i Ministri del governo si rechino in pellegrinaggio alla base di Comiso per evitare che il Dal Molin riproponga la logica e l'esito.

Anche se lo choc è stato troppo forte e con tutte le notizie (ultima il rifiuto del referendum da parte del Comune) sembra non avere termine, la società civile ha trovato energie che sembrava mancassero a Vicenza. Come sempre l'organizzazione e l'unificazione di tutti i soggetti che stanno impegnandosi contro questo progetto assurdo comporta ancora fatica, ma le premesse per un impegno largo, determinato e resistente di popolo ci sono tutte. Non solo la componente movimentista, ma anche quella cattolica e quella sociale e politica sono tutte in fermento, e non solo a Vicenza

È già pronto in progetto modulare, che verrà illustrato in questi giorni alla cittadinanza, che permetterebbe non solo di assorbire il licenziamento dei lavoratori italiani alla Ederle, ma permetterebbe a Vicenza uno sviluppo tecnologico, produttivo e culturale ambizioso e molto più aperto a un futuro di convivenza e di pace. Ci auguriamo tutti che, sebbene le decisioni siano prese, i giochi si riaprano.

 -- BEATI Costruttori --

 
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