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« FOLLIA | PUNTI DI VISTA » |
E' arrivata nuovamente l'estate e la piccola Lulù non perde occasione per fare ancora i capricci. E' una ragazzina sveglia, intelligente, ma troppo presa dalla moda, dalla supertecnologia, e dai telefonini di ultima generazione. Inoltre, forse perché è figlia unica o chissà, ha sempre ottenuto ciò che voleva. Con l'arrivo della bella stagione stavolta “ha deciso” che sarebbero andati tutti in vacanza in qualche bel posto esotico che tanto l'avrebbe fatta invidiare dalle amichette. I genitori, che non vivono nel lusso, pensano a lungo a questa richiesta e si sono resi conto che non è un bene assecondare così tanto la loro bambina; poi, se l'avessero fatto anche stavolta, si chiedono chissà dove arriverebbero le sue richieste in futuro... Però le vogliono proprio un gran bene e non intendono assolutamente deluderla, solo non vogliono che perda di vista ciò che realmente conta, le vere gioie della vita, con i suoi veri valori. Ed è così che decidono di mandarla dai nonni per un po'. Credono che le farà bene stare negli stessi posti che hanno visto crescere mamma e papà, con le persone che li hanno aiutati a diventare persone corrette, e in grado di star bene con se stessi e di gioire di quanto hanno, anche delle piccole cose. Bene dunque, era tutto stabilito: hanno disposto che Lulù partisse dai nonni. Come era facile da prevedere Lulù non mostrò tanto entusiasmo, nonostante volesse loro un gran bene e le avesse sempre fatto piacere andare a trovarli: aveva grandi progetti per quell'estate... Arriva il giorno della partenza. Dai nonni tutto è come sempre, sono dolcissimi, e capiscono al volo cosa passa per la testa della loro cara nipotina. Così, il nonno paterno ha un idea: per il primo giorno l'avrebbe lasciata riposare dalla fatica del viaggio, poi sarebbero andati insieme in un bel posto. Arriva il momento: Lulù e il nonno vanno ad una straordinaria mostra di quadri. Si tratta di una collezione privata in cui sono presenti dipinti di tutti i tipi, di periodi diversi: si possono dunque ammirare opere di Raffaello accanto
a Van Gogh, Caravaggio insieme a Picasso, Da vinci con De Chirico, Cimabue vicino a Dalì e molti altri grandi di tutti i tempi. Lulù si guarda intorno nascondendo un po' di stupore, non aveva mai visto niente di simile, ha potuto ammirare queste opere solo sui libri, ma trovarsele davanti è tutta un'altra storia; resta in silenzio, senza parole. Subito il nonno inizia a raccontare. Racconta di un tempo tanto lontano, che nessuno ricorda più, di cui nessuno ha mai scritto, ma le cui vicende vengono tramandate da padre in figlio, generazione dopo generazione.
Ecco un mondo completamente diverso, un mondo magico, vivace, coloratissimo, un'opera d'arte infinita, la perfezione della natura mai toccata da mani umane: ovunque tutto era uno spettacolo. E' difficile da descrivere perché nessuno oggi può anche solo immaginare così tanta meraviglia, è infatti possibile realizzare colori animati? Colori che come per incanto creavano opere d'arte, o meglio l'opera d'arte, era tutto il mondo a comporla: si viveva immersi in un capolavoro.
E come spesso capita non sempre ci si rende conto della propria fortuna se non quando la si perde... ed è proprio quello che accadde. Non esisteva infatti persona che contemplasse tanta bellezza, nessuno realizzava tanta compiutezza, la dava forse per scontata dal momento che era sempre esistita, e mai sarebbe mancata, qualsiasi cosa fosse accaduta, non c'è stato un attimo in cui qualcuno ci abbia badato. I colori erano indignati da tanta indifferenza, tuttavia non abbandonarono la loro magia, continuarono a completare il mondo finché... Finché non arrivò la goccia che fece traboccare il vaso: l'assurda volontà di un tiranno.
Il dispotico sovrano pretendeva di tenere tutto sotto controllo, ma proprio tutto: compresi i colori. Era facile dominare le persone: bastava minacciare e incutere paura; impegnativo comandare gli animali, ma con qualche bastonata in più il gioco era fatto. Come avrebbe fatto a governare i colori? Ma per l'oppressore l'immensa libertà dei colori era un affronto alla propria autorità, la loro perfetta armonia pareva la manifestazione tangibile della disobbedienza e dell'irriverenza. No, era troppo per lui, tanto che decise di doverli ammaestrare, e pensava di riuscirci minacciandoli di cancellarli per sempre.
Per i colori naturalmente era un'idea irrealizzabile quella di farsi comandare, ma per paura che questo finto re annerisse la Terra dandole fuoco finsero di cedere. Esatto: finsero di cedere alla volontà del despota. E il miglior modo era paradossalmente consegnando la libertà di combinarli a delle mani umane: giurarono che mai più avrebbero riprodotto la magia da soli. E' ovvio quanto seguì: il tiranno pregustava la vittoria, sarebbe stato lui, pensava, a comporre tanta bellezza, ma così tanta che avrebbe conquistato chiunque senza la fatica della lotta, senza pesanti armi... Ma... Ops! Dalle sue mani venivano fuori inguardabili scarabocchi! Allora insisteva, s'impegnava, provava e riprovava accostamenti vari, mentre i fallimenti accrescevano la sua ira, e con lei il ridicolo. Bé, chi poteva ancora aver paura di un omino così?
Ed in questo modo il mondo si liberò del despota, tornò la tranquillità. Però la cosa non durò: infatti gli uomini iniziarono ad avere nostalgia di quelle opere magiche. Si, potevano ammirare ciò che restava della bellezza variopinta della natura, il verde delle campagne, la colorata e briosa luce dei fiori, ma poi? Le case erano tutte scure così come le pietre di cui erano fatte, gli arnesi da lavoro, le pentole, i mobili... Com'era diventato triste il mondo!
All'improvviso, in una maniera incomprensibile. I colori s'impietosirono un po', soprattutto quando faceva brutto tempo e anche il sole restava nascosto lasciando soltanto una distesa grigia, che si rifletteva negli animi della gente. Così almeno dopo la pioggia i colori decisero di rallegrare un po' il cielo con un arco variopinto che faceva sorridere tutti durante la sua breve vita, prima che si dissolvesse nell'aria: l'arcobaleno! Ma poi nient'altro, rimasero fermi, irremovibili dalla loro decisione, non sarebbero mai tornati indietro per farsi nuovamente ignorare dopo qualche tempo. In fondo poi la loro armonia fatata continuava ad esistere nei cuori delle persone, non le avrebbe mai lasciate, seppur queste lo ignorassero perché non avevano avuto bisogno di cercarla dentro sé stessi fino ad allora, dal momento che ne erano circondati abbondantemente.
-Ma allora nonno, com'è possibile che qui ci siano così tanti bei dipinti, l'uno più perfetto dell'altro?
-Piccolina mia – le rispose il caro nonnino - E' possibile perché con il tempo alcuni uomini hanno imparato a leggersi dentro riscoprendo quell'armonia incantata che credevano persa per sempre, e chiesero ai colori che si lasciassero cullare nelle loro mani affinché potessero esprimere quanto avevano trovato.
E il nonno continua dicendo che naturalmente non tutti possono capire la magia, poiché ogni persona ha un proprio carattere, mille occupazioni, diverse faccende a cui badare; infatti molti si limitano a guardare solo ciò che sta fuori. Eppure è affascinante pensare a quanto sono diversi tra loro quelli che sono stati chiamati artisti, e quanto sono perfette le loro opere, pur nella loro diversità. Tanta perfezione è stata amata nei secoli e continuerà ad esserlo nelle epoche che verranno perché, sebbene il tempo passi e gli stili di vita cambino, Quell'Armonia è sempre viva allo stesso modo nell'anima degli uomini, compresi coloro che non la sanno esprimere, ma che l'ammirano all'esterno perché è parte di loro anche se non lo sanno in modo cosciente.
-Oh nonno quanto è vero quello che dici, lo sento. Credo di averlo sempre saputo, solo che... non vedevo.
Lulù ha capito cosa le avevano voluto insegnare i genitori mandandola dai nonni, ne è contenta e può godersi appieno le vacanze, certa, tra le altre cose, di fare anche un bel figurone con le amiche. Ovviamente non si poteva pretendere di cambiarla, né nessuno lo voleva, Lulù resterà sempre un po' capricciosa, però ora sa porsi i giusti limiti, e non perde mai di vista i piccoli miracoli della quotidianità.
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