Creato da rimescolareilvolga il 28/10/2006

PAPERE E PANNOCCHIE

O PAPERE E PANNOCCHIE...

 

 

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RISPETTO

Post n°1237 pubblicato il 09 Aprile 2007 da rimescolareilvolga
 

 

 

 

                                                                                                                                                                                             – Genova –Spett.le ditta

p.c       Fim-Cisl genova

 Raccomandata R.R.

  

            Egr. Sig. ...........i sono stupito che lei sia stupito, Le devo per tanto farle memoria di alcuni fatti precedenti alle nostre comunicazioni tramite raccomandata.

Giorni fa, fine mese di febbraio, circa, Lei, dopo la solita, personale, disquisizione sullo stato dell’azienda all’interno dell’ufficio, e su provvedimenti da prendere; mi ha convocato nel suo ufficio privato e qui mi ha descritto il suo  senso di angoscia per la situazione corrente, mi ha comunicato per tanto che doveva prendere dei provvedimenti fra cui quello “di tirar giù le serrande” e di licenziarmi. (fatto non indifferente, dal mio punto di vista). In quell’occasione le comunicai che avevo altri pensieri e problemi da affrontare oltre al licenziamento: i valori degli ultimi esami sostenuti sul PSA (prostata) erano completamente fuori norma, erano aumentati del doppio negli ultimi due mesi pur essendo sotto terapia farmacologica, e ciò mi preoccupava molto. Le risposi  e ci scambiammo i seguenti commenti: “ Tu avrai il problema di licenziarmi, io attualmente ho il problema di verificare se ho un tumore alla prostata. Tu mi hai risposto che la medicina attualmente cura i tumori alla prostata in maniera veloce…un seme radioattivo inserito ed è tutto finito(anche parlando di suoi conoscenti); quindi sei ritornato a parlare dell’azienda e del tuo stato di angoscia ”…Le devo pertanto comunicare alcuni ragguagli medici, pur non essendo tale, a cinquant’anni un eventuale tumore alla prostata non permette le cure da lei citate, vanno fatti una serie di esami, le necessarie biopsie, e se “l’area è maligna”; la prostata viene asportata, quindi “pregare” che non si sia esteso.

In un cardiopatico il fatto è “leggermente” più complicato perché i farmaci per il cuore vanno sospesi e modificati per preparasi all’intervento mentre l’anestesia può creare problemi, quindi va scelta quella specifica…

            Nei giorni successivi sono venuto al lavoro, poi una mattina le ho telefonato perché non stavo molto bene, avevo un forte stato di agitazione ed il ritmo cardiaco accelerato e la informavo che andavo a farmi misurare la pressione; l’ho fatto in due farmacie, una a Prato, l’altra a Molassana. Nel pomeriggio, ho comunicato in ufficio, che non “stavo bene” e mi sono recato dal medico e da allora sono in malattia. Come da contratto, lei ha mandato due visite fiscali, tali visite hanno confermato la prognosi e penso che lo sappia.

            Anni fa fui operato per dei calcoli biliari, doveva essere una cosa semplicissima dopo venti giorni (circa) d’ospedale perché non riuscivano ad abbassare l’infiammazione e gli antidolorifici non davano i risultati sperati (Villa Scassi), mi sono ritrovato “tagliato dall’alto al basso” con un centinaio di punti sghimbesci, ho fatto un periodo di convalescenza, in cui non sono state fatte visite di controllo da parte dell’azienda, io ho “contratto” i tempi medici per riattivarmi e sono ritornato al lavoro. L’anno scorso ho fatto un infarto, quattro giorni dopo il rientro in ditta….Dopo l’ospedale e la convalescenza, telefonicamente, lei mi ha comunicato di prendermi ferie…cosa che ho fatto, ritelefonado settimana dopo settimana.

            Come lei vede i termini del rapporto interpersonale si sono modificati e quindi si ricorre alla carta scritta.

            Riguardo allo stipendio, finalmente, è “disponibile” lei probabilmente non conosce l’umiliazione che si prova ogni qualvolta lo si viene a chiedere, non m’interessano le norme contrattuali, so che lo stipendio è un mio diritto per una mansione svolta; anni fa c’era l’acconto e poi i saldo al mese successivo; e sempre la richiesta da parte del dipendente; ora è scritto che è disponibile dal 10 di ogni mese e può essere ritirato, avvisando però tramite telefonata a causa della mia assenza. Sig. ... due cose: la prima, io non sono assente, sono in “malattia” documentata e certificata; i termini usati definiscono una situazione.

La seconda: lei ripete quanto già sottolineato, lo stato di umiliazione. Io sono costretto a telefonare per venire a prendere una cosa che mi spetta per legge, che non dovrei neanche richiedere perché già pronta.

            Riguardo al materiale, di cui chiedevo: ” …che vengano trattati come si conviene fino al mio rientro in ditta. (gia uno dei compassi sarebbe da far visionare) “ era la comunicazione di una preoccupazione in quanto materiale delicato, l’eventuale stato di conservazione lo potremmo verificare al mio rientro in ditta al posto di lavoro, se lei lo desidera; c’è una considerazione da fare: è vero il materiale l’ho portato io, di mia iniziativa in ditta; il “compasso” e le squadrette disponibili non mi erano sufficienti; li ho portati circa 12 anni fa; ma che lei scriva che li ho usati solo io è mancanza di rispetto* nei miei confronti, mi dovrebbe spiegare per chi ho progettato in questi 12 anni e poi,  probabilmente non ricorda quante volte li ha usati anche lei per verificare rilievi, planimetrie e progetti al tecnigrafo.

Ma lei pensa veramente che m’interessi sollevare questioni su dei compassi e che necessiti un atto scritto di autorizzazione di ritiro con manleva?

 

*          M’interessa il Rispetto, Sig. ........,… il rispetto …..(cito, enciclopedia Treccani, voce rispetto punto 2a)...Riconoscere i diritti, il decoro, la dignità altrui astenendosi da ogni parola o azione che possa offenderli.

           

            Io esigo rispetto Sig. ......., rispetto prima di tutto in quanto uomo; poi della mia attività in quanto architetto, di cui ho titolo e facoltà, messi a disposizione della ditta in questi 12 anni; rispetto in quanto dipendente della ............

PS. In allegato “la sedia ergonomica”

 

 

                                                                         In attesa di riscontro scritto

                                                                 Distinti saluti, Arch. Mauro Miotto

 

 

 

Genova, li ...aprile 2007

 

 

 

oggetto: allegato “la sedia ergonomica”

…..ergonomia e luogo di lavoro

 

“ Sedia Ergonomica in legno massello naturale con cuscino
e poggia-ginocchia in resistente stoffa.


E' ideale per tutte le persone che sono costrette per hobby o per lavoro a stare sedute a lungo e desiderano prevenire il mal di schiena e mantenere il benessere psicofisico.
Realizzata in solido legno massello, è dotata di ruote che permettono di spostarsi agilmente pur rimanendo seduti.
Grazie ad un perno in metallo a doppia vite, è possibile regolare il grado di inclinazione della sedia per adattarsi perfettamente a chi ci si siede sopra, garantendo una corretta seduta bilanciando lo scarico del peso su ginocchia e schiena.
I suoi cuscini ben imbottiti garantiscono comodità a chi sta seduto a lungo.
Questa sedia ha una particolare struttura studiata appositamente per far assumere al corpo una posizione corretta e naturale.
Il piano su cui poggiano le ginocchia è inclinato e consente una flessione delle anche che permette di scaricare una parte del peso sulle ginocchia e di ottenere di conseguenza
una distribuzione ottimale del carico sulla colonna vertebrale, con grande vantaggio per la schiena: la colonna mantiene la sua curva naturale a livello del tratto lombare, il peso del corpo non sovraccarica interamente la colonna e i dischi intervertebrali vengono sollecitati meno dando grande sollievo e beneficio a chi soffre di dolori lombari e sciatalgie.

·  Permette di assumere una corretta postura da seduti scaricando il peso del corpo non solo sulla zona lombare ma anche sulle ginocchia.
In questo modo non vengono sovraccaricati i dischi intervertebrali e la colonna e diminuisce il dolore alla schiena;

·  Favorisce una regolare respirazione: sia il tratto addominale sia quello toracico, non vengono compressi ma restano dritti;

·  Risulta comoda e riposante più di qualsiasi altra sedia e porta grande beneficio a chi già soffre di problemi legati alla colonna vertebrale, lombalgie e sciatalgie, riducendo al minimo stress, stanchezza e fatica di dorso, spalle e collo;

·  Migliora la circolazione sanguigna in quanto non permette di accavallare le gambe e riduce di conseguenza il senso di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori;

·  E' raccomandata da fisioterapisti e specialisti della riabilitazione.                                 

 

Questa testo, sopra indicato, per ricordaLe che al mio rientro in ditta per poter lavorare al computer gradirei questa, lo scrivo onde evitare discussioni come anni fa, quando le chiesi una sedia per lavorare e lei si arrabbiò, d'altronde a distanza di tempo le iniziali venti ore alla settimana da passarsi al computer (incontro svoltosi nel suo ufficio con il personale dell’ufficio)  sono diventate molte di più e la scomodità di quella vecchia poltroncina con sedile consunto, che ci si affossa quando ci si siede mi ha costretto più di una volta a ricorrere a “gommapiuma” per tenere eretta la schiena.

Visto che le sto indicando le migliorie da apportare, gradirei che l’appoggia mouse non fosse fatto con una serie di cassetti e scatole sovrapposte, ma regolabile in un elemento unico staccato dal tavolo; oltremodo gradirei che la persiana, alla destra del tecnigrafo, si potesse alzare e che faccia aggiustare l’albero di questa, lavorare senza poter guardar fuori è veramente deprimente, quasi da carcerato; se modificasse anche l’impianto illuminotecnico, come le avevo suggerito;  le sarei grato, i riflessi dei neon sulla carta da lucido sono molto sgradevoli anche se lei si ostina a dire che va bene così. Della “moquette” ormai non mi lamento più, a suo avviso potrebbe durare altri vent’anni, però se mi togliesse la macchina da eliocopie, molte volte usata, ma adesso inutilizzata, da dietro la schiena e mi mettesse un mobile, con dei cassetti, dove appoggiare disegni e planimetrie mi renderebbe felice, la vita più comoda ed il lavoro più proficuo.

           

Certo della sua comprensione per la mia attività all’interno dell’azienda

 

In attesa di riscontro

 

                                                          porgo  Distinti saluti, Arch. Mauro Miotto

 

 
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