PAPERE E PANNOCCHIE
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HO APERTO IL BLOG POTETE TRANQUILLAMENETE POSTARE, NON CANCELLERO' NE POST NE COMMENTI...LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE E FONDAMENTALE, UN'UNICA RACCOMANDAZIONE PER IL BLOG PASSANO ADULTI E GIOVINCELLI...MANTENETE UNO SCRIVERE CORRETTO NEI CONFRONTI DEI PIU "DEBOLI"...NON TOLLERO SOPRAFFAZIONI...UN RINGRAZIAMENTO A TUTTI; MAURO...papere e pannocchie...rimescolareilvolga...
http://blog.libero.it/yellowwomans/
Ei gente!!!! non mi frega un tubo delle vostre "scalate a vette inesistenti", posto ciò che mi piace ed interessa, ogni tanto fotografo, dipingo e scrivo, gli anonimi sono i benvenuti ma non i rompipalle, se il mio sito non vi piace portatele da un'altra parte e sciacquatevele
...Ciao Con Affetto Mauro
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C'è che spesso e volentieri la gente non cresce.
E si ritrova in un corpo e in una vita che pretende altre soddisfazioni, perché obbedisce ad altre leggi, che non sono più quelle del fascino decadente della sofferenza, del romantico languire esistenziale, del solipista crogiuoli in sé stessi.
Il Sè s'evolve altrimenti ristagna.
Invece, non è infrequente, girando tra i blog, trovare coetanei che ancora si compiaciono nel wertherismo baudelairiano dei propri problemi (che poi diciamo: saranno davvero problemi?).
Alla fine, così facendo, soffrono il doppio e fuggono dai problemi reali.
Ma è così difficile abbandonare queste false illusioni della mente? Perché altro non è che questo: una fola di una mente pigra che non vuole crescere, che non vuole abbandandonare il passato. Le sofferenze aumentano, perché il tuo corpo è già proiettato altrove e l'ambiente risponde di conseguenza.
Invece di andare avanti, quindi, e di gustare con un sorriso l'avventura di una vita che spalanca nuovi misteri, ci si lascia andare a complicazioni di carattere fascinosamente irrequieto che non solo non arricchiscono e non aiutano, ma lasciano sempre più aridi e inabili al miglioramente.
Le tristi statistiche sull'uso di stupefacenti e alcolici da parte della fascia dai 20 ai 30 anni parlano da sole.
Ma è così bello, invece, abbandonare tali inutilità! Certo, la mente è pigra e l'Ego stronzo: bisogna abbandonare le proprie convizioni su cui si basano le nostre sicurezze. Sicurezza? E me la chiamate sicurezza tutta quella dolorosa oscurità? Quell'ifliggersi pene e degradazioni emotive ogni giorno?
Guardate fuori dal buco: siete grandi ormai e la primavera bussa alle porte. Fatela finita con queste banalità. Basta dare un'occhiata ai blog: è molto più oroginale stare bene che il contrario! E la cosa bella che è molto più facile!
Meditate, gente, meditate!
Prima di leggere questo post, leggete il precedente e i commenti.
Riassunto: un post in cui si invita e si esorta ad essere felici, a crescere, ad andare avanti. Dei commenti che invece rivendicano il contrario. Ma... Ma... sono impazzito? E allora sia così!
SOFFRITE, BALORDI! Che il nero manto dei sensi di morte ci accompagni ogni secondo della nostra inutile vite! Che si continui a passare le giornate nelle lacrime e nlla contemplazione di un passato terribile (un po' meno terribile, forse migliore, nel ricordo, di un presente insopportabile)! Amore? Fuggi da noi, latore di dolci sensazioni! Allegri? Va' remengo, putrido angelo di rumorose e moleste risatE!
Morte al futuro! Quale futuro, se i presupposti del presente, dato il passato, sono così miseri!
E sia lo stillicidio dell'anima! Sia il ristagno del corpo! Sia il brulicare gorgonico delle passioni distorte e delle pulsioni represse! Sia il tripudio del nichilismo (ma senza riscatto eroico niciano...) e della mortificazione del Sè! Orsù, soffrite tutti e in questa condizione giammai cangiante troviamo la nostra linfa! Che la breve vita asbbia lunghi giorni di sofferenza incessante! Che il fato si accanisca sull'uomo con le più satananiche beffe e che gli dèi infernali lo precipitino nel tormento delle vane azioni! Trinfi la vanità estetizzantedel martirio in virtù della libertà di scelta! Trionfi la selva oscura e le magre fiere! Muoi la libertà della vita nel caos della morte! Vinca su tutti l'incapacità del rifiuto, che è il solo limite del caos! Ecco, ancora, sia la vittoria di Alistaire Crowley: fate ciò che volete! Questa è la vera libertà! (il caos... N.d.A.: insomma, sarebbero in realtà due cose ben differenti, ma lasciamo stare e continuiamo).
Mai più primavere, né tripudi dorati, né dolci paroli e docili carezze, ma oscurità invernali nel lucore sbiadito della ghisa infernale, stridii mugolonti di urla strozzate e rantoli e graffi e inutili aneliti! Che le uniche azioni siano quelle del fallimento, perché le sofferenze esistenziali siano più brucianti! Perché si possa dire: avevo ragione io e l'Ego sia sempre più soddisfatto nel proprio lancinante dolore!
Soffrite, ordunque, bastardi!
(Dopo di ché, dovrebbe esserci un brindisi con del vino andato a male e, naturalmente, avvelenato: il suicidio rituale collettivo finale è l'unica coerenza in una vita senza senso, no? Tanto se tè da morì, prima poi... Ma io aggiungo: allora mejo morì co' la panza piena...)
Ah, certo, buona Pasqua a tutti coloro che invece je piace da divertisse.
Eccoci al terzo post, su richiesta di rimescolareilvolga. Il terzo posto pensando al primo del n.1461 e al secondo del n. 1462. Riassunto: al primo si esortava ad essere felici, al che molti commenti invece rivendicavano l’imprescindibile diritto alla sofferenza, con sani fatti gli affari tuoi velati o meno; il secondo posto allora è stato il panegirico (ironico) della sofferenza con inneggiamento al suicidio collettivo finale, cosa che non ha suscitato la contrarietà di nessuno! Insomma, o sono impazzito o c’è qualcosa che non va negli altri. Io propendo più per la seconda ipotesi.
Rimescolareilvolga mi chiede la mia ricetta? Io non ho ricette, se non una: se stai male, cambia schema! Se stai male, non sono gli altri che sbagliano, sei tu che fai qualcosa che non va! Il male è un sintomo, non uno stato: per cui trova la causa. Come fare? Abbandonare i falsi miti e i vecchi schemi. Tutto qui. Se il presente è sofferenza, allora per forza devi cambiare: trovare la forza di stracciare l’immagine di sé, gettare al vento le convinzioni attuali e ricominciare quam tabula rasa. Tutto lì. Ed è qui, e non altrove, che inizia quel sano percorso individuale che molti rivendicavano, ma erroneamente attribuendolo al semplicistico, banale e vacuo faccio come voglio. Laddove il male è naturale, il bene è ricerca. Laddove la sofferenza è automatica, il benessere è volizione.
La mia Pasqua e la mia Pasquetta? Lavoro aggravato dalla defezione delle commesse che gli è venuta la luna… Festa sacra al cimitero in un chiosco di fiori da solo, avete presente? L’inferno. Come fare a stare bene?
Ma io direi: buon senso! Seguire i consigli del medico e di chi ci vuole bene, anche se ci sta un po’ sulle palle come ce lo dice. In fin dei conti a me che importa se me lo dicono con saccenza, con noncuranza o vattelapesca? L’aspirina mi fa bene? Poco importa se il medico sia irritante, se è bravo. Insomma: rispetto del corpo e della persona. Riposo, quindi, dieta equilibrata e se ritorna la gastrite o altro, cercare di dargli il giusto peso e non uno eccessivo; cercare di reagire in maniera proporzionata all’evento disturbante, cercando di dare scarso peso a quelli più traumatici.
Tra cento anni nessuno parlerà più di questo, recita un antico proverbio indiano. Cerco di attenermici il più possibile.
E poi relativizzo. Ora sono distrutto? Ma di certo non sarà così per il resto della mia vita, no? Infatti chiudo le serrande e penso alla mia persona.
Mi sono divertito a Pasqua? Sì. Eppure ho lavorato da solo, con seri momenti di sconforto e doloretti vari. Eppure il sole splendeva, il mio giardino era in fiore e il mio divano morbido. Ho dormito, ho suonato, mi sono rilassato nella vasca da bagno. Ho seguito la messa, mi sono dedicato ai sacramenti con maggiore consapevolezza, ho cercato di migliorare (ci sono riuscito? Boh, ma ci ho provato) certi atteggiamenti di fede e di persona. Sono stato presente laddove ero stato assente.
Pasquetta: mi sono concesso una mezza giornata in più di chiusura, laddove gli altri sono stati aperti e forse mi hanno rubato qualche altro cliente. Non mi importa, ci penserò domani, perché sennò spreco la giornata che è stata bellina: ottimo cibo in famiglia, ancora musica, un film cretino con mia sorella, passato a prenderlo in giro cosicché lei ridesse; e poi a leggere sulla sdraio al sole finché non caschi addormentato, e poi prendere un altro film comico scelto con tua sorella (Cambia la tua vita con un click, con Adam Sandler, Christopher Walken e quella gran gnocca di Kate Beckinsale! Sfiziosissimo!).
Insomma, la fiera delle piccole cose.
Ecco perché è più facile stare bene: perché queste piccole cose si trovano ovunque e non dipendono da nessuno se non da te. Rifiutare il bene solo per obbedire a schemi mentali, a immagini precostituite di sé non è libertà di scelta o di percorso: è semplice autolesionismo di chi non sa che pesci prendere e preferisce rifugiarsi nella sicurezza dei propri errori. Perché, ripeto, la sofferenza è la tranquillità della routine sterile. Perché è più facile compiacersi della propria sofferenza che estirparne le cause, perché significa combattere e ogni tanto accettare brucianti sconfitte, significa finalmente mettersi in gioco e abbandonare i propri vecchi miti dell’infanzia. Ma quella sofferenza è proprio lo stridore tra il vecchio mito e la nuova età.
C'è chi rivendica il proprio imprescindibile diritto alla sofferenza esistenziale come se fosse una cosa normale? Lo faccia, ma non pretenda ragione, che di ragione ne dimostra ben poca! Qui si esprime il mio unico astio, in quanto atteggiamento troppo seducente per chi si trova in uno stato di debolezza e non cerca altro che una facile via di fuga, trovandola appunto in coloro che si mettono in bocca parole come libertà, indipendenza regalando invece l'ABC della becera schiavitùelle dipendenze, del dolore e dei falsi miti. Non si scambi, quindi, severità e austerità con altro. Si farebbe lo stesso errore.
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e salutate Boss per me,...vi tendo...oggi sono molto democratico.
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