Creato da zoeal il 05/02/2008

RASNA

semplice passione

 

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IL PENSIERO ETRUSCO DEL PROF.GIOVANNI FEO

Post n°225 pubblicato il 30 Aprile 2009 da zoeal
 

LA DONNA E LA GEOMANZIA IN PILLOLE

(quando avrò finalmente più tempo vi farò un "bellissimo" riassunto delle parti più interessanti dei suoi libri)

Il principale aspetto della civiltà etrusca è forse quello che concerne l’importanza del “femminile”, aspetto nel quale si evidenzia l’estrema antichità di quel popolo che, assegnando alle donne un ruolo di primo piano, tramandava un modello “matriarcale” di origini neolitiche. Per questa preminenza le donne etrusche non furono comprese da Greci e Romani che, per invidia o chiusura mentale, si prodigarono a coprirle di discredito, accusandole di amoralità e bassezze varie. Ma, in tali accuse, si rivela invece il ben noto atteggiamento di Greci e Romani verso ogni tipo di diversità, giudicata barbara, inferiore ed esecrabile. Un’emblematica figura storica è quella di Tanaquil, moglie del re Tarquinio Prisco, sacerdotessa iniziata alle arti oracolari: alla sua morte Tanaquil venne divinizzata e il suo culto, molto popolare in Roma, fu officiato sul colle Quirinale nel tempio di Ercole. L’arte di interpretare i fenomeni celesti è tradizionalmente associata nelle antiche civiltà a sacerdoti, a maschi. Nella società etrusca fu invece una ninfa e sibilla, Vecu (o Vegoe) a rivelare l’arte celeste, l’arte fulgurale, ad un sacerdote di Chiusi, Aruns Veltumnus. La principale celebrazione religiosa etrusca si svolgeva annualmente presso il Fanum Voltumnae, sulle sponde del lago di Bolsena. Il fanum era un territorio consacrato a Voltumna, nome latinizzato della grande dea etrusca delle acque e del fato. L’importanza del principio femminile emerge anche nella religione etrusca, imperniata su antiche forme di culto della Terra, la madre terra. Il culto comprendeva un tipo di approccio al territorio del tutto speciale, basato su quella che possiamo chiamare una vera “scienza” del territorio, da alcuni autori definita anche “geografia sacra” o “geomanzia”. Il territorio, corpo fisico e materiale della madre terra, veniva studiato nelle sue diverse caratteristiche e qualità, arrivando a determinare dove e come si manifestava il “sacro”, ovvero una speciale energia o influsso di natura divina, ritenuto sia creativo che distruttivo. In certi luoghi, per esempio grotte, sorgenti, alture, si riteneva che un potere sacro avesse dimora e che gli esseri umani, con appropriati riti, potessero entrarvi in contatto e trarne conoscenze e benefici. Riscoprire le regole di questa antica scienza sacra può essere oggi di estremo interesse e utilità, se consideriamo, per esempio, che in molti paesi orientali ancora sopravvive una tradizionale scienza del territorio: il Feng Schui (“scienza del vento e dell’acqua”), utilizzata per orientare sia i templi che gli edifici civili e, soprattutto, per favorire nei modi migliori la fluidità e lo scorrere dell’energia creatrice e primordiale (il ‘chi’ o ‘ki’).

 
 
 
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Ho partecipato al gioco letterario promosso da Writer

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e per la serie RACCONTI BREVI:

HIRUMINA IL PERUGINO

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L'INFAME (prima parte)

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LA LETTURA NOBILITA LA MENTE

"CHIMAIRA" di Valerio Massimo Manfredi (giallo-storico)

"MITI, SEGNI E SIMBOLI ETRUSCHI" di Giovanni Feo (Etruschi, da dove venivano e a quali leggende sono collegati)

"GEOGRAFIA SACRA" di Giovanni Feo (la "magia" e l'"astronomia" dalla preistoria agli Etruschi)

"UNA GIORNATA NELL'ANTICA ROMA" di Alberto Angela (immaginiamo di fare un viaggio nel tempo e di ritrovarsi nella Roma del I secolo dopo Cristo)

"IL SEGRETO DEI GEROGLIFICI" di Christian Jacq (guida semplice e simpatica sull'interpretazione dei geroglifici egizi)

" IL FARAONE DELLE SABBIE" di Valerio Massimo Manfredi, azione e suspence ambientate nel clima dei conflitti attuali che affliggono il Medio Oriente.

"L'ULTIMA LEGIONE":di Valerio Massimo Manfredi, una vicenda avvincente ambientata nel periodo del declino dell'Impero Romano, tra leggenda e realtà, si legge tutto d'un fiato

 

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POETA ESTEMPORANEO

In ricordo di Morbello Vergari, ultimo poeta Etrusco

Il reperto archeologico

Riuniti insieme, un gruppo di signori

stavano discutendo di un oggetto

un giorno appartenuto ai padri etruschi.

Il dottor Tizio disse ai suoi colleghi:

-La mia giovane eta', non mi consente

di pronunciarmi il primo e francamente

ammetto che non ci capisco molto.

Il dottor Caio esprime il suo parere

dicendo-Per me, questo è un utensile

che usavano gli etruschi,

per servire vivande sulla mensa

D'altro parere il professor Sempronio

e in questo modo dice il suo giudizio:

Questo per me, è un vaso da ornamento

che serviva su un mobile di lusso

a contenere fiori profumati.

Infine il professor Tal dei Tali:

Con questo afferma usavano gli antichi

nelle grandi e solenni cerimonie

offrire a gli dei superi d'Olimpo

e il loro sacerdote in pompa magna,

libava e alzava questo vaso al cielo;

quindi spruzzava santamente l'ara,

del vin pregiato in esso contenuto.

-Giusto-dicono tutti gli altri in coro-

la Sua tesi convince, professore.

Due etruschi ch'iabitaroni in quei luoghi

in permesso quassu' dai Campi Elisi.

Si fermarono ad osservar la scena.

-Tarcone-Aule chiese-cosa fanno

quelle persone riunite insieme?

-Non so',non saprei dirti veramente;

non riesco a comprendere il dialetto,ma

quel che sembra un tantinello strano

è, che stan discutendo con passione,

tenendo un nostro orinalaccio in mano.

 

 
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